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Una mostra a Nyc celebra Karl Lagerfeld

Scritto da Isabella Naef

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Cultura
"Karl Lagerfeld A Line of beauty" © The Metropolitan Museum of Art
“A line of beauty” è la mostra al Metropolitan museum of art di New York fino al 16 luglio: un percorso tematico e biografico racconta, attraverso abiti, schizzi e ricordi, il vocabolario estetico e concettuale del “kaiser” della moda.

La mostra, curata da Andrew Bolton, è in scena fino al 16 luglio al Metropolitan museum of art

La mostra, che ha aperto i battenti il 6 maggio, con un allestimento firmato dall'architetto Tadao Ando, conduce alla scoperta dello straordinario metodo creativo del grande stilista, coprendo un arco temporale che va dagli anni Cinquanta ai Duemila. Al centro la sua eccentricità, le innovazioni e le rivoluzioni che lo hanno reso una delle figure più affascinanti nel panorama della moda contemporanea.

A cura di Andrew Bolton, capo curatore del Costume institute, l’esposizione conta circa 150 pezzi delle maison storiche per cui Karl Lagerfeld ha lavorato, ossia Balmain, Patou, Chloé, Fendi e Chanel, e del suo omonimo marchio, insieme ai relativi bozzetti originali. In particolare, il racconto si focalizza sui disegni e schizzi preparatori dei modelli di Lagerfeld, cercando di ricostruire il suo vocabolario stilistico attraverso i temi estetici che si ripetono nelle sue mode dagli anni ’50 fino alla sua ultima collezione nel 2019. Se gli spazi introduttivi si propongono di esplorare gli albori della carriera del designer, le successive sezioni sono incentrate sul suo processo creativo, mostrando l’evoluzione dei suoi disegni che da un foglio bidimensionale prendono forma e tridimensionalità nelle eccezionali creazioni couture.

I manichini della mostra sono dell’azienda italiana Bonaveri: che è stata scelta per fornire i manichini personalizzati che arricchiscono il percorso espositivo. Il modello Schläppi, che si distingue per la sua atemporalità e flessibilità, è stato così oggetto di una reinterpretazione per rispondere alle esigenze stilistiche della mostra. "Le pose, le linee del volto la gestualità delle mani sono state riadattate, grazie a un accurato lavoro artigianale, per richiamare i gusti estetici del celebre stilista, contestualizzando le figure attraverso elementi come lo styling, la scenografia e l'interazione con altre componenti. Oggetto solo all’apparenza inanimato, il manichino è invece presente a suo modo e si anima, facendosi strumento per raccontare storie, epoche della moda, creazioni, innovazioni, influenze artistiche", si legge in una nota.

Presentata come un saggio tematico e concettuale sul lavoro di Lagerfeld piuttosto che come una tradizionale retrospettiva, la mostra si apre con delle gallerie introduttive che esplorano la carriera iniziale di Lagerfeld, tra cui l'assegnazione del Premio internazionale Woolmark nel 1954 e i successivi ruoli di assistente presso Balmain e di direttore artistico di Patou, dove ha continuato a perfezionare il suo stile unico nel disegno. Con l’intento di illustrare la pratica creativa dello stilista, un'altra galleria introduttiva è stata dedicata alle premières d'atelier, alle sarte considerate gli architetti di Lagerfeld, che hanno lavorato a stretto contatto con lui, traducendo i suoi disegni bidimensionali in creazioni a tre dimensioni.

“Se Lagerfeld fosse stato un supereroe, il suo superpotere sarebbe stato la capacità di esistere attraverso le dimensioni", ha spiegato Andrew Bolton. La carta era il materiale preferito dello stilista, la tela, per così dire, su cui tracciare i disegni bidimensionali che le première dello studio avrebbero letto e tradotto in capi tridimensionali”.

La mostra si sviluppa su due percorsi principali, ispirati dalle due linee più rappresentative dei disegni di Lagerfeld: quella "serpentina", che indica i suoi impulsi storicisti, romantici e decorativi, e quella "dritta" che rappresenta le sue tendenze moderniste, classiciste e minimaliste, designando così due forze opposte ma allo stesso tempo complementari nel suo lavoro. Un concetto che si ritrova anche nell’allestimento di Tadao Ando, che ha creato un design basato sull'intersezione tra linee rette e serpentine, che fungono da manifestazione fisica del pensiero di Lagerfeld e del suo dinamismo creativo.

Per “A line of Beauty” Bonaveri ha realizzato 160 manichini personalizzati che accompagnano i visitatori durante l’esposizione. Il corpo dei manichini Schläppi è stato scelto per la sua versatilità, capace di adattarsi ai disegni di Lagerfeld per Chanel, Chloé, Fendi e per il suo marchio omonimo. Il design moderno e geometrico che caratterizza il progetto dell'architetto Tadao Ando, richiedeva infatti dei manichini che rispecchiassero queste caratteristiche, capaci di esaltare e valorizzare le linee serpentine e rettilinee della mostra. I manichini utilizzati presentano così delle pose a ginocchio e a gamba tesa che riflettono perfettamente la dicotomia delle linee, fil rouge di tutta l’esposizione.

Per la testa, il curatore Andrew Bolton ha scelto di basarsi sul gusto e sull'estetica di Lagerfeld come collezionista d'arte. Il “kaiser” della moda era infatti un grande collezionista delle statuette di porcellana di Gerhard Schliepstein (1886-1963), scultore tedesco del periodo Art Déco: proprio queste sono diventate la fonte d’ispirazione per le teste dei manichini. Da questa idea, Bonaveri, ha scolpito quattro teste che si integrano al corpo dell’iconico manichino Schläppi con una rifinitura che emula la lucentezza della porcellana. Inoltre, per questi manichini sono state scolpite anche delle nuove mani con dita più allungate che si adattano ai volti stilizzati dell’Art Déco, sottolineando l'importanza della gestualità.

Lo stilista è morto a Parigi nel febbraio 2019, all'età di 85 anni. Designer e fotografo, Lagerfeld era direttore creativo di Chanel e di Fendi ed era malato da tempo. Soprannominato Kaiser Karl per l'imponenza della sua figura nel panorama della moda, icona di stile, Lagerfeld ha segnato un'epoca.

Karl Otto Lagerfed era nato ad Amburgo il 10 settembre 1933 da Otto, imprenditore nel campo dei prodotti caseari, ed Elizabeth Bahlmann, che all'epoca dell'incontro con il futuro marito lavorava come commessa a Berlino.

"Karl Lagerfeld A Line of Beauty" The Metropolitan Museum of Art
"Karl Lagerfeld A Line of Beauty", credit The Metropolitan Museum of Art
Bonaveri
Karl Lagerfeld