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Ifco ha radunato oltre 600 espositori a Istanbul: molti buyer russi e dal Medio Oriente

Scritto da Isabella Naef

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Fiere
Alcuni capi del marchio turco Viola&Vesper presentati a Ifco Credits: FashionUnited
La Turchia, da decenni Paese di approvvigionamento di una miriade di aziende della moda internazionali, si struttura anche sul fronte fieristico per consentire ai produttori, che oltre a proporsi come fornitori presentano spesso anche propri marchi, di presentarsi al pubblico di compratori medio orientali, dell'Europa dell'est, del Medio Oriente.

Sabato 10 febbraio, a Istanbul, si è conclusa la quinta edizione di Ifco, Istanbul Fashion Connection, organizzata da Itkib, l'Associazione degli esportatori di tessile e abbigliamento di Istanbul. La prossima edizione di Ifco si svolgerà dal 7 al 9 agosto.

FashionUnited è stata invitata alla fiera e ha avuto modo di approcciare questo mercato e di parlare con produttori e designer ospiti della kermesse che è andata in scena dal 7 al 10 febbraio, presso l'Istanbul Expo center. I 100mila metri quadrati dello spazio fieristico hanno raccolto oltre 600 espositori e marchi con le loro collezioni di abbigliamento donna, abbigliamento maschile, baby e kidswear, denim e activewear, intimo e calzetteria, occasioni speciali e sposa, pelle e scarpe.

La Turchia è il terzo fornitore di abbigliamento e tessuti per l'Ue

Gli organizzatori si aspettano più di 30.000 visitatori tra buyer e operatori del settore ma a oggi non sono ancora stati resi noti i dati finali di affluenza. Quel che è certo è che la Turchia rappresenta un importante punto di riferimento per l'industria e il commercio della moda in Europa.

Un'immagine di uno dei padiglioni Ifco Credits: FashionUnited

In qualità di terzo fornitore di abbigliamento e tessuti per l'Ue, la Turchia offre chiari vantaggi competitivi ha sottolineato Fatih Zengin, deputy general secretary di Itkib, Istanbul Apparel Exporters Association. "Mi riferisco a brevi tempi di di consegna, qualità della produzione e personalizzazione", ha detto Zengin.

In fiera, nell'area The Core, erano presenti anche 25 stilisti turchi che, con le loro piccole produzioni, esportano in Usa, in Europa e Middle East. Tra questi il marchio Nej, fondato da Nej Nejla Güvenç. Pioniera della visione della "sostenibilità nella moda" in Turchia, la stilista ha fatto parte per molti anni dei team di design di diversi brand turchi, dando poi vita al marchio ecologico Nej nel 2002. La designer, sostenuta da Itkib, è anche una consulente di design autorizzata da Turquality, programma di branding sponsorizzato dallo Stato turco e finalizzato a contribuire agli obiettivi di branding delle aziende invece di limitarsi ad aumentare le esportazioni.

Tessuti certificati Gots (Global organic textile standard), EcoBamboo sono tra i materiali utilizzati per la collezione Nej presentata a Ifco, i cui capi vanno dai 400 euro della vestaglia ai 160 euro della felpa.

La stilista Nej Nejla Güvenç fondatrice del marchio Nej, presente a Ifco Credits: FashionUnited

Tra gli altri marchi presenti a The Core anche Armine, Gizia, Kayra e Viola&Vesper. Fondato da Ece e Ozge, l'etichetta Viola&Vesper, che si caratterizza per un abbigliamento glamour, con abiti da sera che possono essere resi più quotidiani da abbinamenti con jeans e capi più sportivi, esportano soprattutto nel Middle East. Ece, anima creativa dell'etichetta, ha spiegato a FashionUnited, si è laureata alla Parsons school of design e ha proseguito la sua carriera lavorando per Vera Wang, Zac Posen e Yazbukey. "Paillettes, strass, piume e dettagli stravaganti sono gli elementi fondamentali delle nostre collezioni senza tempo. Viola&Vesper rappresenta due personalità opposte che vivono in ogni donna. A volte possono sentirsi come Viola, ispirata alla dodicesima notte di Shakespeare, mistica, naturale, appassionata e determinata. Altre volte possono sentirsi come Vesper, ispirata all'unico vero amore di James Bond, Vesper Lynd, audace, stravagante, spontanea e senza paura", hanno raccontato le fondatrici.

Alle tendenze Ifco ha dedicato una area ad hoc, realizzata dalla scuola di moda turca Ima, acronimo di Istanbul moda academy, membro di International foundation of fashion technology institutes. Nello spazio dominava tema per l'autunno inverno 25-26, Introspect. L'impegno individuale a creare una versione migliore di noi, mischiato con le tecnologie abilitanti e con l'intelligenza artificiale dovrebbe fungere da acceleratore di idee e di creatività. L'attenzione della scuola si è concentrata sulla psicologia del design.

Accanto all'area dedicata ai designer, Ifco ha ospitato il padiglione dedicato ai marchi più affermati e ai fornitori. Tra questi, Cebir Giyim con il marchio Maraton Sportswear. L'azienda, fondata nel 1992 da quattro fratelli sotto la guida di Celal Kaya, ha preso vita in un piccolo laboratorio di taglio a Laleli e ha iniziato a produrre tute da ginnastica.

Una tutina per bimbo di Ozmoz Credits: FashionUnited

Successivamente, nel 2000, Cebir Giyim ha preso il marchio Maraton Sportswear nel 2000 e nel 2001 è nato il il team di design men's group. Oggi, Maraton Sportswear conta oltre cento dipendenti, 5 negozi a Laleli e Merter e una quota di mercato in aumento. "Ci stiamo aprendo a nuovi mercati", racconta Neze Hat Aksoy, export, import and legal manager, sottolineando il lavoro fatto dall'azienda per rendere sempre più confortevoli i capi dedicati allo sport, sia attraverso l'utilizzo di materiali di prima qualità, molti di cui italiani come Fulgar, "lavoriamo anche con molti dei fornitori di Nike e da tempo abbiamo deciso di stampare in bassorileivo le etichette direttamente sul tessuto, in modo da evitare che i talloncini diano fastidio a contatto con la pelle". La manager ha aggiunto che l'azienda sta lavorando per implementare il passaporto digitale: "si rivelerà molto utile anche per contrastare la contraffazione".

In Italia ha come cliente l'insegna Camomilla, invece, l'azienda turca Yüksel Textile, che produce anche i marchi Aj 81 e Yxl Collection. Come spiega Nury Yüksel del gruppo Yüksel Textile, "il primo mercato per la nostra azienda è rappresentato dalla Germania, seguito da Usa, Belgio e Irlanda".

La prossima edizione di Ifco si svolgerà dal 7 al 9 agosto

Collezione Ozmoz Credits: FashionUnited

Si occupa di kidswear l'azienda turca Ozmoz Clothing che, fino allo scorso anno, aveva tra i clienti diverse griffe kidswear italiane. "Con questa nuova collezione abbiamo ampliato il nostro impegno in favore della sostenibilità dei capi", ha detto Mahir Ozden, vicepresidente di Ozmoz, nel cui curriculum figura un Phd in textile. "Per cercare di risparmiare acqua utilizziamo un processo che non ci costringe a lavare i capi dopo la stampa, quest'ultima viene fissata con il calore". Il cotone organico, inoltre, è ampiamente utilizzato per le linee bimbo. "Il prezzo è leggermente superiore: si passa dai 30-39 euro di una tutina in cotone tradizionale ai 40-45 di una in cotone organico", ha aggiunto Ozden, specificando che la linea sostenibile è molto richiesta dai clienti del Nord Europa. I capi, inoltre, vengono messi sul mercato dopo essere stati trattati attraverso un processo che ne garantisce la sicurezza per i neonati, sanificandoli ed eliminando la necessità di prelavaggi. "Li vendiamo in una confezione che ha lo standard "food grade".

E' un fornitore dell'azienda Usa Vf Corporation, infine, Gelisim Group. "Produciamo, tra gli altri, per The North Face, Timberland, Hally Hanson, Vans", ha spiegato Gülen Yavuz, sales and marketig director di Gelisim Tekstil. L'azienda, che impiega 725 persone e ha un giro d'affari pari a 87 milioni di dollari, ha tempi di consegna medi di circa 4-7 settimane e una capacità produttiva annua di circa 7 milioni di pezzi.

Un'immagine dell'area tendenze Ifco Credits: FashionUnited

L'import dalla Turchia

Stando ai dati Smi, relativamente alle importazioni, dalla Ue proviene il 47,1 per cento del tessile abbigliamento in ingresso in Italia. L’extra Ue garantisce il 52,9 per cento. Mentre la prima macro-area ha archiviato il periodo gennaio-agosto 2023 con una crescita del +12,1%, la seconda ha registrato una flessione del - 11,4 per cento.

In tale periodo la Cina, nonostante una contrazione del -22,1 per cento, si è mantenuta in prima posizione con un’incidenza del 16,5 per cento sul totale importato. Secondo paese fornitore è la Francia, che presenta una variazione positiva a doppia cifra pari al +15 per cento, seguita dalla Spagna, in aumento del +8,8 per cento. Bangladesh, a fronte di un calo del -15,3 per cento, è sceso a 1,1 miliardi di euro. Registrano flessioni anche Turchia, India e Pakistan, a differenza degli altri principali fornitori che presentano delle dinamiche positive.

Nei primi nove mesi del 2023 per quanto riguarda la moda uomo, relativamente invece ai mercati di approvvigionamento, la Cina si conferma il top supplier di comparto con un’incidenza del 12,9 per cento, nonostante a confronto con il medesimo periodo dell’anno 2022 mostri una flessione a doppia cifra, pari al -24,4 per cento. Anche il Bangladesh, in seconda posizione, presenta un calo a doppia cifra (-16,5 per cento). In terza posizione troviamo la Francia, in crescita del +21,1 per cento; seguono poi i Paesi Bassi, tradizionale ingresso per merci di provenienza asiatica, che registrano una performance del +20,1%. Tra i restanti fornitori della top 15, la Turchia, il Pakistan e il Vietnam registrano delle contrazioni rispettivamente del -4,2 per cento, del -7,9 per cento e del -15,8 per cento, mentre tutti gli altri principali paesi di approvvigionamento evidenziano delle dinamiche positive, comprese tra il +2,4 per cento dell’Albania, in tredicesima posizione, e il +77 per cento della Svizzera, in dodicesima.

The Core, l'area dedicata ai designer turchi Credits: FashionUnited
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