G-III Apparel violerebbe il diritto del lavoro
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Una fabbrica che rientra tra i fornitori di G-III Apparel Group, azienda che ha in licenza il marchio di Ivanka Trump, violerebbe il diritto del lavoro. Secondo l'Associazione Ong Fair Labor, i lavoratori spesso farebbero più straordinari del massimo consentito in Cina, per un salario di un dollaro l'ora, al di sotto del minimo legale in alcune parti del Paese.
Il rapporto della Ong osserva che i lavoratori accumulano oltre 80 ore di straordinario al mese, mentre in Cina la quota di straordinario deve essere limitata a 36. Meno di un terzo dei lavoratori, inoltre, beneficerebbe di assicurazione sanitaria, pensione e disoccupazione.
Al momento non è stata resa nota la località di questa fabbrica.
Le vendite del brand Ivanka Trump sono cresciute del 60 percento nel 2016
Ivanka Trump, ora consigliere del presidente americano Donald Trump, si è dimessa dal suo incarico di gestione del marchio di moda, ma continua a essere proprietaria di una quota.
Fla (Fair labor association) è una ong che collabora con le università, le organizzazioni della società civile e le aziende socialmente responsabili per la tutela dei diritti dei lavoratori in tutto il mondo, ha sede a Washington e uffici in Cina e in Svizzera.
Le vendite del marchio Ivanka Trump sono risultate in crescita del 61 percento nel 2016, ha rivelato G-III Apparel Group Ltd, la società produttrice e di abbigliamento e accessori che fa capo alla figlia maggiore del presidente degli Stati Uniti.
Queste cifre riguardano solo il periodo che va dal febbraio 2016 al 31 gennaio 2017 e coincide con l'anno fiscale 2016-17 e comprendono solo le vendite ai grossisti. Quindi non includono le vendite al dettaglio (nei negozi) o quelle di febbraio, mese in cui Nordstrom e Neiman Marcus Marcus hanno ritirato dai loro negozi di abbigliamento e accessori il marchio Ivanka Trump, sotto pressione della campagna di boiccottaggio del sito "Grab your Wallet".
Lo scorso luglio, il numero uno mondiale del lusso Lvmh ha annunciato la vendita al gruppo americano G-III Apparel dell'azienda attiva nel prêt-à-porter Donna Karan International, per un valore di 650 milioni di dollari dollari (592 milioni di dollari).
Il gruppo americano G-III Apparel, che possiede già i marchi Calvin Klein e Tommy Hilfiger, ha finanziato l'operazione con "titoli di debito e mediante l'emissione di nuove azioni di Lvmh fino a 75 milioni di dollari e con un prestito di 75 milioni per un periodo di sei anni e mezzo". Nel quadro dell'acquisizione G-III ha ottenuto un finanziamento da Barclays e JP Morgan Chase Bank.
Foto: G-III Apparel Group