Giorgio Armani: ipotesi di accordo sui 98 esuberi di Settimo Torinese
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Giorgio Armani ha firmato la settimana scorsa un’ipotesi di accordo con le organizzazioni sindacali Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec volta a limitare gli effetti dell’annuncio dei 98 esuberi sul totale di 158 impiegati nella sede dell’azienda di Settimo Torinese, stabilimento che produce i capi di fascia medio alta.
L'intesa tra Armani e i sindacati prevede una serie di interventi che puntano al recupero e al potenziamento della competitività del polo
Secondo l'intesa il piano prevede una serie di interventi che puntano al recupero e al potenziamento della competitività del polo, che sarà convertito in unità produttiva destinata unicamente alla produzione del capospalla maschile decostruito per tutti i marchi del gruppo.
Negli ultimi anni, a causa della crisi, l’attività dello stabilimento è rallentata, passando dai 27.500 capispalla prodotti del 2014 ai 13.500 del 2016. Dopo una prima fase affrontata con contratti di solidarietà, il gruppo ha annunciato i tagli in previsione di una produzione di 12mila capispalla per il 2017.
Nel dettaglio, il piano di risanamento darà ricorso per 12 mesi alla Cigs per crisi aziendale per 158 addetti. Dopo il periodo di Cigs l’azienda darà una soluzione occupazionale a minimo 60 lavoratori. Nel frattempo verrà applicato quello che le parti hanno appunto definito il piano sociale, ossia il blocco del turn over, la mobilità interna anche grazie a percorsi di formazione specifica compatibili con la relativa fungibilità, la mobilità infragruppo, la ricollocazione presso altre aziende esterne, la collocazione in Naspi, ossia la Nuova assicurazione sociale per l'impiego, una indennità mensile di disoccupazione, per il prepensionamento e la ricollocazione esterna, percorsi di outplacement e per chi è interessato dimissioni incentivate che l’azienda si dichiara disponibile a esaminare.
A fine luglio, il gruppo Armani ha annunciato una riorganizzazione dei marchi. Le linee scenderanno da sette a tre. Da metà settembre Giorgio Armani, Emporio Armani e A|X Armani Exchange avranno account separati e dedicati su Facebook, Instagram e Twitter insomma, Armani procede bene anche perché sa adeguarsi ai mutamenti dei mercati e sa invertire la rotta quando le vendite, come nel 2016, sono in calo. E' questo il principale motivo su cui poggia il riassetto dei marchi. La maison, infatti, studia la focalizzazione su Giorgio Armani, che comprende l’alta moda della collezione Privé e Armani/Casa, Emporio Armani, cui faranno capo Armani Collezioni e Armani Jeans, e A/X Armani Exchange.
Il gruppo ha archiviato il 2016 con vendite in flessione del 5 percento, a quota 2,511 miliardi. L’utile netto è passato dai 241 milioni del 2015 a 271, segnando un +12 percento. Al 31 dicembre 2016 la liquidità segnava un 35 percento rispetto a un anno prima, a quota 881.
Foto: Armani via Facebook