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Bangladesh: i numeri della sicurezza delle fabbriche che forniscono i marchi della moda

Scritto da Isabella Naef

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Moda

Proseguono gli interventi per mettere in sicurezza i lavoratori della moda in Bangladesh, territorio che fornisce costantemente capi ai marchi della moda italiani e internazionali.

A sei anni di distanza dalla tragedia del Rana Plaza, a Dacca, in cui morirono oltre 1133 persone, l'Accord on Fire and Building safety in Bangladesh, siglato il 15 maggio del 2013, fa periodicamente il punto sulle misure adottate per tutelare i lavoratori e per la messa in sicurezza delle fabbriche. L'Accordo è stato, a oggi, firmato da circa 220 aziende di abbigliamento in 20 Stati. Le aziende italiane aderenti sono Prenatal Retail group, Benetton, Ovs spa, Chicco. Tra le francesi figurano Auchan, Camaieu, Carrefour, E Leclerc, Emc Distribution, Groupe Casino Ltd e Monoprix. Numeri alla mano, come risulta dall'ultimo rapporto periodico pubblicato, a giugno il tasso di verifica e sistemazione delle fabbriche era pari al 90 per cento (a gennaio del 2016 era del 52 per cento).

In seguito alla tragedia del Rana Plaza, a Dacca, morirono oltre 1133 persone

Qualche giorno fa sono stati resi pubblici i numeri di aggiornamento su quanto è stato fatto dai firmatari in merito alla sicurezza dei lavoratori negli ultimi mesi.

A oggi nelle fabbriche sono stati formati 1.200 Comitati di sicurezza per riconoscere, risolvere e prevenire i problemi di salute e sicurezza nelle loro fabbriche. Numeri alla mano sono 1,8 milioni i lavoratori che sono stati informati sulla sicurezza sul lavoro.

"I comitati di sicurezza funzionanti sono fondamentali per garantire che le fabbriche diventino e rimangano luoghi di lavoro sicuri", hanno spiegato, in un report, i responsabili dell'Accord on Fire.

L'Accordo è stato, a oggi, firmato da oltre 220 marchi di abbigliamento in 20 Stati. Le aziende italiane sono 4: Chicco, Prenatal, Benetton e Ovs spa

In conformità all'Art. 12b dell'Accordo di transizione 2018, il Comitato direttivo dell'accordo ha deciso che il Comitato per la sicurezza e il Programma di formazione sulla sicurezza comprenda un'ottava sessione di formazione e una terza riunione di tutti i dipendenti con particolare attenzione ai rischi comuni per la salute e al diritto dei lavoratori alla libertà di associazione in relazione alla salute e alla sicurezza.

Nel dettaglio, l'ottava sessione di formazione è stata introdotta negli stabilimenti a partire da metà settembre 2019, mentre la terza riunione di tutti i dipendenti è nelle agenda da metà ottobre 2019.

Le sessioni di formazione riguardano il ruolo del Comitato per la sicurezza nel monitoraggio della bonifica degli stabilimenti, nell'individuazione dei rischi per la sicurezza, nella gestione dei reclami in materia di salute e sicurezza e nella tutela del diritto dei lavoratori alla libertà di associazione in relazione alla tutela della propria sicurezza. Nell'ambito della formazione, il Comitato per la sicurezza della fabbrica, insieme al formatore effettua delle visite all'interno della fabbrica per identificare i rischi effettivi o potenziali per la sicurezza, come l'uso inadeguato delle macchine, gli ostacoli sul posto di lavoro, o la scarsa ventilazione e illuminazione.

Il Comitato per la sicurezza sorveglia ulteriormente la soluzione di questi problemi di sicurezza. Durante tutte le riunioni dei dipendenti, la produzione in fabbrica viene interrotta e viene data una presentazione a ogni lavoratore. Vengono fornite informazioni su come identificare e ridurre i rischi comuni per la sicurezza, come evacuare in sicurezza la fabbrica in caso di incendio o altre emergenze e come utilizzare la procedura di reclamo dell'accordo. Al termine di ogni incontro, i lavoratori ricevono un opuscolo che ripete le informazioni presentate.

Complessivamente, secondo dati recenti, a oggi, 235 stabilimenti hanno completato la messa a punto dei lavori che erano stati indicati successivamente all'ispezione iniziale. Sono 1094 le fabbriche che hanno cominciato le opere di bonifica.

Dopo l'ispezione iniziale, lo stabilimento e i firmatari dell'azienda hanno il compito di sviluppare un Piano di azione correttiva, che dettagli le azioni da mettere a punto con tempi concreti per il completamento. L'Accord ha un team di 34 imprese che forniscono supporto nello sviluppo e nell'implementazione della Piano e lavorano a stretto contatto con gli ingegneri dell'Accord per fornire alle fabbriche la guida tecnica necessaria. Gli ingegneri del team stanno conducendo ispezioni di follow-up per monitorare la bonifica e verificare che le azioni correttive siano state completate correttamente. Ogni stabilimento viene ispezionato circa una volta ogni quattro mesi.

L'accordo monitora il completamento del risanamento nelle oltre 1600 fabbriche del territorio grazie al lavoro di 100 tecnici dello staff che effettuano fino a 500 controlli di follow-up ogni mese.

Foto: Bangladesh accord website

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