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Alla moda 1948: in mostra il fashion sostenibile

Scritto da Isabella Naef

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Cultura

Credits: Alla moda 1948, creazione di Bennu

Si intitola Alla moda dal 1948, la mostra manifesto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori della manifattura italiana del tessile, abbigliamento e pelletteria, a Milano dal primo all'11 febbraio, con ingresso gratuito. La mostra, presso lo Spazio Seicentro, in via Savona 99, a Milano, è realizzata dall’associazione no profit Trama Plaza, che promuove la moda sostenibile attraverso l’arte.

Le opere oggetto della mostra, una serie di divise da lavoro rivisitate da designer italiani, rimarranno visibili fino a domenica 11 febbraio. Gli orari di apertura sono da lunedì a domenica dalle 10 alle 12 e 30 e dalle 13 e 30 alle 18.

Alcuni fashion designer sono stati chiamati a reinventare le divise da lavoro

Credits: Alla moda 1948, creazione di Zerobarracento

L'esposizione è a cura di Erica Brunetti, presidente di Trama Plaza, e punta a valorizzare le best practice di sette aziende italiane della manifattura italiana del tessile, abbigliamento e pelletteria, che adottano un’etica virtuosa verso i propri lavoratori e lavoratrici. Le opere in mostra sono la rivisitazione delle divise da lavoro di ogni azienda, proposte come un vero e proprio manifesto di sostenibilità sociale.

Le sette aziende sono Gruppo Florence, Lanificio dell’Olivo, Manifattura Sesia, Achille Pinto, Albini Group, Conceria Montebello, Cangioli 1859.

Alcuni fashion designer del panorama della moda sostenibile sono stati chiamati a reinventare le divise attraverso un processo artistico sartoriale di upcycling per farne delle opere che diano voce ai diritti dei lavoratori, attraverso prospettive diverse.

L’idea della mostra nasce da un’opera realizzata da Irene Labella, membro dell’Umbria del collettivo Trama Plaza: su una vecchia giacca da lavoro della Montedison, acquistata in un mercato di Terni, Labella ha ricamato con la macchina da cucire, in tre giorni, due articoli a tema lavoro della Costituzione Italiana, dando come titolo alla sua opera “Since 1948”, citando appunto l’anno di entrata in vigore della Costituzione.

“Dopo averci lavorato, mi sono resa conto di non voler vendere la giacca come fosse un capo qualsiasi. Volevo tatuare qualcosa su questa giacca, volevo farla diventare un manifesto della sostenibilità legata alle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori. Ho ricamato sopra due articoli della Costituzione italiana, il 4 e il 36: il primo cita il diritto al lavoro, il secondo la retribuzione giusta e dignitosa”, ha spiegato, attraverso una nota, Labella, autrice della giacca “Since 1948”.

“Questa giacca rappresenta perfettamente i valori di Trama Plaza ed è stata una naturale ispirazione per una mostra artistica. Innanzitutto è frutto di upcycling, ovvero un processo di valorizzazione di un capo di abbigliamento già esistente attraverso la creatività. Un processo contro gli sprechi della moda che Trama Plaza vuole promuovere. E poi racconta un aspetto della moda sostenibile spesso trascurato, ovvero i diritti della lavoratrici e dei lavoratori che, in una lunga e complessa filiera, confezionano i nostri tessuti, abiti e accessori. Tutto il nostro abbigliamento è fatto a mano da qualcuno: tenere alta l’attenzione verso queste persone e i loro diritti è parte della missione di Trama Plaza”, ha aggiunto Erica Brunetti, fondatrice e presidente di Trama Plaza e curatrice della mostra.

I sette fashion designer sono Bennu, marchio fondato nel 2021 da Niccolò Chiuppesi, Blue of a kind, brand milanese di denim upcycled fondato nel 2017 da Fabrizio Consoli. Cavia, fondato dalla designer Martina Boero, _Dennj_ fondato dal bolognese Dennj Malaguti, Flavialarocca, brand fondato dalla designer Flavia La Rocca, Giorgiandreazza, marchio fondato dalla designer di Bassano del Grappa Giorgia Andreazza e Zerobarracento, fondato dalla designer Camilla Carrara nel 2020.

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