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Startup: artigianalità siciliana per le borse Rigamo

Scritto da Isabella Naef

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Business |INTERVISTA

Prosegue questa settimana la serie di interviste di FashionUnited dedicate ad alcune delle più innovative startup nate in Italia e attive nel settore della moda. Questa volta tocca a Rigamo, startup in salsa web ma con ingredienti tutti made in Sicily. Ne abbiamo parlato con Filippo Piazza, architetto, trentenne, tra i fondatori della startup.

La piattaforma Rigamo vende borse e pelletteria personalizzabile e su misura. I prezzi variano da modello a modello: si parte da 295 euro per una borsa a mano, nella versione più grande, oppure da 265 per una pochette, sempre nel modello più grande (la piccola parte da 170 euro). La shopping parte da 480 euro. Lo scorso novembre questa startup ha partecipato alla finale del Fashion Pitch di Decoded Fashion Milano, l'evento dedicato all'innovazione digitale e a tutte le tecnologie che possono fungere da driver per l'industria della moda, dell'abbigliamento e degli accessori.

Come le è venuta questa idea e quando ha deciso di realizzarla?

L’idea nasce a Palermo, la mia città, sono un appassionato di moda e di accessori. Ho sempre pensato che di fronte a una vetrina le persone, pur ammirando un oggetto, abbiano il desiderio di cambiarlo oppure di personalizzare qualche dettaglio diventando stilisti a loro volta. Rigamo è uno stile costruito sulla persona, unico ed esclusivo. Proponiamo 150.000 combinazioni differenti: è possibile selezionare pelli di lusso, modificare le forme e i modelli, ideare manici e chiusure, aggiungere accessori e borchie e pensare a diversi interni e colori .

Un’idea interessante, il lusso, oggi, implica sempre più spesso il “su misura” e la personalizzazione. Come si è mosso per concretizzare questa idea?

Ne ho parlato a una collega architetto, Carla Garito, ci conosciamo fino dai tempi del liceo, e poi si è unito a noi Daniele Volpe, che è un esperto di comunicazione. Ci siamo totalmente autofinanziati per un totale di 50mila euro. Abbiamo cominciato ad andare a bussare a tante porte in Sicilia, successivamente siamo andati in Toscana, dove pelletterie e concerie non mancano. Poi ci siamo resi conto che la Sicilia ha un know how enorme quando si parla di artigianalità.

Quindi avete selezionato dei fornitori per la creazione delle borse sul territorio?

Esatto, abbiamo rivoluzionato il modo di lavorare di alcuni artigiani

In che senso?

Nel senso che inizialmente abbiamo trovato una mentalità chiusa e poco disponibile a innovare, ma il nostro entusiasmo e la nostra passione sono stati contagiosi e abbiamo assistito a una trasformazione del modo di lavorare di alcuni fornitori.

Quanto tempo è necessario per avere la borsa personalizzata e quante sono le collezioni che presentate in un anno?

Abbiamo una fornitura continua, possiamo produrre 1/2mila pezzi al mese e, generalmente, una borsa viene spedita nel giro di 15 giorni. Presentiamo due collezioni all'anno: l’autunno inverno e la primavera estate.

Quando siete partiti con la startup?

A febbraio 2015 ma la fase di commercializzazione è iniziata a settembre-ottobre. Ora abbiamo bisogno di un partner che ci aiuti a sviluppare bene il mercato europeo e gli Stati Uniti. Poi desideriamo inserire la pelle esotica: è più complicato lavorare con lo struzzo oppure con altri materiali delicati.

Qual è vostro fatturato 2015 e quali le previsioni per il 2016?

Non ho ancora i dati del 2015 ma sicuramente non abbiamo raggiunto il pareggio di bilancio, per il 2016 prevediamo l'ingresso di nuovi investitori che ci permetteranno, nella seconda metà del 2017, di ottenere i primi utili.

Che tipo di strategia di marketing e di comunicazione avete adottato?

Siamo sui principali social network come Instagram, Facebook, Twitter. Inoltre stiamo realizzando una campagna pubblicitaria. Ci piacerebbe partecipare anche a delle fiere estere, in Giappone, per esempio. Ma è un mercato dove bisogna andare con cognizione di causa, con i contatti giusti, un motivo in più per cercare investitori e partner che ci possano affiancare in questa strategia.

Avete pensato di vendere i vostri prodotti anche presso i negozi oltre che sulla piattaforma rigamo.com e di allargare la gamma di offerta?

Si, stiamo pensando anche alle scarpe, abbiamo già realizzato qualcosa e mi piacerebbe anche puntare sul mercato della cosmetica. Per quanto riguarda la nostra presenza nei multistore fisici stiamo mettendo a punto un software che permetterà ai clienti di personalizzare i prodotti anche con l’ausilio del personale.

Queste inchieste saranno pubblicate a giovedì alterni su FashionUnited.it. La pubblicazione della prossima intervista è in calendario giovedì 18 febbraio.

Parte 1: Startup: Tailoritaly tra tradizione e innovazione digitale.

Foto: Filippo Piazza, Carla Garito e Daniele Volpe

Foto: Alcuni modelli Rigamo


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