Pitti Uomo mette in vetrina made in Italy, sostenibilità e innovazione
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Ha aperto i battenti ieri, alla Fortezza da Basso di Firenze, la 104esima edizione di Pitti Uomo, manifestazione dedicata alle collezioni uomo della primavera estate 2024.
“La moda, il terzo comparto manifatturiero italiano, ci ha portato a essere un punto di riferimento del bello e ben fatto in tutto il mondo, come dimostrato anche dai dati sull’export del 2022, che si attesta a oltre 80 miliardi di euro (+17,7 per cento sul 2021). Un trend positivo che sembra essere confermato anche per il 2023: nei primi due mesi di quest’anno il valore delle esportazioni di prodotti del tessile/abbigliamento è cresciuto del 12,7 per cento rispetto al 2022, sfiorando gli 11 miliardi di euro. L’affermazione nei mercati internazionali è merito anche della capacità dei nostri imprenditori di sapersi rinnovare in tempi talmente rapidi da non poter essere copiati dai nostri competitor”, ha detto Matteo Zoppas, presidente di Ice, intervenendo, ieri, all’inaugurazione della kermesse.
“Anche il segmento menswear, che ha in Pitti Uomo uno dei suoi più alti momenti di celebrazione e valorizzazione, ha vissuto un 2022 di grandi soddisfazioni a livello di interscambio con l’estero: l’abbigliamento uomo ha generato esportazioni per 5,7 miliardi di euro, registrando un incremento del 22 per cento sul 2021. Positivi anche i primi due mesi del 2023, che hanno visto un incremento del 21,5 per cento sullo stesso periodo del 2022, per un valore di oltre 1 miliardo di euro”, ha aggiunto Zoppas.
Una manifestazione come Pitti, il cui ruolo per l'abbigliamento uomo è riconosciuto a livello internazionale ormai da decenni, riesce ancora oggi a essere attrattiva per i buyer in ragione di un mix di brand e di proposte che riescono ad abbracciare le tendenze che vanno dall'abbigliamento classico e formale made in Italy e non, a proposte sportswear e ad alto contenuto di innovazione e sostenibilità, come quella dei marchi raggruppati nella sezione S Style, sustainable style, la piattaforma che presenta una selezione di brand impegnati a promuovere pratiche sostenibili.
Interessanti i marchi raggruppati nella sezione Sustainable style
Tra questi figura Permu, etichetta fondata nel 2022 da Heyun Pan, con sede a Londra e a Shanghai, la cui collezione è un ritorno alla natura. I capi esplorano il rapporto tra gli esseri umani e la natura, integrando la sostenibiità nell'intera collezione. Come? Con il supporto di Kering Mil (acronimo di Material innovation lab) i materiali naturali fanno respirare gli abiti. E' così che gli vestiti diventano una seconda pelle, dove tagli e borchie facilitano il dialogo tra corpo e mondo circostante. Tra i marchi della sezione sostenibile anche gli italiani Cavia e Dalpaos e il francese Steven Passaro. Con Cavia, la stilista Martina Boero punta a trasmettere autenticità, fantasia e artigianalità made in Italy. La lavorazione a maglia è un processo antico che richiede tempo e si alimenta di tradizioni: ogni pezzo vive di abiti e tessuti riciclati, evita gli sprechi. Dal tessuto alle etichette, tutto viene realizzato con materiali esistenti in vista di una nuova possibilità di bellezza.
Dalpaos viene fondato dal bellunese Nicola Dal Paos. Il designer, trasferito a Londra nel 2008, si approccia alla moda quasi per gioco, realizzando artigianalmente la prima linea di borse in pelle, in collaborazione con un artigiano italiano, per poi creare una capsule di t-shirt e fondare il suo marchio. Fibre, tessuti e pellami deadstock, vengono utilizzati su capi minimal nell’ottica di una moda circolare.
Steven Passaro, designer di origini portoghesi, dopo una formazione nel team creativo di Christian Dior, dove rimane affascinato dalla costruzione sartoriale e dall’arte della plissettatura, decide di lanciare il proprio brand eponimo. Influenzato dalla diversa rappresentazione del corpo maschile tra Oriente e Occidente, debutta nel 2019 alla fashion week di Londra. Nel 2022 entra ufficialmente nel calendario della fashion week di Parigi. Le collezioni sono progettate tramite l’uso di un software di progettazione 3D che riduce sprechi, viene creata una sola campionatura, vengono utilizzati scarti di cotone organico e lana proveniente dai lanifici inglesi John Foster e William Halstead. Nella collezione presentata a Firenze, Passaro utilizza una combinazione di pigmenti neri a base biologica al 100 per cento e tecnologia spray per filati con tessuti allineati agli standard Kering.
Il made in Italy di etichette come Herno, Piacenza 1733 e Gaetano Navarra
Come anticipato, la kermesse fiorentina dedica molto spazio anche a marchi del made in Italy che hanno contribuito ad alimentare, negli anni, il successo dello stile italiano nel mondo. Tra questi figura Piacenza 1733, che ha chiuso il 2022 con un fatturato di circa 94 milioni. "Per il 2023 prevediamo un giro d'affari intorno ai 100 milioni", ha detto, a FashionUnited, Vasiliy Piacenza, brand manager director. Tradizione e qualità sono caratteristiche intrinseche nei capi classici realizzati in lana merinos extra fine o in misto seta e cashmere dal peso piuma, che caratterizzano la collezione.
Le maglie contemporanee caratterizzate da una lavorazione tridimensionale sono realizzate in cotone organico egiziano oppure in misto lino e cotone. Polo e camicie sono in maglia rasata, dalla modellatura ricercata, con microstrutture bicolore e fniture a righe o, ancora, con motivi che rimandano alla guayabera vintage in pointelle o con rilievi geometrici. I pullover primaverili, proposti in mouliné multicolore a costa zig-zag, a costa inglese traforata oppure a punto losanga diventano espressioni uniche di un’estetica fresca e disinvolta.Punta sulla maglia, ma questa volta con una collezione genderless, anche la spring summer 24 di
Gaetano Navarra che riprende e attualizza, grazie all’uso delle nuove tecnologie, quei capi iconici portati in passerella nella sfilata 1992 che segnò una tappa importante nella storia del brand. Quelle creazioni, indossate dalle top model di allora, Linda Evangelista, Christy Turlington, Claudia Schiffer, Karen Mulder e Yasmeen Ghauri, diventano il lasciapassare per una nuova idea di stile che non prescinde da ciò che è stato e che rifugge le etichette, con un approccio no gender in molti dei capi proposti.
A partire dalla stampa vichy, nella sua variante bianco e celeste, sulla viscosa stretch lucida e opaca che regala tridimensionalità allo jacquard, fino alle classiche righe da cui prendono vita cropped top, veri protagonisti della collezione, e micro abiti. E ancora, imprescindibile è l’approccio casual ma riletto in maglia stretch e declinato in pantaloni, minigonne e short.
Passione marinière in rosso e bianco, con la riga che viene scomposta, allargata, resa obliqua, e si ferma su pantaloni a zampa e a vita alta; inventa un mix di righe grandi e piccole su mini abiti abbinati a kimono over con grandi spalline imbottite.
La collezione di Gaetano Navarra icon genderless della primavera estate 24, con prezzi compresi tra i 500 euro ai 1500 euro, sarà distribuita worldwide dallo showroom Guffanti di Milano.
Ancora genederless ma declinata solo sui pantaloni, la collezione di Raffaello Rossi, giovane marchio tedesco che ha scelto di partecipare a Pitti Uomo per farsi conoscere sul mercato italiano.
E' italianissimo, made in Sondrio, invece, il brand di calzature Pedü. Il team dell'azienda, come racconta il fondatore e ceo Thomas Bardea, è costituito da giovani valtellinesi spinti dall’affetto per la propria terra, dall’orgoglio di essere parte di una realtà unica, dalla voglia di dare nuova vita a una tradizione autentica che rischiava di andare persa e, non ultimo, dal valore dell’ecosostenibiltà. Il progetto nasce dal ritrovamento nella soffitta della baita di famiglia di un paio di vecchi Pedü che, attraverso numerose sperimentazioni, tornano oggi ai piedi dei clienti come una calzatura di qualità artigianale, realizzata con materiali naturali ed ecosostenibili. Interamente fatti a mano, sono prodotti con tessuti e materiali ecosostenibili: con una suola in gomma riciclata, oggi queste scarpe vengono realizzati con macchine da cucito e non più esclusivamente a mano, migliorandone la resistenza e l’accuratezza delle finiture. Queste ultime sono controllate manualmente dalle sarte, cucitura per cucitura, mantenendo alta la qualità della calzatura e viva l’artigianalità che la contraddistingue. Il prezzo va dai 160 euro del modello basic ai 310 euro per il modello top.In Fortezza trova spazio anche la creatività e il colore di Chulaap, designer project di questa edizione di Pitti Uomo. Il brand, fondato nel 2015 da Chu Suwannapha, designer thailandese d'origine e sudafricano d'adozione, si è distinto nel panorama menswear contemporaneo grazie a un mix di colori, forme e trame. Non a caso Suwannapha è stato definito "principe delle stampe".
L'etichetta celebra in maniera unica l'Africa di oggi, incorporandone le tradizioni e unendo motivi come il batik o dettagli quali origami e ricami. Tagli ampi e squadrati delineano un'estetica androgina, sperimentale, proiettata nel futuro.
Passa dalla ricerca attraverso filati e materiali pregiati, la collezione per la primavera estate 24 del marchio storico del made in Italy, Herno. Le linee sono pulite, i fit spaziano dal regular all’oversize, ma restano sempre ben delineati e puntuali su tagli e volumi.
I colori naturali sono protagonisti di questo guardaroba maschile, con il blu navy, il cuoio, il nero e il verde miliare, intervallati da tre tocchi di colori: bluette, rosso, giallo. Nessuna fantasia in collezione. Solo la tela canvas monogram nelle classiche tonalità beige marrone più una eccezione, il blu marrone.