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Etichette sul riciclo: la California ridefinisce i criteri di utilizzo

Scritto da Isabella Naef

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Moda
La California concentra la sua attenzione sull'aumento del marketing sostenibile Credits: CalRecycle, via Facebook

Sostenibilità e riciclo sono argomenti sempre più attuali per le grffe della moda e del lusso. Il riciclo, come quotidianamente racconta FashionUnited, è al centro delle strategie di molte griffe dell'abbigliamento e, alcune, hanno iniziato a contrassegnare i prodotti con etichette che in maniera esplicità indicano che quel capo è stato realizzato con materiali riciclati.

Prada, per esempio, ha lanciato nel 2019 Re-Nylon. La collezione Prada Re-Nylon è interamente realizzata con nylon rigenerato ottenuto dal riciclo di materiali plastici recuperati negli oceani, come le reti da pesca, nelle discariche o derivanti dagli scarti di fibre tessili provenienti da tutto il mondo. Inoltre, a partire da luglio 2023, l'1 per cento dei proventi della collezione Re-Nylon sostiene Sea Beyond, il programma educativo promosso dal Gruppo Prada e dalla Commissione oceanografica intergovernativa (Ioc) dell'Unesco. Louis Vuitton ha messo a punto un marchio che consiste in due frecce attorcigliate che formano le lettere "LV", da utilizzare su prodotti come le sneaker "upcycled". Valentino ha presentato le sneaker Open e Rockstud Untitled riprogettate e ripensate in un’ottica di open innovation con uno spirito responsabile e consapevole: le nuove versioni sono vegane, realizzate per la prima volta utilizzando anche materiali di origine bio-based e riciclata. Queste calzature sono ornate da loghi sostenibili, ridisegnando l’iconica “V” al centro, circondata da due frecce verdi, che ricordano il logo del riciclo.

La California ha concentrato la sua attenzione sull'aumento del marketing sostenibile

Il tema della sostenibilità e del riciclo contrassegnato, nel segmento dell'abbigliamento, da loghi ad hoc sta riscuotendo molta attenzione anche in California, Paese che ha concentrato la sua attenzione sull'aumento del marketing sostenibile, grazie a una legge che regola se e quando le etichette sul riciclo, compreso il motivo delle "frecce che si rincorrono", possano essere utilizzate. Firmata nel 2021, la legge Sb 343 vieta l'uso del simbolo delle frecce e o di qualsiasi altro indicatore di riciclabilità su prodotti e imballaggi, a meno che non siano soddisfatti determinati criteri. Come scrive il media americano The Fashion Law, l'Sb 343 ha chiesto al Dipartimento statale per il riciclaggio e il recupero delle risorse ("CalRecycle") di pubblicare, entro il primo gennaio 2024, degli standard relativi ai tipi di materiali considerati riciclabili.

Pubblicati gli standard relativi ai tipi di materiali considerati riciclabili

In particolare, l'SB 343 ha imposto a CalRecycle di condurre e pubblicare uno studio di caratterizzazione dei materiali raccolti, selezionati, venduti o trasferiti per il riciclaggio in California, in quanto, secondo la legge, affinché i materiali siano considerati riciclabili, oltre a soddisfare alcuni criteri di prodotto stabiliti dall'SB 343, devono essere un tipo e una forma di materiale accettato dai programmi di riciclaggio della giurisdizione che forniscono il servizio ad almeno il 60 per cento della popolazione dello Stato; e recuperati e selezionati in flussi definiti da processori di trasferimento di grandi volumi, che forniscono il servizio ad almeno il 60 per cento dei programmi di riciclaggio a livello statale.

Per CalRecycle i materiali "tessili e di abbigliamento" rientrano nella categoria "materiali non riciclabili"

CalRecycle, che è un ramo dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente della California, ha rilevato che il 38 per cento delle categorie di materiali coperti, tra cui la maggior parte dei tipi di vetro, alluminio, cartone, carta e plastiche, sono riciclabili. Dal punto di vista della produzione e del commercio al dettaglio di abbigliamento, i risultati di CalRecycle sono significativi, in particolare per i livelli relativamente bassi di raccolta e selezione per i programmi di riciclo in California per categorie come "tessuti e abbigliamento". Secondo il rapporto CalRecycle, come riportato da The Fashion Law, i materiali "tessili e di abbigliamento", compresi i tessuti con e senza "componente plastica", rientrano generalmente nella categoria "materiali non riciclabili (organici e rifiuti pericolosi)".

Inoltre, gli indumenti e i tessuti non rientrerebbero nell'ambito dei "materiali rari". Tuttavia, è stato riscontrato un "basso tasso di recupero", il che significa che sono "più comuni" nei rifiuti residui (cioè i materiali difficili da riciclare a causa di limitazioni tecnologiche, costi e risorse) "destinati allo smaltimento che in qualsiasi flusso definito". CalRecycle ha stabilito che meno dell'1 per cento della popolazione dello stato raccoglie tessuti e indumenti per la raccolta differenziata residenziale.

I marchi della moda devono tenere a mente l'articolo 21 del Codice della proprietà intellettuale italiano

Mentre le informazioni fornite nel rapporto preliminare "non costituiscono una determinazione dell'ammissibilità o della legalità dell'etichettatura di riciclaggio ai sensi della SB 343, in quanto CalRecycle non ha l'autorità di effettuare tali determinazioni", secondo Recycling Today, i risultati di CalRecycle saranno utilizzati per determinare se un prodotto o un imballaggio sia riciclabile in California ai sensi della SB 343 e, quindi, se l'uso del simbolo delle frecce che si inseguono, o di qualsiasi altro indicatore di riciclabilità, possa essere utilizzato su prodotti e imballaggi all'interno dello Stato.

In questo contesto, i risultati specifici sull'abbigliamento potrebbero essere significativi, in parte, perché tutti gli indizi finora sembrano indicare che questi prodotti non sono ammissibili all'etichettatura "riciclabile", osservano gli esperti di The Fashion Law.

Come anticipato, a livello internazionale, l'uso di loghi e altri marchi che suggeriscono elementi di sostenibilità, come il riciclo, è in aumento, compreso l'uso del motivo delle frecce che si rincorrono.

Non è consentito usare un marchio che generi confusione o induca in inganno il pubblico

A questo proposito, i marchi della moda prima di decidere se è opportuno procedere all'adozione di etichette sostenibili "esplicite", devono rammentare quanto indicato dall'articolo 21, comma 2, del Codice della proprietà intellettuale italiano (“Cpi“) che stabilisce il divieto di utilizzare il marchio in modo tale da indurre in errore il pubblico sulla “natura, qualità o provenienza dei prodotti o servizi, a causa del modo e del contesto in cui viene utilizzato“. Nel dettaglio, il comma numero 2 recita che: "non è consentito usare il marchio in modo contrario alla legge, né, in specie, in modo da ingenerare un rischio di confusione sul mercato con altri segni conosciuti come distintivi di imprese, prodotti o servizi altrui, o da indurre comunque in inganno il pubblico, in particolare circa la natura, qualità o provenienza prodotti o servizi, a causa del modo e del contesto in cui viene utilizzato, o da ledere un altrui diritto di autore, di proprietà industriale, o altro diritto esclusivo di terzi.

La collezione Prada Re-Nylon è interamente realizzata con nylon rigenerato Credits: Prada Re-Nylon, Prada web site
Valentino ha proposto sneaker vegane realizzate utilizzando anche materiali di origine bio-based e riciclata Credits: Valentino web site
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