Ellassay condannata per contraffazione dei manichini Bonaveri
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Doppia vittoria in Cina per l'azienda emiliana di manichini Bonaveri. Oltre il risarcimento, è stata infatti riconosciuta la piena titolarità del diritto d’autore sulla collezione Aloof contraffatta dall'azienda cinese Ellassay.
Come si apprende da una nota stampa di Bonaveri, la fashion company cinese Ellassay, in conformità con quanto deciso dalla Corte del popolo di Shenzhen, ha presentato sul quotidiano economico Shenzhen Economi Daily le pubbliche scuse a Bonaveri, dopo essere stata condannata al risarcimento civile comprensivo di danni punitivi per contraffazione e violazione del copyright della collezione di manichini Aloof.
La controversia iniziata presso la Shenzhen Futian district people's court riguardava la contraffazione e la commercializzazione di una collezione di manichini su cui Ellasay dichiarava di possedere i diritti d’autore. Bonaveri, con l’assistenza del team legale italiano e cinese di Gwa Law, Tax & Accounting, ha dimostrato la contraffazione e ottenuto il riconoscimento del diritto d’autore in Cina.
Il brand Ellassay fa capo a Shenzhen Ellassay fashion, uno dei principali player di abbigliamento in Cina, fondato nel 1996 e dal 2015 quotato alla Borsa di Shanghai. Ellassay non solo aveva copiato la collezione di manichini Aloof prodotta da Bonaveri, ma ne aveva anche rivendicato i diritti d’autore, dichiarando di aver progettato e sviluppato internamente il prodotto, e registrandone il copyright presso l’ente competente, il National copyright administration of the people’s Republic of China.
Dopo una lunga controversia e un confronto diretto tra le prove portate dalle aziende, sia in primo grado sia in appello, il giudice ha verificato la mancanza del processo creativo da parte di Ellassay e quindi accertato la contraffazione di modelli appartenenti a Bonaveri.
La Corte di Shenzhen ha così condannato Ellassay al risarcimento dei danni economici con una parte aggiuntiva a titolo punitivo, decretando la distruzione di tutti gli stampi e delle copie prodotte, il pagamento degli interessi commerciali e una dichiarazione di pubbliche scuse da presentare a proprie spese sulla stampa cinese.
Foto: Bonaveri, dall'ufficio stampa