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Candiani: dai jeans biodegradabili alla divulgazione sui temi della sostenibilità

Scritto da Isabella Naef

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Moda

Foto: Il negozio Candiani di Porta Ticinese, la capsule collection Coreva, Alberto Candiani, dall'ufficio stampa Candiani

I primi jeans totalmente biodegradabili a calcare le passerelle milanesi sono stati quelli di Stella McCartney ma da ieri anche Candiani, storica azienda del denim, fondata nel 1938 e detentrice del brevetto Coreva, nonchè fornitore del marchio pioniere della moda di lusso "vegan", ha lanciato la sua capsule collection realizzata con l'unico jeans stretch 100 per cento biodegradabile e compostabile del mondo. Con l'occasione Candiani ha tenuto a battesimo anche il suo secondo spazio a Milano, in corso di Porta Ticinese. Nel negozio, oltre alla vendita di questa capsule di jeans, in tutto quattro modelli, due da uomo e due da donna, il cui prezzo va dai 160 ai 250 euro, anche un enorme muro "interattivo" che racconta ai clienti e ai curiosi quanto sia imperativo, per la salvaguardia del pianeta, utilizzare filati sostenibili e processi di lavorazioni climaticamente "compatibili".

Giusto per dare un'idea di quanto inquini il settore, va detto che 25 miliardi di capi inutilizzati vengono mandati in discarica o inceneriti ogni anno. La maggior parte sono realizzati con elastomeri sintetici a base di petrolio. Queste fibre possono richiedere fino a centinaia di anni per decomporsi.

Per arrivare al brevetto di Coreva, Candiani ha impiegato 5 anni e investito circa 1 milione di euro

Per arrivare al brevetto di Coreva, Candiani (che ha chiuso il 2020 con un fatturato pari a 67 milioni, in flessione sui circa 90 milioni del 2019) ha impiegato 5 anni e investito circa 1 milione di euro. L'idea è venuta al presidente dell'azienda di Robecchetto con Induno, nel Parco del Ticino (guarda caso, riserva naturale), Alberto Candiani, che ha spiegato a FashionUnited la genesi di questo tessuto. "L'ispirazione arriva dal mondo del food: un giorno vidi un salame inguainato con uno spago in gomma naturale e cercai di approfondire il tema di questo tessuto con il produttore. Da quel momento iniziai a pensare che anche nell'abbigliamento si sarebbe potuto creare qualcosa di innovativo e di sostenibile", spiega Candiani, sottolineando che innovazione e sostenibilità vanno a braccetto.

I primi jeans totalmente biodegradabili a calcare le passerelle milanesi sono stati quelli di Stella McCartney, realizzati con il brevetto Coreva

Ecco come è nata Coreva, l’innovativa tecnologia sviluppata e brevettata da Candiani Denim, che consente l’uso di un elastomero ricavato dalla gomma naturale, in sostituzione dei filati sintetici. In sostanza si tratta di una tela denim per la prima volta prodotta completamente senza l’utilizzo di plastiche che sostituisce gli elastomeri sintetici ottenuti comunemente dal petrolio senza comprometterne l’elasticità, le qualità fisiche e la durabilità del jeans e consentendo, così, un modello di circolarità in cui le materie prime diventano tessuto, poi capo, per poi tornare alla natura grazie alla loro compostabilità.

Nel negozio, proprio per rendere immediato questo concetto di lunga vita e di ciclo naturale delle materie prime, dove tutto si ricicla e nulla inquina, ci sono molte piante di menta che, appunto, possono essere fertilizzate con lo scarto del tessuto che non può essere riutilizzato per produrre nuovi pantaloni. "L'idea che abbiamo noi del jeans è che questo debba durare il più a lungo possibile: proprio per questo nel primo spazio che abbiamo aperto a Milano, in piazza Mentana, il cliente ci può portare il suo denim a far riparare fintanto che ciò è possibile e il pantalone non è totalmente distrutto", ha sottolineato Alberto Candiani.

Insomma, come già molti esperti ribadiscono da anni non è possibile parlare di sostenibilità fintanto che la moda sarà intesa come un mercato usa e getta, dove un capo ha vita breve tanto quanto una stagione.

Si tratta di una filosofia, a dire il vero di una pratica di vita quotidiana necessaria per far sopravvivere il pianeta, che Matteo Ward, fondatore della start-up Wråd, dedicata alla sostenibilità e direttore creativo di White sustainable Milano, ha messo al centro nella progettazione di Candiani Vision, questo il nome dato allo spazio di Porta Ticinese. “Con il team Candiani dal primo giorno abbiamo lavorato per creare un concept di comunicazione creativa ed esperienza in store capaci di rappresentare la promessa circolare di Coreva", ha aggiunto Ward. "Ci siamo chiesti quali fossero le manifestazioni più positive della compostabilità di questo innovativo denim e da lì siamo partiti. I jeans Coreva rappresentano, non solo simbolicamente, i valori centrali della società sostenibile, basata su un consumo più consapevole, tecnologie rispettose dell’ambiente e che consentono una vera circolarità degli elementi produttivi".

Per il primo lancio del 2020, Candiani Denim ha messo a disposizione i frutti del brevetto Coreva, ufficialmente riconosciuto a livello internazionale, a un gruppo di 15 brand che condividono i valori dell'azienda e l'impegno per la sostenibilità: Denham, partner del progetto e primo brand al mondo a lanciare il jeans stretch biodegradabile, Stella McCartney, che ha portato Coreva sulle passerelle milanesi dell'autunno inverno 20, Dondup, Closed, Hiut e Kings Of Indigo.

Tornando alla collezione che ha debuttato ieri e che sarà venduta online a partire da lunedì 21 giugno, la capsule è stata studiata da Chicco Barina e presenta modelli regular e slim nei colori nero, indaco e panna.

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