• Home
  • News
  • Fiere
  • White Milano promuove i marchi all'estero e dà concretezza a inclusione e circolarità della moda

White Milano promuove i marchi all'estero e dà concretezza a inclusione e circolarità della moda

Scritto da Isabella Naef

loading...

Scroll down to read more
Fiere
L'edizione di White appena cons Credits: FashionUnited

Le fiere si adeguano alla crisi dei consumi, della moda e del lusso e alla complessità della situazione geopolitica e si trasformano da mero contenitore di marchi e relative collezioni, a grandi showroom proattivi, impegnati a promuovere le etichette in Italia e all'estero. E' il caso di White Milano, salone che si è concluso ieri, in zona Tortona, a Milano, e il cui sforzo si è declinato anche nel dare concretezza a parole come inclusione e sostenibilità. Un esempio tangibile di questa dimensione è rappresentato dalla presenza di diversi stilisti indigeni canadesi coordinati dall'Indigenous fashion arts (Ifa) di Toronto, un'organizzazione senza scopo di lucro che sostiene le popolazioni e le comunità indigene che lavorano nella moda, nell'artigianato e nel tessile.

Tra i designer presenti Justin Jacob Louis per Justin Jacob Louis, il cui marchio fonde passato e presente in uno stile urbano elegante. Lo stilista che, già da due anni sfila alla fashion week di New York, trae ispirazione dal folklore dei popoli che abitano lungo il fiume Batter, nello stato di Alberta, e dell’uso della lingua Nehiyaw (Plains Cree) della Samson Cree Nation. La creatività di Scott Wabano, con il suo marchio, 2Spirit Cree dei territori Mushkegowuk e Eeyou Istchee, invece, unisce le narrazioni tradizionali al moderndesign, dimostrando che la moda è un "potente strumento di rappresentazione, resilienza e cambiamento", ha spiegato lui stesso, nel corso della presentazione, presso White, venerdì scorso. Wabano attraverso il suo marchio totalmente genderless e inclusivo incoraggia gli individui a celebrare la propria unicità, mentre nel contempo omaggia il patrimonio culturale delle comunità Indigene.

“Per il Canada, come per l’Italia, l’espansione del commercio e degli investimenti rafforza le economie locali, promuove arte e cultura e sostiene le piccole e medie imprese, motore di innovazione e occupazione nella moda", ha spiegato a FashionUnited l’ambasciatrice del Canada in Italia, Elissa Golberg. “Donne indigene, giovani, piccoli imprenditori, membri di comunità marginalizzate sono spesso poco rappresentati a livello internazionale. Con White, il nostro impegno è dare loro voce e spazio” ha aggiunto l’ambasciatrice, sottolineando che questo progetto con White si inserisce in un ampio programma attraverso cui il Governo canadese persegue la riconciliazione con le popolazioni indigene.

Dai marchi di nicchia giovani e artigianali a quelli internazionali genderless e sostenibili

In fiera, dove oltre 300 marchi, di cui il 45% stranieri, hanno presentato le collezioni per l'autunno inverno 2025-26, anche etichette made in Italy di nicchia come Oh Carla. "Il nostro marchio è totalmente handmade nello studio di Milano e promuove un approccio couture e sostenibile che consente di produrre a impatto zero", ha detto a FashionUnited Claudia Nesi che, con Carlotta Boldracchi, nel 2020, ha fondato il brand che utilizza tessuti riciclati, ritagli e fondi di magazzino. L'etichetta si concentra principalmente sulla produzione di pezzi unici e su misura, sempre replicabili in termini di modello, con tessuti su disponibilità. "La principale tecnica di costruzione dei capi di Oh Carla ci permette di produrre con un impatto zero sui rifiuti e di creare capi su misura, sperimentando sempre nuovi tessuti e forme", ha aggiunto Nesi.

Un capo Oh Carla Credits: Courtesy of White Milano

Arriva dall'Estonia, da una piccolissima isola con soli 69 abitanti, invece, Carolxott, fondato da Cärol Ott. "Le nostre creazioni raccontano storie uniche della vita delle piccole isole estoni. I miei genitori si sono trasferiti sull'isola 10 anni fa e da allora ho osservato costantemente la gente, le tradizioni, le condizioni di vita e ho imparato la storia. Queste piccole isole nascondono storie preziose che desidero raccontare con dei vestiti, traducendole in modelli, colori e texture", racconta Ott. In collezione anche cuffie, cappelli, scaldacollo in lana, in colori pastello, lavorati a maglia dalla comunità locale. "D'inverno fa molto freddo, si sta in casa e si lavora a maglia, mentre d'estate, con l'arrivo dei turisti lo scenario cambia", ha aggiunto Ott.

Cärol Ott, fondatrice di Carolxott Credits: FashionUnited
Jens Skov Østergaard, direttore creativo di Renè Credits: Renè

Completi over e genderless, giacche ricavate dalle stoffe per i divani, ma anche da tessuti made in Italy o da cotoni giapponesi, per Renè, marchio danese presente alla kermesse di via Tortona. "Il nostro brand esplora come i vestiti interagiscono con il movimento e la postura, adattandosi a diverse fisicità, età e genere", ha detto, a FashionUnited, il fondatore, Jens Skov Østergaard.

Il marchio, nato nel 2021, ha sede a Copenhagen. "Il nostro approccio al design sfida le norme, mescolando proporzioni oversize e silhouette architettoniche con l'ispirazione all'estetica asiatica e scandinava. Utilizziamo solo materiali di prima qualità, tra cui lana italiana a stock, tessuti giapponesi e tessuti dell'azienda danese Kvadrat. Il nostro obiettivo è la qualità e l'artigianalità, unendo la sartoria tradizionale con una prospettiva contemporanea e senza genere", ha affermato lo stilista. Sogniamo di creare un marchio di moda genderless che unisca pratiche di produzione sostenibili e artigianato da tutto il mondo con presentazioni innovative e una comunità che promuova l'espressione libera di sé e celebri la diversità umana". I prezzi vanno dai 269 euro dei pantaloni ai 239 della camicia oversize ai 379 del vestito.

Renè Credits: Courtesy of Renè

Uscendo dalle "Scret rooms", lo spazio di White Milano che ha ospitato questi marchi giovani e internazionali, c'è l'italianissimo Skills Milano, che celebra un’eleganza timeless, con capi che avvolgono il corpo con linee eleganti. La collezione propone volumi armoniosi, blazer versatili, pantaloni dal fit variabile e gonne che giocano tra modelli classici e asimmetrici. Tradizione e innovazione si intrecciano per creare capi che parlano di individualità con Front Street, con la seconda linea Opus Florentium by Front Street. Quest'ultimo è un marchio italiano indipendente nato dalla passione per l’abbigliamento vintage. Tutti i capi sono realizzati e rifiniti artigianalmente in Italia, garantendo il made in Italy.

L'edizione di febbraio ha ospitato anche Teclor marchio giapponese di abiti su misura; l’essenza della sartoria si mescola con tecnologie all’avanguardia, sviluppando prodotti che prestano un’attenzione meticolosa ai dettagli.

Tra i designer provenienti dalla Spagna, con il supporto di Icex España Exportación e Inversiones, anche Custo Barcelona, che ha scelto Milano per presentare la nuova collezione ispirata ai paesaggi fantastici del suo direttore creativo, Custo Dalmau. I capi sono caratterizzati da un'estetica che evoca l'architettura classica, combinando al contempo materiali come lana, seta e tessuti tecnologici provenienti dal riciclo. Usa i tessuti delle tende da campeggio, invece, il marchio con sede a Copenaghen, Our Shift. La missione del brand, alla cui direzione creativa siede Milan Flíček, è creare capi e accessori di alta qualità da tessuti scartati, come striscioni di eventi, merchandising, articoli promozionali, tende e scorte morte. Il risultato è una collezione divertente ma rigorosa di giacche con cappuccio e pantaloni con le tasche in colori a contrasto.

Our Shift Credits: FashionUnited

White "esporta" i marchi del salone all'estero

La fiera fondata da Massimiliano Bizzi, è stata scelta dal Gruppo AlMalki per inaugurare un pop-up store nel department store Westerly, a Riyadh. Questo pop up, resterà aperto fino a maggio 2025 ospitando le creazioni di alcune delle aziende presenti al salone tra cui Faliero Sarti, La Milanesa, Flabelus, NiLuu, Pahiesa Formentera, Naira Khachatryan, Bokja e Tanoura. Sempre a Riyadh è stato siglato un accordo con Panos Linardos, presidente del Rlc Global Forum.

Questa partnership mira a promuovere la crescita globale e l’espansione dei brand selezionati da White, nell’ambito del progetto Circle, ideato da Brenda Bellei e Monica Sarti, direttrice creativa di Faliero Sarti. “Con il progetto Circle vogliamo selezionare un gruppo di piccole e medie imprese clienti di White e supportarle nell’approcciare i canali distributivi nei Paesi del Golfo ove la partnership strategica appena siglata ci offre un canale preferenziale", ha spiegato Brenda Bellei, ceo di White.

La collaborazione ha l’obiettivo di aprire opportunità di business per le aziende non solo in Arabia Saudita, ma anche i mercati limitrofi, arrivando fino a Singapore, Vietnam e Indonesia.

Carolxott FW 25 Credits: Carolxott
Carolxott
Custo Barcelona
Faliero Sarti
FW25
Oh Carla
Renè
Trends
White Milano