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Vendite al dettaglio in calo a gennaio; l’aumento maggiore riguarda abbigliamento e pellicceria

Scritto da Isabella Naef

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Tra le forme distributive, solo le vendite della grande distribuzione sono in aumento Credits: Pexels, Borko Manigoda

"Il 2025 si è aperto all’insegna di un calo dei volumi acquistati sia nel confronto con il mese precedente che su base annua. La debolezza della domanda coinvolge quasi tutte le merceologie e le tipologie distributive. Il contenuto aumento registrato dall’abbigliamento è un segnale promettente per l’andamento dei saldi, insufficiente, però, per determinare un’inversione di tendenza al ridimensionamento della domanda in atto da tempo", ha commentato l’Ufficio studi di Confcommercio ai dati Istat sulle vendite al dettaglio di gennaio, diffusi ieri.

Sono in calo sia le vendite dei beni alimentari sia quelle dei beni non alimentari

A gennaio 2025 l'Istat stima, per le vendite al dettaglio, una variazione congiunturale negativa sia in valore (-0,4%) sia in volume (-0,6%). Sono in calo sia le vendite dei beni alimentari (rispettivamente -0,3% in valore e -0,5% in volume) sia quelle dei beni non alimentari (-0,5% in valore e -0,7% in volume).

Nel trimestre novembre 2024-gennaio 2025, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio diminuiscono dello 0,1% in valore e dello 0,5% in volume. Le vendite dei beni alimentari aumentano in valore (+0,4%) e diminuiscono in volume (-0,6%), mentre quelle dei beni non alimentari registrano una flessione sia in valore sia in volume (rispettivamente -0,2% e -0,3%).

Su base tendenziale, a gennaio 2025, le vendite al dettaglio aumentano dello 0,9% in valore e calano dello 0,2% in volume. Le vendite dei beni alimentari sono in crescita del 2,1% in valore e sono stazionarie in volume, mentre quelle dei beni non alimentari non subiscono variazioni in valore e diminuiscono in volume (-0,3%).

Per quanto riguarda i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali eterogenee tra i gruppi di prodotti, segnala l'Istat. L’aumento maggiore riguarda abbigliamento e pellicceria (+1,9%) e prodotti farmaceutici (+1,8%), mentre registrano il calo più consistente dotazioni per l’informatica, telecomunicazioni e telefonia (-3,5%) e Calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-3,3%).

Rispetto a gennaio 2024, il valore delle vendite al dettaglio è in aumento per la grande distribuzione (+2,1%), non registra variazioni per le vendite delle imprese operanti su piccole superfici mentre è in calo per le vendite al di fuori dei negozi (-1,0%) e il commercio elettronico (-3,3%). "Tra le forme distributive, solo le vendite della grande distribuzione sono in aumento rispetto a gennaio 2024, mentre le vendite delle imprese operanti su piccole superfici sono stazionarie e quelle al di fuori dei negozi e online sono in diminuzione", spiegano gli esperti dell'Istat.

Come hanno confermato i dati degli ultimi anni senza consumi non ci può essere crescita, soprattutto in un momento di forte incertezza per gli scambi internazionali, ed è quanto mai necessario che gli aumenti occupazionali e reddituali delle famiglie comincino a tradursi in domanda. Un impulso potrebbe derivare dalla riconsiderazione di proseguire nella riduzione delle aliquote tributarie per il ceto produttivo, una prospettiva un po’ marginalizzata nel dibattito mediatico degli ultimi mesi", ha aggiunto l’Ufficio studi di Confcommercio.

Riepilogo
  • Le vendite al dettaglio italiane a gennaio 2025 hanno mostrato un calo generale sia in valore che in volume, rispetto al mese precedente e all'anno precedente.
  • L'abbigliamento ha registrato una crescita del 1,9%, un segnale positivo ma insufficiente a invertire la tendenza negativa generale.
  • Solo la grande distribuzione ha mostrato un aumento delle vendite rispetto a gennaio 2024, mentre le piccole imprese, le vendite fuori dai negozi e l'e-commerce hanno registrato cali.
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