Prada e Versace: due storie diverse e, ora, un futuro in comune
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E ora che il matrimonio tra Prada e Versace è stato celebrato cosa accadrà? Riuscirà Prada a mantenere il Dna di Versace come promesso dall'azienda milanese nel comunicato da poco diramato? “Siamo lieti di accogliere Versace nel Gruppo Prada e di avviare un nuovo capitolo per un marchio con cui condividiamo un impegno costante verso la creatività, la cura del prodotto e un forte patrimonio culturale. Il nostro obiettivo è di dare continuità all’eredità di Versace, celebrandone e reinterpretandone l’estetica audace e senza tempo; offriremo una piattaforma solida, rafforzata nel corso degli anni da continui investimenti industriali e distributivi. La nostra organizzazione è pronta e ben posizionata per scrivere una nuova pagina nella storia di Versace, facendo leva sui valori del Gruppo e continuando a operare con fiducia e rigorosa determinazione", ha assicurato Patrizio Bertelli, presidente e amministratore esecutivo del Gruppo Prada.
Nella storia del Gruppo Prada anche le acquisizioni di Helmut Lang e quella di Jil Sander
Il gruppo non è un novellino in fatto di acquisizioni, nella sua storia ci fu quella di Helmut Lang e quella di Jil Sander, poi nuovamente passate di mano, e quella del gruppo Church's.
L'azienda lavorerà per far evolvere il marchio, cosa che non è riuscita a fare Capri Holdings. Versace "rappresenta un asset unico nel panorama del lusso, con radici profonde nella storia della moda, ma dal forte potenziale nella contemporaneità e sensibilità della società di oggi e futura", sottolinea Prada nella nota. Certo, nel Dna della griffe verrà innestato quel "made in Prada" di cui è capace Dario Vitale, ex direttore design e immagine di Miu Miu nominato direttore creativo il 13 marzo.
Ma per capire come andrà questo matrimonio bisogna, prima di tutto, analizzare i due mondi diversi, per genia, per estrazione e crescita dei due marchi, ma anche quelle che sono le similitudini che ne hanno fatto, decennio dopo decennio, due big della moda italiana, conosciuti e amati, anche se in modo diverso e da target differenti, ovunque.
Le origini del Gruppo Prada, quotato alla Borsa di Hong Kong dal 2011, risalgono al 1913
Le origini del Gruppo Prada, quotato alla Borsa di Hong Kong dal 2011, risalgono al 1913. Il marchio nasce come "Fratelli Prada" grazie ai fratelli Mario e Martino Prada. Aprono il loro primo negozio nella prestigiosa Galleria Vittorio Emanuele II a Milano. Nel 1978, la nipote di Mario, Miuccia Prada, assume la direzione dell'azienda. Questa data segna una svolta cruciale nella storia del marchio. Miuccia Prada introduce un approccio innovativo al design e all'uso dei materiali. Negli anni '80, lancia la sua iconica linea di borse e zaini in nylon nero, un materiale industriale che divenne un simbolo di modernità e lusso non convenzionale.
Alla fine degli anni '80, Prada introduce la sua prima collezione di prêt-à-porter femminile, definendo un'estetica minimalista, sofisticata e intellettuale che si distaccava dalle tendenze più appariscenti dell'epoca. Sotto la guida di Miuccia Prada e del marito Patrizio Bertelli, che si unì all'azienda negli anni '70, sono state lanciate le linee uomo (Prada Uomo) e Miu Miu (nel 1993).
Nel 1993, Miuccia Prada e Patrizio Bertelli hanno creato la Fondazione Prada, con sedi a Milano e a Venezia
Il Gruppo Prada, negli anni, ha messo a segno molte acquisizioni strategiche come le calzature di lusso Church's e Car Shoe, ampliando ulteriormente il proprio portafoglio. Nel 1993, Miuccia Prada e Patrizio Bertelli hanno creato la Fondazione Prada, con sedi a Milano e a Venezia.
Oggi, il Gruppo Prada è uno dei principali attori nel settore del lusso a livello globale, con una gamma di prodotti che includono abbigliamento, pelletteria, calzature, accessori, profumi e occhiali. Dal 2020, Miuccia Prada condivide la direzione creativa del marchio Prada con il designer Raf Simons, portando nuove prospettive pur mantenendo l'identità distintiva della maison. Il gruppo disegna, produce e distribuisce collezioni di prêt-à-porter, pelletteria e calzature in oltre 70 Paesi attraverso una rete di 609 negozi (al 31 dicembre 2024), oltre a canali di ecommerce, etailer e department store in tutto il mondo.
Prada conta oltre 15200 dipendenti
L'azienda, che opera anche nel settore dell'occhialeria e della bellezza attraverso accordi di licenza, ha 26 stabilimenti di proprietà e 15.216 dipendenti.
L'azienda, cui fanno capo i marchi Prada e Miu Miu, Church's, Car Shoe, Marchesi 1824 e Luna Rossa, nel 2024 ha registrato ricavi netti pari a 5,4 miliardi di euro, +17% rispetto al 2023, al di sopra della media di mercato. Capacità strategica e qualità dei prodotti, nonostante il settore sfidante, sono alla base della crescita, come ha spiegato Patrizio Bertelli, presidente e amministratore esecutivo del Gruppo Prada durante la conference call con gli analisti e la stampa. Bertelli ha sottolineato che l'azienda guarda con fiducia al 2025.
Le vendite retail sono state pari a 4,8 miliardi di euro, +18% anno su anno, trainate da like-for like e volumi full price. Nel quarto trimestre le vendite retail sono risultate in crescita del 18% anno su anno. Guardando ai singoli marchi, Prada ha messo a segno una crescita delle vendite retail del 4%, rispetto al 2023, Miu Miu ha registrato una crescita record, arrivando a +93%. La performance è stata trainata da tutte le categorie di prodotto e le aree geografiche, chiudendo l'anno con un quarto trimestre a +84%.
La società, guidata dal ceo Andrea Guerra, ha registrato un ulteriore incremento della redditività con Ebit margin al 23,6%, pari a 1,3 miliardi di euro. L'utile netto di gruppo è ammontato a 839 milioni di euro, +25% anno su anno.
Hanno registrato una crescita a doppia cifra Asia Pacifico, Europa, Giappone e Medio Oriente. Quest'ultima area ha registrato una solida performance nel corso dell'anno, +26% sostenuta dalla domanda locale e da flussi turistici.
L'Europa ha registrato una crescita del 18% nel corso dell'anno, sostenuta dai consumi domestici e dal turismo. Il Giappone è stata l’area geografica con la migliore performance nel 2024, +46%, supportata da una domanda locale particolarmente solida, ma anche da positivi flussi turistici.
"Grazie agli investimenti pluriennali in capacità e know how industriale, la nostra piattaforma manifatturiera e le nostre persone sono differenzianti in un contesto di settore in continua evoluzione che esige qualità, agilità ed efficienza", spiegava Bertelli qualche settimana fa.
"Negli ultimi 12 mesi, Prada ha confermato la sua solida traiettoria di crescita e Miu Miu ha raggiunto un nuovo livello di visibilità e di scala, trainata da una offerta total look ben diversificata. Guardando avanti, seppur consapevoli delle persistenti complessità di settore, confermiamo le nostre priorità strategiche. Per Prada c’è una chiara opportunità di continuare a guadagnare quote di mercato, mentre per Miu Miu l’obbiettivo è di consolidare il suo successo; a tal fine, continueremo a rendere sempre più incisivo il posizionamento dei marchi, ad arricchire il portafoglio prodotti e ad alimentare il dialogo con i clienti", sottolineava Andrea Guerra, amministratore delegato del Gruppo.
Prada propone all’assemblea degli azionisti un dividendo di 0,164 euro per azione
Il consiglio di amministrazione propone all’assemblea degli azionisti, convocata per il prossimo 30 aprile, la distribuzione di un dividendo di 0,164 euro per azione.
Per il 2025 l'azienda prevede una crescita superiore alla media di mercato.
Chi è Versace
Quarantasetta anni fa, precisamente il 28 marzo 1978, al Palazzo della Permanente, ha inizio la storia di Versace e di Gianni Versace che presentò, allora, la prima collezione donna firmata con il suo nome. Lo stilista fu assassinato a Miami il 15 luglio del 1997, ma la griffe da lui fondata è entrata nell'Olimpo della storia della moda italiana.
La storia
Erano i primi anni Ottanta: "sempre al passo con i tempi, Carla (Sozzani, ndr) indossava giacche sartoriali di Giorgio Armani, abiti di Gianni Versace e capi disegnati da quest'ultimo per Callaghan", si legge nel libro "Carla Sozzani, Arte, vita e moda" recentemente scritto da Louise Baring per L'Ippocampo.
Versace, che fondò l'omonima casa di moda nel 1978, allora era già un marchio così interessante da piacere a Carla Sozzani, una delle figure che hanno plasmato la moda, l’arte e il design degli ultimi decenni. Direttrice di Elle e dei numeri speciali di Vogue, Carla Sozzani ha lavorato fianco a fianco con stilisti come Azzedine Alaïa, Romeo Gigli e Paco Rabanne. Nel 1990 ha fondato 10 Corso Como, lo spazio che unisce moda e arte, design e convivialità, e dove la Sozzani ha espresso la sua pionieristica visione.
Come Gianni Versace, all'anagrafe Giovanni Maria Versace, nato a Reggio Calabria il 2 dicembre 1946, nove anni prima della sorella Donatella Versace (che dopo la sua prematura e tragica scomparsa ha preso le redini creative dell'azienda), Carla Sozzani è stata una figura fondamentale per la consacrazione di Milano a capitale della moda.
Versace entrò in contatto con il mondo della moda in giovanissima età, lavorando nell'atelier gestito da sua madre, sarta di professione.
Le radici calabresi, il lavoro come costumista e una milanesità che si faceva sentire nel rigore e nella determinazione a conquistare il suo pubblico, vip e personaggi dello spettacolo in primis, hanno fatto di Versace una maison si è subito distinta per il suo stile audace, lussuoso e sensuale e che ancora oggi è appetibile, tanto è che il Gruppo Prada è in trattativa per l'acquisizione della maison.
"Reggio è il regno dove è cominciata la favola della mia vita: la sartoria di mia madre, la boutique d'alta moda. Il luogo dove, da piccolo, cominciai ad apprezzare l'Iliade, l'Odissea, l'Eneide, dove ho cominciato a respirare l'arte della Magna Grecia", raccontava Versace, negli anni '90. Nel 1972 si trasferisce a Milano per lavorare come disegnatore d'abiti, creando le prime collezioni per Genny, Complice e Callaghan. Nel 1975 presenta la sua prima collezione di abiti in pelle per Complice.
Il 28 marzo 1978 al Palazzo della Permanente, a Milano, Gianni Versace presenta la prima collezione donna firmata con il suo nome.
Il marchio è noto ovunque per il suo uso audace di stampe ispirati all'arte classica e alla cultura pop. E' così che il logo della Medusa è diventato un simbolo di lusso, mentre Gianni Versace resta un rivoluzionario che ha rotto gli schemi tradizionali. Donatella Versace ha adeguato, nel corso del tempo, il marchio all'evolversi della cultura e della società, dando contemporaneità e grinta alle collezioni.
Lunga la lista di cantanti e attori che indossano Versace
Una su tutte: Madonna, che è una delle icone che più ha collaborato con Versace, indossando i suoi abiti in numerose occasioni, sul palco e fuori. Anche la principessa Diana era una grande ammiratrice di Versace, e i suoi look firmati dal marchio sono diventati iconici, Jennifer Lopez ha indossato un abito verde di Versace Grammy Awards del 2000, momento che è diventato uno dei momenti più iconici della moda. Elton John ha spesso indossato le creazioni dell'amico Gianni Versace, così come le modelle Naomi Campbell e Cindy Crawford che hanno sfilato e indossato Versace per anni.
Versace produce oggi prêt-à-porter donna, uomo e bambino, scarpe, borse e accessori, l'haute couture Atelier Versace, occhiali, profumi e orologi, gli articoli per la casa Versace Home e la linea Versace Jeans Couture. L'azienda conta 230 boutique e 638 punti vendita autorizzati in tutto il mondo.
La griffe dal 2018 faceva capo a Capri Holdings, azienda che l'ha ceduta al Gruppo Prada.
Per la collezione autunno inverno 2025-26, la stilista Donatella Versace, che resta come chief brand ambassador del marchio, dopo aver passato il timone creativo a Dario Vitale ha richiamato il passato per creare un nuovo percorso verso il futuro, ripercorrendo i valori cardine di Versace: libertà, individualità e integrità. Il design e i motivi di Versace Home, una delle prime linee lifestyle create da un marchio di moda, hanno invaso la passerella. Un incontro tra neoclassico e contemporaneo caratterizza la collezione, rievocando gli interni delle residenze di Gianni Versace. Silhouettes scultoree e teatrali, alternate a decostruzioni in stile punk. In passerella abiti bustier Atelier Versace con gonne iper-strutturate e foderate con stampe sfidano la forza di gravità, giacche Spencer o in maglia dal taglio voluminoso, cappotti sartoriali e le gonne sbarazzine degli abiti da sera imbottiti