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Assocalzaturifici preoccupata dal possibile riconoscimento dello status di economia di mercato alla Cina

Scritto da Isabella Naef

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Moda

Cresce anche nel settore del fashion la preoccupazione per un eventuale riconoscimento alla Cina dello status di economia di mercato. “Siamo fortemente preoccupati dal possibile riconoscimento dello status di economia di mercato alla Cina e dalla debole attenzione su questo tema dimostrata finora dalle Istituzioni italiane ed europee", ha detto Annarita Pilotti, presidente Assocalzaturifici. "Dobbiamo comprendere appieno le possibili conseguenze di questa misura e quali danni potrebbe subire la manifattura italiana ed europea. Il nostro settore, in piena sintonia con Confindustria, chiede al Governo di combattere insieme affinché le imprese possano giocare ad armi pari in un contesto internazionale leale, competitivo e trasparente", ha aggiunto Pilotti.

"L'adesione della Cina all'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) nel 2001 ha costituito un punto di riferimento importante per il commercio mondiale. Molti avevano grandi aspettative sulla Cina, attendendosi una maggiore integrazione del Paese all'interno dell'economia mondiale e un migliore accesso ad uno dei mercati in più rapida crescita nel mondo. Ma su queste aspettative resta ancora molto da fare”, ha poi spiegato la presidente dell'associazione delle aziende del settore calzaturiero.

Per l’Economic Policy Institute di Washington con questo riconoscimento nella Ue sono a rischio fino a 3,5 milioni di posti di lavoro

In definitiva, quindi, si teme che, come sostenuto dalla Cina, il prossimo dicembre, sia automaticamente concesso il Market economy status (Mes) a questo mercato, "giocando con l'ambiguità del suo trattato di adesione al Wto firmato nel 2001", ha proseguito Pilotti.

"In questo momento è quindi fondamentale far sentire la nostra voce nell’interesse di tante aziende che, in caso venisse fatta la concessione del Mes alla Cina, rischierebbero di chiudere".

La ragione di questa paura risiede nel fatto che la Cina non abbia ancora adottato gli standard richiesti sui propri mercati interni e continui a sovvenzionare numerosi settori della sua industria nazionale, portando a fenomeni di sovrapproduzione e a prezzi di dumping, permettendo ai marchi cinesi una concorrenza sleale con i loro competitor europei.

L’Economic Policy Institute di Washington, ha spiegato Assocalzaturifici, ha recentemente stimato che, con questo riconoscimento alla Cina, nell’Unione Europea sarebbero a rischio fino a 3,5 milioni di posti di lavoro. Soprattutto i settori più vulnerabili, come ceramica, acciaio, prodotti tessili e calzature, non potrebbero più essere protetti dalle misure antidumping in caso di comportamenti scorretti, minacciando la sopravvivenza stessa di molte piccole e medie imprese, che costituiscono la spina dorsale dell’economia europea.

“Le istituzioni non possono restare insensibili a questo potenziale pericolo per l’economia Europea, soprattutto considerando che già gli Stati Uniti si sono detti contrari a dare questa concessione e che verrebbe quindi a crearsi uno squilibrio competitivo anche su quel fronte", ha concluso la presidente di Assocalzaturifici.

Nei primi cinque mesi del 2015 risultano gli acquisti di calzature in Italia sono stati sottotono. I dati elaborati per Assocalzaturifici dal Fashion consumer panel di Sita Ricerca, hanno indicato flessioni dello 0,4 percento in quantità e del 3,2 percento in spesa su gennaio-maggio 2014, con prezzi medi in ribasso del 2,8 percento.

Stando ai dati, il segmento delle calzature uomo appare quello più penalizzato. Recuperi in volume, per quanto lievi, si sono registrati, invece, per le calzature per bambini, le sportive e le sneakers.

annarita pilotti
ASSOCALZATURIFICI
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