Come saranno i consumi di Natale degli italiani ai tempi del Coronavirus
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Mancano circa nove settimane a Natale e i commercianti iniziano a interrogarsi su quel che succederà.
I consumi di Natale, infatti, rimangono centrali nella spesa degli italiani. Solo nel mese di dicembre, scrive Confcommercio in una nota della settimana scorsa, la spesa complessiva per consumi vale circa 110 miliardi di euro (stima 2019) su un totale annuo di 900 miliardi.
Confcommercio: "solo nel mese di dicembre la spesa complessiva per consumi vale circa 110 miliardi di euro (stima 2019) su un totale annuo di 900 miliardi"
"Considerato che nel 2020 si avrà a consuntivo una perdita rilevantissima di spesa pari a 116 miliardi di euro, che impatterà anche su dicembre, il prossimo Natale, anche per la grande quantità di risparmio forzoso accumulato dagli italiani durante il lockdown, potrebbe costituire per milioni di famiglie una grande occasione per effettuare acquisti desiderati e rimandati. e prevarrà la prudenza sulla paura, si potrebbero osservare favorevoli sorprese in concomitanza con le prossime festività".
Il tutto, specifica Ufficio Studi Confcommercio, con "qualche conseguente e importante sollievo sulle finanze pubbliche in termini di maggiore gettito".
Lo scorso anno, per i regali di Natale i negozi sono stati i canali d'acquisto preferiti dai consumatori (il 71,2 per cento presso la grande distribuzione, il 57 per cento nei piccoli esercizi commerciali, ma sono stati sempre più numerosi coloro che, nel mese di dicembre 2019, sono ricorsi al web.
Negli ultimi 10 anni sono passati dal 3,8 per cento a quasi il 55 per cento, percentuale che è salita ulteriormente nel periodo delle campagne scontistiche di novembre come Black friday e Cyber monday. Guardando ai dati dello scorso dicembre, inoltre, tra i prodotti maggiormente acquistati sul web prevalgono carte regalo e buoni digitali (83,8 per cento), abbonamenti a piattaforme di streaming (81,7 per cento), biglietti per concerti (76,6 per cento), trattamenti di bellezza (59 per cento); il 45 per cento dei consumatori utilizza siti di ecommerce specializzati, il 38,8 per cento siti di aggregatori consolidati (in prevalenza Amazon, Ebay e Zalando), il 36 per cento siti di ecommerce che hanno anche negozi fisici. Infine è risultata in aumento sia la percentuale di chi ha cercato i prodotti nel negozio tradizionale per poi acquistarli online (il fenomeno dello “showrooming”), sia la quota di chi ha cercato il prodotto online e successivamente lo ha acquistato nel negozio tradizionale (“reverse showrooming”); in entrambi i casi, i prodotti più cercati prima dell’acquisto sono stati i capi di abbigliamento.
Foto: Pexels