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Fashion economic trends: passo lento o stagnazione nella parte finale del 2023

Scritto da Isabella Naef

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Uno showroom Credits: Pexels, Ksenia Chernaya

La crescita del fatturato dell’industria italiana della moda si è ridotta dal +11,4 per cento del primo trimestre al +3 per cento nel secondo. Nel mese di aprile si è anche registrata una lieve riduzione rispetto allo stesso mese del 2022, il segno negativo sulle variazioni mensili del fatturato non si vedeva dal febbraio 2022, quando ancora si manifestavano le conseguenze della crisi Covid. Questi alcuni dei dati dei Fashion economic trends presentati ieri da Camera nazionale della moda italiana. "Nei i settori collegati, in particolare la gioielleria e i profumi, il rallentamento è stato modesto e anche nel secondo trimestre la crescita del fatturato è stata brillante. Nel complesso del primo semestre, tuttavia, la performance resta positiva (+7 per cento)", si legge in una nota.

"Il rallentamento è in buona parte spiegato dall’andamento dei prezzi, nel primo trimestre l’aumento del fatturato si era accompagnato a una crescita sostenuta dei prezzi industriali, che invece nel secondo si è limitata a poco più del +1 per cento, raffreddando anche la dinamica del fatturato. Nei settori “core” il secondo trimestre i dati mostrano segni negativi della produzione nazionale, in particolare nei mesi di aprile e maggio e soprattutto nei comparti di produzione dei beni intermedi, tessile e pelle. Nel semestre, la produzione nazionale nei settori “core” si è ridotta del 5 per cento rispetto al primo semestre 2022", indicano i Fashion economic trends.

L'export

Nel periodo gennaio-maggio, l’export dell’industria italiana della moda ha registrato una buona crescita, +6,5 per cento , nei settori “core” (tessile, abbigliamento, pelle, pelletteria e calzature) con una buona crescita a due cifre verso l’Asia: +18,4 per cento verso la Cina, e verso il Giappone e +8,9 per cento verso Hong-Kong, ma meno brillante verso la Corea (+4 per cento).

Sono in crescita anche le esportazioni verso i Brics, tra questi si registra un recupero anche verso la Russia dopo il crollo del 2022. I flussi verso i Paesi dell’Unione europea sono aumentati del 4,3 per cento, con in evidenza un ottimo andamento verso la Francia (+19 per cento). Bene anche l’export dei settori collegati (occhiali, gioielli e beauty) che è cresciuto a due cifre (+15 per cento), con andamenti molto diversificati tra i vari Paesi, E’ sorprendente il + 78 per cento verso la Turchia, che tuttavia potrebbe riflettere soprattutto triangolazioni commerciali.

L'import

Le importazioni hanno in registrato una stabilizzazione nei settori “core” (+2,1 per cento) ma sono cresciute in doppia cifra (+16,4 per cento) nei settori collegati. In generale si registra una contrazione significativa dell’import dalla Cina, che ha condizionato l’insieme dell’import da extra-Ue (-9,6 per cento).

Il saldo commerciale complessivo di moda e settori collegati è stato nel primo semestre positivo per 17 miliardi, in crescita di 2,1 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2022.

La moda italiana: le previsioni

Si prospetta il mantenimento di un passo lento o di una stagnazione nella parte finale del 2023. "Le previsioni sono quindi orientate alla prudenza. Si può quindi prevedere che il fatturato 2023 è che possa crescere del +4,5 per cento rispetto al risulta- to del 2022", concludono i Fashion economic trends.

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Camera Nazionale Della Moda Italiana
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