Apre domani la mostra "Giorgio Armani: Milano, per amore"
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Apre domani, 24 settembre, secondo giorno di fashion week e sarà in scena fino all’11 gennaio 2026, la mostra "Giorgio Armani: Milano, per amore", dedicata ai 50 anni della maison Armani. Una mostra già in calendario prima della scomparsa dello stilista, avvenuta il 4 settembre, che, come è naturale, riveste oggi una importanza ancora maggiore in quanto testimonianza del lavoro di decenni e del successo di un marchio che ha portato il made in Italy ovunque.
“Una mostra può essere vista in due modi. Da una parte c’è il soddisfacimento immediato dell’ego del creatore. Dall’altra c’è il valore didattico, la testimonianza unica che puoi offrire al pubblico, ma soprattutto ai giovani creativi, attraverso la tua opera: una sensazione che dura e appaga. Ecco, io sono interessato a questo secondo aspetto", diceva Giorgio Armani nel libro autobiografico Per amore.
Sono oltre 120 le creazioni che ripercorrono lo stile di Giorgio Armani
E' così che per celebrare cinquant’anni di creatività, la Pinacoteca di Brera ospita per la prima volta una mostra sul coerente percorso di stile tracciato da Giorgio Armani attraverso una selezione di abiti, accogliendola nelle sue prestigiose sale con le opere che raccontano l’arte italiana dal Medioevo all’Ottocento.
Sono oltre 120 le creazioni che ripercorrono lo stile di Giorgio Armani reimmaginando il percorso della galleria d’arte. Storia pittorica e storia della moda invitano il visitatore a lasciarsi sorprendere da contrasti cromatici e materici. La selezione proviene da Armani/Archivio, che preserva e valorizza la visione di Giorgio Armani: un dizionario concettuale che racconta e definisce cinquant’anni di creatività, coerenza ed evoluzione, evidenziando il ruolo della moda nella costruzione e nella trasformazione degli immaginari estetici e culturali.
La mostra sarà in scena fino all’11 gennaio 2026
Gli abiti raccontano la varietà di temi e codici che rendono il lavoro dello stilista inconfondibile: la rilettura della sartorialità; il senso unico della decorazione; la predilezione per i colori neutri ma mai piatti; l’amore per la ricchezza inaspettata di lavorazioni, trattamenti e ricami, segni di un estro misurato che si rivela poco a poco, e cambia la definizione stessa di sobrietà. I manichini, invisibili, lasciano che i corpi siano solo evocati dagli abiti, in continuità con i progetti espositivi realizzati in precedenza.
Lo stilista di origini piacentine ha più volte dichiarato il suo legame con Brera, il quartiere che aveva scelto per vivere e lavorare e di cui ammirava l’anima duplice, colta e insieme profondamente vitale, con il suo misto di eleganza e libertà artistica. "Un rapporto profondo riconosciuto dall’Accademia di Belle Arti, che nel 1993 gli conferì il titolo accademico per la coerenza della sua ricerca di stile, e il rigore con cui ha saputo unire la funzione alla fantasia dell’invenzione", si legge in una nota.
"Giorgio Armani è stato una delle espressioni più alte della creatività italiana che si è esplicata nell'essenzialità e nel rigore delle forme, un rigore che da estetico è diventato etico, cioè ha permeato il suo modo di vivere e di lavorare. E in questo Giorgio Armani rappresenta al massimo grado il carattere di Milano. Armani è anche l'espressione più tipica della cultura di Brera, luogo unico nel mondo dove da cinquecento anni si fa arte, ricerca e innovazione. Ed è per questo che già lo scorso anno ho creduto giusto e doveroso celebrare in Pinacoteca i cinquant'anni della maison con una mostra che ne esalta il talento assoluto e lo stile inimitabile", ha detto Angelo Crespi, direttore della Pinacoteca di Brera.