Un libro di Luca Poma spiega come costruire una buona reputazione
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Corporate reputation, crisis management, corporate social responsibility, unconventional media relation e nation branding sono tra gli argomenti trattati nel nuovo libro di Luca Poma, dal titolo “Il reputation management spiegato semplice, con un focus sulla misurazione della reputazione”, in uscita il 3 giugno in libreria (pagine 440, 29 euro) e online.
L'autenticità è fondamentale assieme alla qualità e alla multicanalità
Poma è professore di reputation management all’Università Lumsa di Roma, prima cattedra a essere istituita in Italia, nel 2016, su questa materia, nonché professore all’Università della Repubblica di San Marino.
Il volume, scritto in collaborazione con Giorgia Grandoni e pubblicato da Celid, marchio editoriale di Torino, ha come obiettivo quello di far esplorare ai lettori le più innovative frontiere della gestione della reputazione e della risoluzione delle crisi reputazionali, anche attraverso l’analisi di case study, tra cui Autostrade per l’Italia, Barilla, Eni, Facile.it, Guna Spa e Visa.
“Il libro è un percorso fascinoso e insieme rigoroso, proprio per la sua ottica", ha scritto nella prefazione Francesco Bonini, rettore dell’Università Lumsa di Roma. "Questo volume da un lato ci proietta sulle frontiere più innovative del management, dall’altro ci fa riflettere su alcuni fondamentali della relazione e dell’ethos personale e collettivo”.
Gli autori hanno elaborato un decalogo utile per costruire una buona reputazione. Al primo posto figura la qualità del prodotto, al secondo l'autenticità, perché i cittadini rifuggono i lifting e il marketing fine a sé stesso. A seguire l'ascolto, senza il quale è impossibile comprendere cosa è necessario e voluto dai propri clienti; poi la mappatura: perché se non si individuano anticipatamente i propri pubblici, è impossibile comprendere con chi dialogare e chi ascoltare.
Al quinto posto, scrivono gli autori, "saper dare, primo passaggio, indispensabile, prima di chiedere, se si vogliono costruire relazioni di valore". Al sesto, saper presidiare, perché nulla è scontato e le piante vanno innaffiate, non vi stancate di coltivare le relazioni che avete precedentemente creato; al settimo prevedere scenari, perché la risoluzione delle crisi di reputazione si gioca tutta “prima”, simulando, attrezzandosi, e migliorando le procedure di gestione delle crisi fino allo sfinimento. All'ottavo chiedere scusa, quando si sbaglia: per le relazioni tra le organizzazioni valgono le stesse regole che valgono tra persone, non è più complicato di così, e (ovviamente) avere l’immediata disponibilità a rimediare al danno commesso. Infine, multicanalità e transmedialità (avvolgendo il cliente con la propria comunicazione e attenzione da ogni lato) e il saper emozionare, perché l’emozione è il driver potentissimo sui binari del quale viaggia (anche) la reputazione.