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Chloé ottiene la certificazione B Corp

Scritto da Isabella Naef

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Moda
Courtesy of Chloé, ss 21

Si allunga la lista delle aziende della moda che hanno ottenuto la certificazione B Corp. Anche Chloé, griffe che fa capo al gruppo elvetico Richemont, infatti, ha ottenuto la certificazione B Cor, rafforzando il suo impegno per le pratiche sociali e ambientali dopo una serie di iniziative dedicate a questi settori.

Lo status di “Benefit Corporation” riflette la sua recente riorganizzazione verso un modello orientato allo scopo, lanciato nel giugno 2020.

Le B Corp sono aziende che insieme formano un movimento globale che ha l’obiettivo di diffondere un paradigma più evoluto di business. Nel mondo, le B Corp certificate si distinguono sul mercato da tutte le altre perché oltre a perseguire il profitto, innovano continuamente per massimizzare il loro impatto positivo verso i dipendenti, le comunità in cui operano, l’ambiente e tutti gli stakeholder. Infatti l’azienda B Corp sceglie volontariamente e formalmente di produrre contemporaneamente benefici di carattere sociale e ambientale mentre raggiunge i propri risultati economici. Presente in 153 settori e in oltre 77 Paesi, il movimento B Corp ha un unico obiettivo: ridefinire un nuovo paradigma di business adeguato ai nostri tempi, concreto e replicabile. Le migliaia di B Corp e tutte le aziende che ne usano gli strumenti, rappresentano una soluzione concreta, positiva e scalabile che crea valore sia per gli azionisti che per tutti gli stakeholder.

In Italia hanno ottenuto questa certificazione realtà come Save the Duck, Acbc, Rifo srl, Successori Reda

In Italia hanno ottenuto questa certificazione realtà come Save the Duck, Acbc, Rifo srl, Successori Reda.

“È nostra ferma convinzione che dobbiamo assumerci la piena responsabilità dell’impatto che abbiamo sulle persone e sul pianeta, iniettando lo scopo in tutto ciò che facciamo, trasformando il modo in cui facciamo affari e partecipando attivamente alla costruzione di un mondo migliore”, ha detto il ceo di Chloé, Riccardo Bellini, in una nota.

“Diventando oggi B Corp, rafforziamo il nostro impegno a sfidare continuamente noi stessi per usare il nostro marchio e il nostro business come una forza per il bene”, ha aggiunto il ceo.

La griffe si è impegnata a utilizzare materiali a basso impatto per le sue collezioni, a partire dalla sua linea primavera estate 22, prodotta per il 58 per cento in maniera eco-consapevole. Chloé ha recentemente creato un consiglio di sostenibilità per sviluppare un programma con esperti esterni all’azienda, Amanda Nguyen ed Elisabeth Laville

Altre risorse sono state indirizzate sulla responsabilità sociale, come la sua missione ‘Women Forward. Per un futuro più equo’. Il progetto promuove l’avanzamento delle donne e il riequilibrio delle disuguaglianze di genere.

Lo scorso dicembre Chloé ha annunciato che Natacha Ramsay-Levi avrebbe abbandonato la direzione creativa della griffe.

Dopo 4 anni la stilista ha deciso di voltare pagina.

Ramsay-Levi era stata nominata direttore creativo di Chloé, succedendo a Clare Waight Keller nel 2017.

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