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Report Confcommercio Censis: l'incertezza frena la ripresa

Scritto da Isabella Naef

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Crollo dei consumi (1.831 euro pro capite nel 2020) e aumento del risparmio (+82 miliardi nel 2020) a causa dell’incertezza e della perdita di reddito. Il tutto mentre cresce la fiducia nel prossimo futuro ma i pessimisti continuano a prevalere sugli ottimisti; per la metà degli italiani, le priorità sono lavoro e fiducia.

Inoltre, i lavoratori indipendenti sono i più colpiti dagli effetti economici della pandemia e la concentrazione delle perdite su questa categoria rallenta la ripresa. Dall'inizio dell’emergenza Covid-19, dispositivi hardware (22,8 per cento), abbonamenti a pay tv e piattaforme televisive in streaming (18,8 per cento), installazione di connessioni Internet più veloci (18,7 per cento) sono gli acquisti maggiormente “stimolati” e quasi il 18 per cento delle famiglie ha modificato le abitudini alimentari cercando prodotti di maggiore qualità.

Carlo Sangalli: "le imprese hanno bisogno di più normalità e certezze per poter pianificare le loro attività"

Questi alcuni dei principali risultati del rapporto Confcommercio-Censis sull’impatto della pandemia su fiducia, prospettive e consumi e delle famiglie italiane. Per il 2021, gli italiani preferiscono spendere per aumentare il comfort domestico: al primo posto l’acquisto di prodotti tecnologici (32,9 per cento), seguono elettrodomestici e mobili per la casa (31 per cento) e la ristrutturazione dell’abitazione (28,2 per cento).

Inoltre, per la prossima estate, il 20 per cento ha già deciso che non andrà in vacanza, più per mancanza di risorse economiche che per la paura dei contagi e quasi la metà delle famiglie (47,4 per cento) non ha fatto programmi a causa dell’incertezza.

In questo scenario Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, ha sottolineato che "la pandemia si sta attenuando e ci sono le condizioni per ripartire in sicurezza. Le imprese hanno bisogno di più normalità e certezze per poter pianificare le loro attività. A cominciare da sostegni più robusti che devono ancora arrivare. Occorre accelerare per recuperare le perdite e rafforzare una crescita economica che è ancora troppo debole”.

La sintesi macroeconomica, prosegue l’Ufficio studi Confcommercio, fornisce innanzitutto due evidenze: la perdita di reddito, che prosegue l’andamento depresso già in atto da anni per i noti problemi di produttività del nostro Paese, e il crollo dei consumi che, solo nel 2020, è arrivato a 1.831 euro a testa a causa proprio della perdita di reddito, dell’aumento dell’incertezza e soprattutto dell’oggettiva assenza di opportunità di consumo per chiusure e restrizioni varie.

Si tratta di un mix di concause che, di fatto, ha fatto crescere in misura inconsueta il risparmio precauzionale: +82 miliardi di euro nella media del 2020, di cui 66 miliardi detenuti in forma liquida, creando così una sorta di “molla” compressa per la ripresa, pronta a scattare quando le restrizioni alla mobilità, ai consumi e alla socialità saranno completamente rimosse.

Uno scenario dal quale dipende fortemente la valutazione prospettica che possiamo fare per il futuro: un 2021 di ripresa, ma ancora difficile e certamente insufficiente a recuperare le perdite del 2020. Anche perché, mentre sul reddito disponibile dovremmo recuperare, come reddito da lavoro e capitale, come consumi dei 1.831 euro di perdita ne recupereremo solo 638, restando distanti dal livello già depresso del 2019 di circa 1.200 euro.

Del resto, puntualizza lo studio, sebbene la fiducia delle famiglie nel prossimo futuro è in forte risalita, i pessimisti sopravanzano ancora gli ottimisti. Va segnalato, però, che rispetto alla crisi dei debiti sovrani del 2021, la posizione delle aspettative oggi è migliore: se la fiducia è scesa in misura eccezionale all’inizio della pandemia qui la risalita è stata relativamente rapida e questo è un segnale che, ancorché insufficiente, in prospettiva è positivo e indica un potenziale di fiducia da valorizzare", si legge nella nota.

Foto: Pexels, Tim Douglas

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