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Calvin Klein e la campagna con il transgender in gravidanza

Scritto da Isabella Naef

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Moda

Instagram ©Calvin Klein

Calvin Klein, il gigante della moda che fa capo a Pvh, è al centro delle polemiche per la sua ultima campagna per la festa della mamma, che vede protagonista un transgender in gravidanza.

Nell'ambito della campagna globale, infatti, la coppia brasiliana Roberto Bete, un uomo trans nell'ultima fase della gravidanza, e la compagna Erica Feeha, sono stati protagonisti di quella che Calvin Klein ha definito una campagna che mette in luce le realtà delle nuove famiglie.

Il post di Calvin Klein su Instagram è stato inondato di commenti positivi a sostegno della sua posizione di inclusività, che mostra un carosello di immagini di varie famiglie, dalle madri single alle coppie interrazziali.

In una didascalia la coppia dichiara: "Possiamo riprodurci biologicamente o con il cuore... il nostro posto è amare ed essere amati".

Ma non tutti, come era prevedibile, hanno apprezzato il messaggio lanciato dal marchio. Alcuni utenti hanno scritto che non avrebbero più acquistato capi dell'etichetta americana. "I vostri capi di abbigliamento e i vostri prodotti sono realizzati in Paesi dove le persone della comunità Lgbtq (acronimo utilizzato per far riferimento alle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, termine, quest'ultimo, che designa i maschi omosessuali effeminati, ndr) verrebbero punite o uccise dalle leggi che sostengono".

La replica del brand non si è fatta attendere: "noi di Calvin Klein tolleriamo tutto, tranne l'intolleranza: qualsiasi commento intollerante verrà rimosso e gli account che rilasciano dichiarazioni odiose potranno essere bloccati".

Dal 1980, anno in cui Calvin Klein ha pubblicato una pubblicità di jeans molto criticata in cui compariva un'adolescente Brooke Shields in jeans super attillati, l'azienda continua a suscitare regolarmente dibattiti e discussioni. La famosa frase della Shields "volete sapere cosa c'è tra me e i miei Calvin? Niente", all'epoca era sessualmente allusiva e persino vietata da diversi Paesi. Nel 1992 fu la volta della controversa pubblicità in cui una diciassettenne Kate Moss posava in topless accanto a Mark Wahlberg, da tempo volto di Calvin Klein Underwear. In molti pensarono che la Moss fosse troppo giovane per posare in topless sui cartelloni pubblicitari e in televisione. Pochi anni dopo, una campagna scattata da Steven Meisel sembrava presentare un gruppo di giovani modelli in jeans e canottiera che facevano un provino per quello che si pensava fosse un film per adulti. La campagna ha subito il contraccolpo delle autorità per la tutela dei minori e dell'American family association, nonostante i modelli fossero maggiorenni.

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