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Cala l'indice di felicità dei consumatori italiani

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L'infelicità ha un motore economico e sociale: il 46% di chi si sente infelice indica come causa principale il peggioramento della propria condizione economica Credits: FashionUnited, immagine generata con l'ausilio dell'Intelligenza artificiale
Scritto da Isabella Naef

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L'Indice di felicità elaborato dall’Istituto Piepoli per Udicon, Unione per la difesa dei consumatori, scende a 59 punti su 100, in calo di 3 punti rispetto ad aprile. Per la prima volta, la quota di chi si dichiara “poco felice” (32%, +7) supera quella dei “molto felici” (28%, -7).

Il dato evidenzia un deterioramento generalizzato del benessere psicologico, in particolare tra i giovani tra i 18 e i 34 anni, dove solo il 30% si definisce molto felice. Tra gli over 54, la percentuale è appena è pari al 28%, ma anche in questa fascia emergono segnali di fragilità legati al clima globale.

Come sottolinea Udicon, l'infelicità ha un motore economico e sociale: il 46% di chi si sente infelice indica come causa principale il peggioramento della propria condizione economica. Seguono gli eventi negativi in famiglia (29%), i problemi di salute (26%), la precarietà lavorativa (19%) e i problemi nella sfera affettiva (16%).

“Questo cambio di passo negli ultimi mesi, che racconta il malessere crescente del Paese, è un segnale che non possiamo ignorare. La causa principale è economica ma a pesare sono anche la precarietà lavorativa, le difficoltà familiari e le tensioni globali. In particolare i giovani appaiono sempre più fragili e disorientati. L’indice di felicità è molto più di una statistica, è un modo per capire quanto una società sta funzionando, è un termometro sociale che chiede risposte veloci ed efficaci”, ha affermato, attraverso una nota, Martina Donini, presidente nazionale di Udicon.

Per il 23% degli italiani infelici over 54, sono i conflitti internazionali in Ucraina e in Medio Oriente a compromettere il proprio equilibrio emotivo. È un dato rilevante, che evidenzia l’impatto psicologico della geopolitica anche nella percezione quotidiana. Sul fronte opposto, la felicità resta legata alla sfera privata: eventi positivi in famiglia (33%), miglioramenti di salute (26%) e vita affettiva in ripresa (23%) sono le principali ragioni di benessere tra chi si dichiara felice. Le donne si confermano leggermente più ottimiste degli uomini (37% contro 35% di “molto felici”). Tra i giovani, pesa di più il lavoro: il 23% degli under 35 felici lo attribuisce a una condizione lavorativa positiva, mentre il 17% degli infelici lamenta difficoltà nello studio.

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