Da The Woolmark Company campagna per porre fine alle diciture ingannevoli sui capi
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La campagna incoraggia inoltre i consumatori a “filtrare per tessuto” quando si acquista, concentrandosi sull’impatto di tale tessuto sull’ambiente e consentendo loro di prendere decisioni più consapevoli in termini di sostenibilità.
Il recente studio indipendente YouGov rivela che il 77 per cento delle persone ritiene che marchi e rivenditori di abbigliamento dovrebbero indicare chiaramente la composizione dei tessuti. Tuttavia, queste informazioni vitali sono spesso nascoste, travisate o non divulgate.
Lo stesso studio ha rilevato che il 60 per cento degli intervistati troverebbe più facile operare delle scelte sostenibili se negozi ed ecommerce includessero il tessuto nel nome del prodotto o permettessero ai clienti di filtrare per tessuto.
"Concentrandosi sul tessuto come aspetto fondamentale degli acquisti dei consumatori, Filter by fabric accelera il movimento del settore moda verso la trasparenza e la sostenibilità", si legge in una nota.
“Dobbiamo comunicare chiaramente la composizione dei tessuti derivati dai combustibili fossili per evitare di ingannare i consumatori. Questa azione semplice e duratura potrebbe avviare una trasformazione significativa nel settore, incoraggiando la trasparenza, la responsabilità e il consumo consapevole. Educare i clienti è fondamentale affinché comprendano l’importanza delle informazioni riportate sulle etichette dei capi, in modo simile a quello con cui interpretano le etichette nutrizionali degli alimenti o le classificazioni energetiche degli elettrodomestici”, ha sottolineato John Roberts, managing director di The Woolmark Company.
Queste le realtà che si sono già impegnate a sostenere la campagna: Benetton, Cubus, Reformation, Saul Nash, Lagos Space Program, Teatum Jones, Dagsmejan, Maggie Marilyn, Haydenshapes, Albus Lumen, Plastic Soup Foundation e Variant 3D.