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L'illegalità costa alle imprese 39 miliardi (5 miliardi il peso della contraffazione)

Scritto da Isabella Naef

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Nel 2024 l’illegalità è costata alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi 39,2 miliardi di euro Credits: Pexels, Pixabay
Nel 2024 l’illegalità è costata alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi 39,2 miliardi di euro e ha messo a rischio 276mila posti di lavoro regolari. Nel dettaglio, 10,3 miliardi di euro vengono dall'abusivismo commerciale, 7,4 miliardi dall'abusivismo nella ristorazione, 5,1 miliardi dalla contraffazione e 5,4 miliardi dal taccheggio. I dati sono evidenziati dalla ricerca “Più sicurezza per territori, imprese e città”, realizzata dall’Ufficio studi Confcommercio e presentata ieri, a Roma, in occasione della dodicesima edizione della Giornata nazionale “Legalità, ci piace!”, promossa da Confcommercio per sostenere la cultura della legalità come condizione essenziale per lo sviluppo economico e sociale.

Il 60,1% delle imprese del terziario si ritiene penalizzato dall’abusivismo e dalla contraffazione

Ci sono poi 7,1 miliardi imputabili a ferimenti, assicurazioni e spese difensive, per chiudere con la cyber criminalità che ha inciso per 3,9 miliardi.

Dall’indagine emerge anche che il 30% delle imprese del terziario di mercato percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2024. A partire dai furti, stimati in aumento dal 28% degli imprenditori (+4,5% rispetto al 2023), seguiti da atti di vandalismo e spaccate (25,4%, +4,3 punti) e dalle rapine (25,3%, +6,4%). L’usura, che negli ultimi anni era stato il crimine segnalato più in crescita, scende al 20,6% (-3,8%).

Il 21,3% degli imprenditori dichiara di aver riscontrato episodi criminali legati alla presenza di “baby gang” nella zona di operatività dell’impresa e di questi quasi la metà (48%) è preoccupato per la propria attività. Tre imprenditori su dieci temono il fenomeno della “mala movida”, soprattutto per il degrado urbano (49,5%) e per atti di vandalismo e danneggiamenti alle strutture(45,8%).

Il 60,1% delle imprese del terziario si ritiene penalizzato dall’abusivismo e dalla contraffazione a causa soprattutto della concorrenza sleale (50,1%) e della riduzione dei ricavi (23,1%).

Più di otto imprese su dieci (82,9%) hanno investito negli ultimi anni in misure per la sicurezza, soprattutto in sistemi di videosorveglianza (64,3%) e di allarmi antifurto (53,4%).

Quando si parla di sicurezza bisogna tenere presente che “non conta solo il dato ma anche come viene raccontato. Guardiamo la nostra ricerca: si dice che il 30% delle imprese del terziario percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2024,ed è vero. Fa però un altro effetto notare che il 70% non percepisce un peggioramento”. E che “i dati percepiti, il cosiddetto ‘sentiment’ vanno sempre associati con i dati oggettivi. Per esempio, il reato violento per eccellenza, l’omicidio, è ormai in costante diminuzione in Italia in questi anni. Inoltre, rispetto al passato, c’è una propensione maggiore a denunciare”, ha detto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ieri, commentando i dati.

carlo sangalli
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