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Per Anitec-Assinform è urgente rinviare l’applicazione dell’Ai Act

Scritto da Isabella Naef

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L’intelligenza artificiale sta già trasformando il modo in cui le imprese lavorano e competono Credits: FashionUnited, immagine generata con l'ausilio dell'Intelligenza artificiale

Stanno emergendo, giorno dopo giorno, le incredibili potenzialità offerte dall’intelligenza artificiale al settore della moda: dal processo creativo, alle modalità di ideazione e produzione, fino alla comunicazione e alla relazione con la clientela. Detto ciò l'utilizzo di questa innovazione porta molti rischi e implicazioni che sono state normate dall'Ai Act, la cui applicazione, però, deve essere graduale e accompagnata da strumenti che agevolino l'adozione e l'adeguamento alle nuove regole, in modo da non incidere sulla competitività delle imprese.

La settimana scorsa, in occasione della visita in Italia della vicepresidente esecutiva della Commissione europea per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia, Henna Virkkunen, Anitec-Assinform, l’associazione di Confindustria che rappresenta le imprese italiane dell’Information technology, ha lanciato un appello per il rinvio dell’applicazione, definita richiesta di “stop the clock”, formalizzata da Anitec-Assinform in occasione della visita in Italia della relatrice Henna Virkkunen.

"Il settore digitale italiano rappresenta un pilastro dell’economia nazionale, con un valore di mercato complessivo di quasi 82 miliardi di euro e circa 700.000 addetti. All’interno di questo ecosistema, il mercato dell’intelligenza artificiale ha segnato una crescita particolarmente rilevante, raggiungendo nel 2024 i 935,1 milioni di euro, con un aumento del 38,7% rispetto al 2023 (fonte: “Il Digitale in Italia 2025” - Anitec-Assinform e NetConsulting cube). Un ritmo di crescita di gran lunga superiore a quello del Pil nazionale", specifica l'associazione.

Anitec-Assinform segnala la criticità dell’entrata in vigore dell’Ai Act senza che le imprese possano essersi adeguate agli standard tecnici

Questo slancio si confronta oggi con una crescente complessità normativa, che rischia di rallentare innovazione e investimenti, soprattutto per le piccole e medie imprese. "Anitec-Assinform segnala la criticità dell’entrata in vigore dell’Ai Act senza che le imprese possano essersi adeguate agli standard tecnici, attesi, secondo Cen-Cenelec, non prima dei primi mesi del 2026", si legge in una nota di Anitec-Assinform.

“L’intelligenza artificiale sta già trasformando il modo in cui le imprese lavorano e competono. In questa fase è fondamentale garantire alle aziende un quadro normativo stabile e comprensibile, soprattutto per le pmi. L’AI Act è un passo importante, ma i nuovi profili di compliance che prevede sono senza precedenti, e le imprese hanno bisogno di più tempo per adottarli efficacemente. Chiediamo che l’applicabilità degli obblighi previsti dal Regolamento sia rinviata di due anni: senza questa gradualità, rischiamo di frenare la competitività europea proprio in una fase di grande sviluppo per l’Ia", ha sottolineato Massimo Dal Checco, presidente di Anitec-Assinform.

La legge sull'Ia

La legge sull'Ia è il primo quadro giuridico in assoluto in materia di Ia, che affronta i rischi dell'Intelligenza artificiale e posiziona l'Europa a svolgere un ruolo guida a livello mondiale.

Il regolamento sull'Ia (regolamento Ue 2024/1689 che stabilisce norme armonizzate sull'intelligenza artificiale) è il primo quadro giuridico completo sull'IA a livello mondiale. L'obiettivo delle norme è promuovere un'Ia affidabile in Europa.

Le date di entrata in vigore

La legge sull'Iintelligenza artificiale è entrata in vigore il primo agosto 2024 e sarà pienamente applicabile due anni dopo, il 2 agosto 2026, con alcune eccezioni: divieti e obblighi di alfabetizzazione in materia di Ia entrati in vigore il 2 febbraio 2025; le norme di governance e gli obblighi per i modelli Gpai diventano applicabili il 2 agosto 2025; le norme per i sistemi di Ia ad alto rischio, integrati in prodotti regolamentati, hanno un periodo di transizione prorogato fino al 2 agosto 2027.

La legge sull'Ia definisce 4 livelli di rischio per i sistemi di Ia: rischio inaccettabile; ad alto rischio; rischio limitato, minimo o nullo

L’utente deve essere informato chiaramente che sta interagendo con un sistema Ai

Inoltre, la legge prevede una soluzione per l'uso affidabile di modelli di Ia di grandi dimensioni. I modelli di Ia per finalità generali, o general purpose, (Gpai) possono svolgere un'ampia gamma di compiti e stanno diventando la base di molti sistemi di Ia nell'Ue. "Alcuni di questi modelli potrebbero comportare rischi sistemici se sono molto capaci o ampiamente utilizzati. Un Gpai è un modello di base, come per esempio un modello linguistico, visivo o multimodale, che può essere: usato “as-is” da utenti finali per compiti generici, come scrivere testi, tradurre, generare immagini, oppure riutilizzato o adattato da sviluppatori per costruire sistemi di Intelligenza artificiale più specifici come, per esempio, Intelligenza artificiale per la finanza. A questo proposito va ricordato che dal 2 agosto 2025 tra gli obblighi per le aziende che integrano, adattano, commercializzano modelli Gpai vi è quello della trasparenza, ovvero se si utilizza il modello in un contesto accessibile al pubblico, l’utente deve essere informato chiaramente che sta interagendo con un sistema Ai.

Per garantire un'Ia sicura e affidabile, la legge sull'Ia stabilisce norme per i fornitori di tali modelli. "Ciò include la trasparenza e le norme relative al diritto d'autore. Per i modelli che possono comportare rischi sistemici, i fornitori dovrebbero valutare e attenuare tali rischi", spiega la Commissione europea.

L'Ufficio per l'Ia, puntualizza, ancora, la Commissione europea, sta agevolando l'elaborazione di un codice di buone pratiche per precisare tali norme. Il codice dovrebbe rappresentare uno strumento centrale per i fornitori al fine di dimostrare la conformità alla legge sull'Ia, integrando pratiche all'avanguardia.

Durante il mese di luglio 2025 la Commissione ha introdotto gli orientamenti sulla portata degli obblighi per i fornitori di modelli Gpai chiariscono la portata degli obblighi Gpai ai sensi della legge sull'Ia, aiutando gli attori lungo la catena del valore dell'Ia a capire chi deve rispettare tali obblighi, specifica la Commissione europea. Il codice di buone pratiche Gpai è uno strumento volontario di conformità presentato alla Commissione da esperti indipendenti, che offre orientamenti pratici per aiutare i fornitori a rispettare i loro obblighi ai sensi della legge sull'Ia in materia di trasparenza, diritto d'autore e sicurezza.

Il modello per la sintesi pubblica dei contenuti formativi dei modelli Gpai impone ai fornitori di fornire una panoramica dei dati utilizzati per addestrare i loro modelli. Ciò include le fonti da cui sono stati ottenuti i dati (comprendenti grandi serie di dati e nomi di dominio principali). Il modello richiede anche informazioni sugli aspetti del trattamento dei dati per consentire alle parti con interessi legittimi di esercitare i loro diritti ai sensi del diritto dell'Ue.

L'Ufficio europeo per l'Ia e le autorità degli Stati membri sono responsabili dell'attuazione, della supervisione e dell'applicazione della legge sull'Ia. Il comitato per l'Ia, il gruppo di esperti scientifici e il forum consultivo guidano e consigliano la governance della legge sull'Ia, aggiunge la Commissione europea.

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