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Smi: Germania, Regno Unito e Spagna mercati di sbocco per il menswear

Scritto da Isabella Naef

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La moda maschile italiana (aggregato che comprende l’abbigliamento in tessuto, la maglieria esterna, la camiceria, le cravatte e l’abbigliamento in pelle) ha archiviato il 2016 in area positiva, facendo registrare una crescita pari al +1,2 percento. Come sottolineano i dati del Centro Studi di Sistema moda Italia, Il turnover settoriale ha sfondato i 9 miliardi di euro.

Smi: le esportazioni della moda maschile hanno registrato una crescita del 2,4 percento.

Con riferimento ai singoli micro-comparti hanno chiuso il 2016 con un incremento sopra la media i settori preponderanti ovvero confezione e maglieria, rispettivamente in aumento del +2,0 percento e del +5,1 percento. Di contro, le restanti merceologie hanno accusato dinamiche di segno negativo non marginali: la camiceria è risultata in flessione del 5,4 percento, il segmento delle cravatte è arretrato del 6,3 percento, la confezione in pelle, infine, è risultata in flessione dell'11 percento.

Nel corso del 2016 il valore della produzione si è mostrato in recupero, frenando al -0,3 percento.

Le esportazioni di settore hanno registrato una crescita del 2,4 percento, portandosi a quota 5,8 miliardi di euro. L’incidenza dell’export sul fatturato è passata al 64,4 percento. Nel caso dell’import, come per la maggior parte dei comparti dell’abbigliamento-moda, si è rilevato invece un deciso rallentamento, dopo un biennio di crescita sostenuta.

In particolare, per la moda uomo le importazioni si sono assestate sui livelli del 2015, per un totale di 4 miliardi circa.

A fronte della suddetta dinamica di export e import, nel 2016 il settore, ha spiegato una nota diffusa da Smi, ieri, alla vigilia dell'inaugurazione della 92esima edizione di Pitti Uomo, in scena alla Fortezza da Basso di Firenze, fino al 16 giugno, ha sperimentato un miglioramento del saldo commerciale, che si è portato a poco meno di 1,8 miliardi di euro, con un guadagno di 135 milioni.

Se si considera il mercato italiano, nel corso del 2016, gli acquisti di moda maschile da parte delle famiglie residenti hanno perso complessivamente ancora terreno. Le rilevazioni effettuate da Sita Ricerca per conto di Smi indicano una diminuzione del sell-out per la moda maschile pari al -2,2 percento con riferimento all’anno solare, pur in miglioramento, dunque, rispetto agli anni appena precedenti.

La primavera/estate si era rivelata piuttosto favorevole, contenendo il calo al -0,7 percento. Per di più, tre merceologie ovvero il vestiario, la camiceria e le stesse cravatte avevano raggiunto dinamiche di segno positivo (pur inferiori all’unità).

Di contro, la seconda parte dell’anno ha assistito a nuovi peggioramenti che hanno determinato un bilancio complessivamente negativo. I segmenti preponderanti, ovvero la confezione (54,9 percento del sell-out di moda maschile) e la maglieria (25,6 percento del mercato uomo), nei dodici mesi hanno lasciato sul campo rispettivamente il -1,7 percento e il -3,5 percento. La camiceria è risultata in frenata al -0,3 percento, mentre le cravatte hanno segnato un -2,1 percento. Infine, la confezione in pelle è risultata in flessione del 15 percento.

Per quanto riguarda il 2017, la moda maschile italiana ha visto proseguire l’export su un sentiero favorevole, mentre l’import ha evidenziato un timido recupero (+0,8 percento). Nel dettaglio, il fatturato estero, sospinto dalla confezione ma ancor più dalla maglieria maschile, ha sperimentato una crescita del +6 percento circa rispetto al primo bimestre 2016

In queste prima battute del 2017 tra i mercati di sbocco best performer in termini di ritmo di crescita, Smi segnala Germania (+8,3 percento), Regno Unito (+24,8 percento) e Spagna (+10,5 percento) in ambito Ue, Hong Kong (26,8 percento) e Corea del Sud (39,4 percento) ma anche Giappone (+9,2 percento) in ambito extra-Ue; la Cina non ha superato, invece, il +2,1 percento.

FashionUnited si focalizzerà sul menswear nel mese di giugno. Per leggere altri articoli sul menswear, clicca qui.

Foto: Claudio Marenzi, presidente di Pitti Immagine, foto credit FashionUnited

claudio marenzi
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