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Da Firenze a Milano la moda uomo allunga lo sguardo a Oriente

Scritto da Isabella Naef

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Moda

Il guardaroba dell'uomo per la primavera estate 2016 guarda a Oriente e mette il turbante, proprio come si è visto sulla passerella di Versace, non ama i colori accesi, perché, come dice Giorgio Armani, "agli asiatici non piace apparire eclatanti" e gioca con stampe di chiara ispirazione orientale, come hanno fatto ben vedere Dolce e Gabbana. Stessa tendenza, unita a quella che vede assottigliarsi sempre di più le differenze tra guardaroba maschile e femminile verso un look che supera i generi, per le collezioni che sono state presentate a Pitti Uomo, kermesse che si è conclusa venerdì 19 giugno, a Firenze.

Le vendite estere sono aumentate aumento su base annua del +5,1 percento

Del resto è a Oriente che molte griffe del made in Italy realizzano il loro fatturato ed è li che anche le medie imprese italiane vogliono andare per sopravvivere. Secondo i dati di Sistema moda Italia, infatti, la moda maschile italiana, aggregato che comprende l’abbigliamento in tessuto, maglieria esterna, camiceria, cravatte e abbigliamento in pelle, ha archiviato l’anno 2014 con un ritorno in area positiva, mettendo a segno una discreta crescita, pari al +3 percento. Al risultato della moda maschile italiana hanno contribuito positivamente le vendite estere, in aumento su base annua del +5,1 percento, mentre il mercato domestico è restato in territorio negativo segnando un -3,6 percento.

Le esportazioni di settore, con una crescita del +5,1 percento, hanno oltrepassato i 5,5 miliardi di euro e l’incidenza dell’export sul fatturato è passata al 63,3%, guadagnando 1,2 punti percentuali in dodici mesi.

I compratori di Pitti Uomo sono cresciuti del 5 percento, a quota 20mila

Il mercato europeo è il maggior acquirente di moda italiana, con una quota del 51,8 percento sull’export totale di settore (la Francia è il primo mercato di sbocco). Considerando le principali piazze extra-europee, gli Usa, terzo mercato di sbocco del menswear italiano, hanno messo a segno un incremento del +9,4 percento, mentre Hong Kong ha registrato una crescita dell'11,9 percento, la Cina del +13,3 percento e la Corea del Sud del +26,9 percento.

Moschino ha sfilato a Firenze, a Palazzo Corsini, con la collezione primavera estate 2016 disegnata da Jeremy Scott

Anche guardando ai dati di affluenza a Pitti, che rimane una piazza molto importante (1150 le aziende presenti) come testimonia il ritorno di diversi marchi che negli anni passati la avevano abbandonata: Geox, Harmont and Blaine e Furla, oltre ai brand stranieri come l'elegantissima etichetta belga di pigiami Maison Marcy, e Jeckerson, griffe total look che dal 2008 fa capo al fondo inglese Stirling Square Capital partners, ma con origini e produzione italiani, i compratori esteri hanno fatto segnare un + 6,5 percento, a quota 8500.

In totale i compratori sono cresciuti del 5 percento, a quota 20mila. Sul fronte estero le performance più interessanti sono arrivate dall’Europa (Germania +20 percento, Francia, +23 percento, Olanda +18 percento, Spagna +15 percento, Svizzera +15 percento). In crescita anche il Giappone (+3 percento), stabili la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e la Cina. In crescita anche Turchia, India, i Paesi dell’Area Mediorientale e Taiwan. Flessione attesa e confermata dei compratori russi.

“L’atmosfera tra gli stand è stata piena di energia", ha detto l’amministratore delegato di Pitti Immagine Raffaello Napoleone, "abbiamo visto collezioni ricche di creatività e costruite con attenzione al mercato, e abbiamo raccolto giudizi molto positivi sull’offerta delle varie sezioni e sui nuovi progetti lanciati a questa edizione.

Tra i debutti a Pitti che, forse anche grazie all'effetto Expo 2015, ha tirato a lucido i padiglioni e ottimizzato le aree espositive, Mr Gherardini, la nuova collezione di accessori per uomo della griffe fondata a Firenze nel 1885 da Garibaldo Gherardini, e il ritorno di Moschino. Il marchio ha sfilato a Firenze, a Palazzo Corsini, con la collezione primavera estate 2016 disegnata da Jeremy Scott. "Adoro mixare stampe e disegni, colori neon con tonalità neutre", ha detto lo stilista che ha portato in passerella abiti logati come quelli di Valentino Rossi al MotoGP, e frac neri ricamati d’oro.

Da Firenze a Milano, la provocazione è stata la protagonista anche della passerella di Vivienne Westwood, la cui collezione primavera estate 2016 è dedicata a Venezia, una città da salvare. Da sempre legata ai temi ambientalisti, la signora della moda inglese ha espresso anche il suo disappunto per la classe politica corrotta che prolifica in Europa.

Molto internazionale anche il parterre di marchi presenti a White, il salone milanese di zona Tortona inventato qualche anno fa dal bolognese Massimiliano Bizzi. In scena fino a oggi, la kermesse ha registrato un 20 percento in più di espositori, per un totale di 207 marchi. "La fashion week uomo è importante per la vendita delle collezioni uomo tanto quanto è importante la fashion week donna per la vendita delle collezioni womenswear", ha spiegato Bizzi.

La grossa novità di quest'anno di White, è stata "Only Woman", una sezione inedita, interamente dedicata alle collezioni womenswear di marchi selezionati. Tra i nomi scelti per il battesimo della sezione c’era Cristiano Burani, una griffe apprezzata nel panorama retail internazionale, special guest dell'area Only Woman.

E mentre a Milano cresce l'attenzione anche per le collezioni donna in una fashion week tradizionalmente votata alla moda uomo, a Firenze è stata definitivamente chiusa la sezione Pitti W, dedicata alla donna. Lo spazio ha lasciato il posto a Open, una fiera che nelle intenzioni degli organizzatori avrebbe dovuto scavalcare il concetto di genere interpretando in maniera sofisticata il mondo delle collezioni di nuova generazione ma che, in realtà, almeno per questa prima edizione, sembrava raggruppare in maniera casuale brand di accessori e abbigliamento moda uomo e donna.

Foto: Versace primavera estate 2016, Moschino p/e 2016, Jeckerson, Emporio Armani
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