Federmoda: ecco tutte le sanzioni per chi compra falso
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Quali sono le sanzioni per chi compra un capo o una borsa contraffatta? Come comportarsi davanti a un'offerta "sospetta"? Federmoda ha messo nero su bianco un vademecom che illustra le sanzioni e spiega quali sono i pericoli e i rischi penali di questa piaga che affligge da anni il settore della moda. “Compri falso? Ma lo sai che…” è il titolo del vademecum con 10 motivi per convincere i consumatori a non comprare prodotti taroccati. Oltre alle sanzioni, l'associazione mette in evidenza il rischio per la salute.
Chi compra merce contraffatta rischia una sanzione da 100 a 7.000 euro
Inoltre, in occasione della Vogue Fashion's night out del 20 settembre a Milano, Federazione moda Italia e FederModaMilano, hanno realizzato un gazebo anticontraffazione, assieme al Comune di Milano (Assessorato alla sicurezza) con la Polizia locale. Il gazebo si trovava in piazza San Carlo. "La Vogue Fashion’s night out è sempre il palcoscenico ideale per sensibilizzare i consumatori sul fenomeno della contraffazione e sui rischi che si possono correre nell’indossare capi contraffatti e di dubbia provenienza, ma anche per scoprire cosa si nasconde dietro la produzione di un prodotto di scarsa qualità e basso prezzo, fino agli effetti provocati sulla salute e agli impatti sull’economia dell'intero Paese. Anche quest'anno abbiamo voluto testimoniare attivamente al fianco del Comune di Milano, proprio durante una serata di festa della moda, la volontà di rafforzare la lotta contro questo fenomeno criminale", ha spiegato Renato Borghi, presidente di Federmoda.
Tra i prodotti contraffatti, è in aumento l’acquisto di abbigliamento (57,9 percento nel 2015 rispetto al 46,6 percento del 2014)
Nel vademecum, che è disponibile sul sito di Federmoda, è spiegato che "acquistare prodotti falsi comporta una sanzione per l’acquirente finale da 100 euro a 7.000 euro. L’illecito amministrativo è previsto dal d.l. 14 marzo 2005, n. 35, convertito in l. 14 maggio 2005, n. 80, nella versione modificata dalla legge 23 luglio 2009, n. 99".
Il consumatore di prodotti e servizi illegali è in prevalenza donna
Secondo una ricerca di Confcommercio – Format Research, tra i prodotti contraffatti, è in aumento l’acquisto di abbigliamento (57,9 percento nel 2015 rispetto al 46,6 percento del 2014, con un incremento di oltre l’11 percento); di calzature (29,2 percento contro 23,3 percento del 2014, pari a circa il 6 percento in più), di pelletteria (27,7 percento rispetto al 24,9 percento del 2014, con un incremento di quasi il 3 percento). Per oltre il 70 percento dei consumatori l'acquisto di prodotti o servizi illegali è sostanzialmente legato a motivi di natura economica ed è piuttosto normale, mentre cresce la consapevolezza sui rischi per la salute (80 percento contro il 71 percento del 2014, con un aumento del 9 percento). Il consumatore di prodotti e servizi illegali è in prevalenza donna (nel 59,5 percento dei casi), dai 35 anni in su (per il 79,2 percento). Risiede principalmente al Sud (per il 43,5 percento), con livello d'istruzione medio-basso (per il 72,9 percento).
Stime della Banca Mondiale (World development report) ritengono che il volume d’affari della contraffazione nel mondo si aggiri intorno 350 miliardi di euro. L'Italia è il primo Paese in Europa per consumo di prodotti contraffatti ed è al terzo posto nel mondo per la produzione. Il fatturato generato dal mercato del falso in Italia è pari a 6 miliardi e 535 milioni di euro all'anno con un impatto sull’occupazione che riguarda complessivamente 105mila posti di lavoro.
I prodotti di abbigliamento, gli accessori moda, le scarpe, la pelletteria, gli articoli sportivi sono quelli maggiormente interessati dalla contraffazione. Due miliardi e 243 milioni di euro è il fatturato del falso del solo comparto moda in Italia con una percentuale del 34,3 percento sull’intero fatturato del falso. In base a stime del Censis, la contraffazione comporta importanti perdite per il bilancio dello Stato in termini di mancate entrate fiscali, tra imposte dirette ed indirette, di 5 miliardi e 280 milioni di euro.
Foto: Renato Borghi, Federmoda press office