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Dakota Johnson e la lettera di Peta Us a causa della campagna per Gucci

Scritto da Isabella Naef

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Courtesy of Gucci, art director: Christopher Simmonds , fotografia e regia: Glen Luchford

L'attrice e modella americana Dakota Johnson è la protagonista della recente campagna della borsa Jackie di Gucci, lanciata nel 1961, attualmente in vendita in diverse dimensioni e pellami, tra cui pitone (da 3600 a 5mila euro circa) e coccodrillo (25mila euro la Jackie piccola).

Nella campagna di Gucci, Johnson è ripresa, con video e foto realizzati da Glen Luchford, in momenti di vita quotidiana a Los Angeles mentre indossa diverse versioni della Jackie 1961. Sulla scia della nuova campagna lanciata dalla griffe di casa Kering ai primi di gennaio, di cui è protagonista l'attrice, Peta Us, acronimo di People for the ethical treatment of animals, organizzazione no profit a sostegno degli animali, ha inviato una lettera all'attrice americana, informandola che "la produzione di borse in pitone è così crudele che venderle è illegale in California". L'intento della lettera è di indurla a smettere di promuovere e indossare tutte le pelli esotiche. Come riporta Peta in un comunicato stampa del 13 gennaio, la lettera fa riferimento "a una recente indagine di Peta Asia effettuata in un mattatoio che rifornisce Gucci, in cui viene rivelato che gli operai decapitano e smembrano animali vivi per realizzare portafogli, cinture e borse del marchio".

L'intento della lettera è di indurre Dakota Johnson a smettere di promuovere e indossare tutte le pelli esotiche

“Gli operai sono stati ripresi dalla telecamera mentre colpivano i rettili sulla testa con il machete e infierivano al loro collo fino a 14 volte prima di decapitarli per prenderne la pelle”, scrive, nella lettera, la responsabile dei rapporti con le celebrità per Peta Us, Jessica Shotorbani. “Non ci sono davvero scuse per sostenere un’industria così violenta. Se vuole pubblicizzare ciò che è di moda oggi, si occupi di coccodrillo finto e serpente finto, tutte pelli vegane".

Sulla questione, Kering, interpellata da FashionUnited, ha ribadito quanto già espresso in passato: "Kering si è sempre impegnata a rispettare i più alti standard di benessere animale, sostenibilità e condizioni di lavoro nell'approvvigionamento di pelli preziose. Kering è inoltre impegnata con diverse associazioni di settore per aiutare i fornitori a migliorare le loro pratiche. Per quanto riguarda le pelli preziose, Kering si è impegnata a raggiungere l'obiettivo del 100 per cento di tracciabilità e del rigoroso rispetto degli standard Kering per l'approvvigionamento delle materie prime e i processi di produzione entro il 2025".

Kering è impegnata a migliorare costantemente la tracciabilità e il benessere degli animali nelle catene di fornitura

"Per quanto riguarda le informazioni sul maltrattamento delle lucertole in un impianto di lavorazione indonesiano che ci sono state fornite dalla Peta, pur avendo preso molto sul serio queste accuse, non ci sono prove che i marchi Kering siano direttamente o indirettamente collegati a questo impianto o a queste pratiche. Tali pratiche sono rigorosamente vietate dagli standard di Kering in materia di benessere degli animali. Non appena la nostra attenzione è stata attirata da tali pratiche, abbiamo avviato un'indagine interna. Se dovesse essere dimostrato un collegamento tra questa struttura e la nostra catena di fornitura, interromperemo immediatamente il rapporto commerciale. Ci impegniamo a migliorare costantemente la tracciabilità e il benessere degli animali nelle nostre catene di fornitura", ha commentato l'azienda guidata da François-Henri Pinault.

Tornando a Peta, l'associazione ha aggiunto che "nove consumatori su dieci della generazione Z, che, insieme ai millennial, vantano un potere d’acquisto di 231 miliardi di euro solo negli Stati Uniti, affermano che le aziende dovrebbero mostrare consapevolezza ambientale e sociale nelle loro pratiche commerciali. Molte aziende, tra cui Chanel, Jean Paul Gaultier, Burberry, Victoria Beckham, Mulberry e Carolina Herrera, hanno vietato le pelli esotiche e molte altre stanno soddisfacendo la crescente domanda di prodotti sostenibili e rispettosi degli animali, offrendo opzioni vegane ricavate da ananas, funghi, mele, cactus e altri materiali innovativi", conclude la nota di Peta.

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