"Heritage. Storie di tessuti e di moda", in mostra a Prato
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E' in scena fino al 30 aprile, presso il Museo del Tessuto di Prato, la mostra "Heritage. Storie di tessuti e di moda", creata per celebrare i quaranta anni del sito espositivo toscano.
Nato nel 1975 all’interno dell’Istituto Tecnico Industriale Tullio Buzzi come collezione di supporto alla formazione dei disegnatori tessili del distretto di Prato, dopo una collocazione temporanea presso il Palazzo Comunale (1998-2002), dal 2003 il museo ha trovato la sua sede definitiva e per così dire “naturale” presso l’ex opificio tessile Campolmi, acquisito e trasformato dal comune di Prato in grande polo culturale composto da Museo e biblioteca della città.
La raccolta di costumi, accessori e abiti va dal Cinquecento fino ai giorni nostri. La mostra "Heritage", rappresenta un viaggio tra le collezioni del museo. Nel percorso espositivo, che dal XVI secolo giunge fino agli anni Sessanta del Novecento, tessuti e abiti dialogano continuamente, sottolineando le reciproche interconnessioni e invitando il visitatore a leggere il tessuto in funzione del suo utilizzo finale (abbigliamento o arredamento) e ogni prodotto finito in relazione al materiale tessile in cui è realizzato. Accanto a tessuti, abiti e accessori, una selezione di libri campionario, figurini e giornali antichi di moda, bozzetti originali per abiti e rare edizioni.
Nella prima teca, spiccano tre “vesti per sotto” del Cinquecento, esempi rarissimi di intimo dell’epoca per uomo, donna e bambino, che fanno parte di un corredo prodotto per l’aristocrazia, giunto miracolosamente fino a noi. Nella seconda teca si può apprezzare l’evoluzione degli stili e dei motivi decorativi nei tessuti del Sei e Settecento, con esemplari in stile “bizarre” che rappresentano l’influsso delle arti e della cultura orientali. Nella terza teca è in mostra una livrea in lana da uomo e un gilet ricamato in seta del XVIII secolo, oltre a un esemplare di partitura tessuta della Marsigliese, realizzata in seta al telaio Jaquard a Lione nel XIX secolo e dotata di una densità di fili di ordito a centimetro impressionante.
La quarta teca è dedicata agli abiti di corte, con una veste realizzata per la corte borbonica, testimoniata anche da altri esemplari tra i quali uno conservato al Metropolitan Museum di New York, e una uniforme della guardia marinara dei Cavalieri di Santo Stefano, entrambe del XIX secolo.
Nella quinta teca spiccano i preziosi scialli cashmere, realizzati in lana cashmere nell’omonima regione dell’India e ampiamente importati nell’Europa del XIX secolo, presenti in mostra sia nella versione originale, che in un pregevole riadattamento come veste da passeggio. Gli anni ’10 e ’20 del Novecento occupano la sesta teca, con tessuti stampati progettati dall’artista francese Raoul Dufy, una cappa in velluto di cotone stampato con motivi di ispirazione medievale, opera della celebre artista/disegnatrice di abiti e tessuti Maria Gallenga. L’ultima grande teca, la settima, ospita cinque abiti femminili sartoriali del Novecento che raccontano per episodi l’evoluzione dello stile e dell’eleganza, scandendo quasi al decennio sessanta anni di cambiamenti sociali e di gusto.
In occasione dei quaranta anni, il museo, inoltre, ha rinnovato completamente il suo sito web (www.museodeltessuto.it) con un sito in italiano e inglese, facilmente navigabile da smartphone e tablet.
Foto: Abito di Maria Giuseppina Gaetani dell'Aquila d'Aragona, nobildonna napoletana