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Dagli imballaggi alla distribuzione: la moda nel 2022

Scritto da Isabella Naef

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Moda

Pexels, Polina Tankilevich

Sostenibilità al primo posto nella quotidianità delle aziende della moda. Nel dettaglio, sono tre i macro-trend che caratterizzeranno il mondo della moda nel 2022: dall'approvvigionamento dei materiali per la produzione tessile che vede il riciclo come fase imprescindibile, all’abilità di reinventare la catena produttiva, alla fase di distribuzione del prodotto finito. Secondo un'analisi messa a punto da Zordan, azienda attiva nella realizzazione di spazi retail, prima realtà operante nel segmento dello "shopfitting" e arredamento di design ad avere ottenuto, nel 2016, la certificazione B Corp. Secondo gli esperti della società l’elemento che accomunerà e guiderà i cambiamenti e le innovazioni del settore della moda è la sostenibilità: "al giorno d’oggi, l’attenzione per l’ambiente, per il pianeta e per le persone è diventata indispensabile per lo sviluppo di qualsiasi industria".

"Già da qualche anno abbiamo assistito alla messa in atto di iniziative e soluzioni ambientali più decise da parte dei grandi brand della moda, il packaging e le materie prime eco-progettati e naturali di Chanel, o la piattaforma online Equilibrium di Gucci, carbon neutral dal 2018. Tuttavia, il 2022 si prospetta essere un anno di potenziali cambiamenti ancora più innovativi e improntati verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030", ha sottolineato il management.

Il primo macro-trend che caratterizzerà il mondo della moda nel 2022 interessa la fase di approvvigionamento dei materiali per la produzione tessile: secondo i dati elaborati da McKinsey and Company e The Business of Fashion nel loro report annuale “The State of Fashion 2022”, il riciclo dei materiali costituirà un’importante fase nella riduzione dei rifiuti tessili e nel limitare lo sfruttamento del territorio per l’estrazione di materie prime vergini. L’obiettivo è di integrare gradualmente capi durevoli, ecologici e realizzati con materiali “riciclati”, in un’ottica di economia circolare.

Il secondo macro-trend è costituito dall’abilità di reinventare la catena produttiva, fondamentale per la sopravvivenza e l’evoluzione delle aziende della fashion industry in un periodo di incertezze e cambiamenti. Considerando le emergenze legate alla scarsa disponibilità di materie prime, ai rallentamenti dei trasporti e all’aumento dei costi di logistica, è chiaro che è necessario ricorrere a nuove strategie di produzione, in cui la sostenibilità gioca un ruolo importante.

Il terzo e ultimo macro-trend riguarda la fase di distribuzione del prodotto finito: nell’industria della moda si parla di spazi espositivi, o semplicemente di negozi. "Negli ultimi anni abbiamo assistito a un graduale cambiamento del concetto di “spazio retail”, soprattutto per quanto riguarda i brand dell’alta moda. Questa tendenza di rendere i negozi, soprattutto quelli monobrand, dei veri e propri concept store si affianca alla necessità di realizzare spazi attraenti e unici, capaci di conquistare il cliente e ampliare la sua esperienza. Anche in questa fase della supply chain della moda è però fondamentale l’impiego di strategie e processi sostenibili: nell’ottica di trasformare l’industria del fashion sulla base di un’economia circolare, realizzando capi durevoli, e riciclabili e implementando normative e processi produttivi rispettosi dell’ambiente e delle persone, non si possono tralasciare i consumi e gli sprechi generati dalla realizzazione degli spazi espositivi del prodotto finito", hanno specificato gli esperti di Zordan.

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