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Barbie e la proprietà intellettuale

Scritto da Guest Contributor

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Moda

Credits: Mattel, 1985 Day to night Barbie

Quest’anno non ci si può astenere dal dire la propria su Barbie, probabilmente la bambola più fashion che esista. E stavolta ne parleremo dal punto di vista dei suoi rapporti con la proprietà intellettuale.

Innanzitutto, Barbie dispone non solo di un ampio e meraviglioso guardaroba, ma anche di un solido ed esteso portfolio marchi. Il primo marchio risale al 1959, e sono tutelati non solo il marchio verbale Barbie, ma anche la “firma” di Barbie con i suoi i vari rebranding. Anche altre parole connesse a Barbie sono state strategicamente registrate. Tra queste "Dreamhouse" e "Barbiecore", e ovviamente anche "Ken".

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Barbie ha circa 300 marchi registrati nella sola classe 28, ovvero quella dei giocattoli. Vi è poi un innumerevole numero di marchi registrati nelle altre classi di prodotti e servizi. Infatti, Barbie ha saputo sapientemente sfruttare i suoi diritti di marchio attraverso il licensing, che comprende una vasta gamma di prodotti. In occasione del film Barbie il marchio è stato concesso in licenza anche alla Hasbro per il Monopoly Barbie edition e alla Burger King per l’hamburger rosa.

Secondo Brand Finance il valore del marchio Barbie si aggirava sui 701 milioni di dollari già al momento del lancio del film. Il colore rosa è il Barbie Pink: Pantone 219 C, ed è registrato come marchio negli Stati Uniti. È stato più volte azionato per bloccare attività di terzi che lo utilizzavano, in associazione con altri elementi identificativi di Barbie, per cercare di agganciarsi alla notorietà del brand. Il Barbie Pink, a causa della distintività acquisita tramite il massiccio uso che ne è stato fatto negli anni, potrebbe ottenere, ove fosse richiesta, la protezione anche in altri Paesi.

Diversi brevetti hanno tutelato, sin dal 1961, la capacità di Barbie di muovere testa e arti, la vita o di poter cambiare la pettinatura. Buona parte dei prodotti del Barbie’s world (vestiti, accessori, arredamento, auto e altri) sono protetti attraverso modelli registrati. Ed un modello registrato è anche il packaging di Barbie.

Barbie vigila attentamente sulla tutela dei suoi diritti di proprietà intellettuale. I casi più famosi riguardano la canzone “Barbie Girl” e le bambole Bratz. Nel caso “Barbie Girl” è stata data ragione al gruppo Aqua. Barbie contestava l’uso, nella canzone, del suo marchio e del “Barbie packaging trade dress”, ovvero vari elementi distintivi di Barbie, incluso il colore. Ma la Corte statunitense ha stabilito che si trattava di una semplice parodia.

Invece, nel caso Bratz, il cui creatore era stato precedentemente impiegato alla Mattel, la Mga Entertainment è stata condannata per violazione di copyright e appropriazione di segreti commerciali.

L’ultimo caso famoso in ordine di tempo è la controversia che coinvolge la Burberry. Infatti Barbie ha presentato opposizione contro la domanda di marchio statunitense Brby, che potrebbe essere interpretato dai consumatori come il nome Barbie “devocalizzato”.

Barbie ci dimostra quindi che per conseguire un solido successo commerciale occorre un’attenta strategia di tutela dei diritti di proprietà intellettuale. Certo, sappiamo bene che i diritti di proprietà intellettuale su Barbie appartengono in realtà alla Mattel, ma ci è piaciuto dar vita per un attimo alla nostra Barbie Ip (proprietà intellettuale). Qui trovate tutti gli articoli a cura di Palmas IP.

L'autore
Questo articolo è stato scritto per FashionUnited da Rosalba Palmas di Palmas IP.
Barbie
Mattel
proprietà intellettuale
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