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Ey: il 69 per cento delle aziende nel 2021 ha fatto un piano di sostenibilità

Scritto da Isabella Naef

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Pexels, Nataliya Vaitkevich

Il 69 per cento delle aziende ha previsto un piano di sostenibilità corredato da obiettivi e nel 44 per cento dei casi (aumento del 6 per cento rispetto al 2019 anno pre-pandemico) sono stati formalizzati target quantitativi, mentre appena il 35 per cento delle aziende ha definito anche le relative tempistiche per il raggiungimento degli obiettivi. Il 15 per cento delle società analizzate, che non sono dotate attualmente di un piano di sostenibilità, dichiara di averne previsto lo sviluppo.

Le aziende dell'abbigliamento e del tessile sono attente all’economia circolare associata a obiettivi e target futuri

Questi alcuni dei risultati emersi dall’ultima edizione dello studio “Seize the Change – futuri sostenibili” di Ey, realtà attiva nei servizi professionali e di consulenza. Lo studio analizza i più rilevanti e significativi trend di sviluppo sostenibile per le imprese italiane e che da oltre 5 anni rappresenta un momento di riflessione sistemica sulle pratiche in essere, oltre che un’occasione di confronto tra gli attori dell’ecosistema della sostenibilità nazionale.

"La presente edizione assume un significato particolarmente rilevante per via del periodo storico di trasformazione in cui lo studio è stato condotto: nonostante gli ultimi due anni di pandemia, l’analisi Ey conferma come le aziende italiane abbiano accelerato il proprio impegno verso temi di sostenibilità con l’obiettivo di consolidarne l’integrazione del business", si legge in una nota di Ey. Quest’anno è aumentato il campione di imprese prese in esame (oltre 300) appartenenti a diversi settori: 100 aziende sono state analizzate attraverso survey mentre un’analisi desk sulle informative non finanziarie è stata condotta su 203 aziende del Paese.

“La sostenibilità è un percorso che si sta spostando da una sola prospettiva di transizione energetica ed ecologica a una completa trasformazione della società, delle aziende e delle persone. Ma solo insieme governi, leader, aziende e consumatori potranno ricostruire un circolo virtuoso di fiducia che impatti positivamente sulla società. Ora è fondamentale rimanere focalizzati sull’execution di piani misurabili e dai tempi certi, sfruttando l’opportunità di accelerazione offerta dal Pnrr in Italia. Se riusciremo a essere concreti e coerenti potremo davvero fare della sostenibilità un pilastro di crescita strutturale nel medio e lungo termine", ha sottolineato Massimo Antonelli, ceo di Ey Italia e coo di EY Europe West.

Sono 5 i temi principali oggetto dell’analisi Ey di questa edizione e che consentono di delineare, con metriche qualitative e quantitative, come le aziende si posizionano su temi di sostenibilità in termini di: piani di sostenibilità, cambiamenti climatici, catena di fornitura, finanza sostenibile, economia circolare insieme e impatto sociale.

Continuando a illustare i dati dello studio, va sottotlineato che sulla base dell’analisi desk emerge come il 57 per cento delle aziende analizzate fornisce una descrizione qualitativa e quantitativa del proprio piano di sostenibilità (trend in aumento di 7 punti percentuali rispetto al 2019).

A seguito dello scoppio della pandemia da Covid-19, quasi il 20 per cento delle aziende intervistate dichiara che il mutato contesto ha accelerato la transizione verso modelli più sostenibili e nel 32 per cento dei casi le attività previste dal piano di sostenibilità hanno continuato senza particolari ridimensionamenti. Tuttavia, il 12 per cento dichiara di aver subito ripercussioni sull’avanzamento delle attività previste dai piani, che potrebbe portare a una lenta ripresa e, in alcuni casi, a un eventuale ridimensionamento delle stesse.

In termini di governance, dall’analisi desk risulta che sul totale delle aziende analizzate i 2/3 hanno strutturato un comitato o un organo di Governance che riporta al consiglio di amministrazione sui temi di sostenibilità (in aumento di circa 7 punti percentuali rispetto al 59 per cento dell’analisi condotte sulle informative non finanziarie 2019). Tra le società che non si sono strutturate in tal senso, oltre il 7 per cento ha comunque attivato un gruppo di lavoro interno all’azienda dedicato alla reportistica non finanziaria.

Risposte forti ai cambiamenti climatici

Prendendo in esame i dati delle aziende intervistate, scrivono gli esperti di Ey, "si osserva come il 79 per cento delle aziende abbia definito all’interno del proprio piano industriale azioni significative di adattamento e/o mitigazione al cambiamento climatico in grado di generare riduzioni delle emissioni di Co2. Un trend leggermente in calo di 5 punti percentuali rispetto a quanto riportato nel 2020, in virtù dell’impatto della pandemia da Covid-19 che ha visto numerose aziende costrette a rivedere i propri obiettivi strategici con riferimento ad altri Kpi (per esempio salute e sicurezza dei collaboratori).

Tra queste aziende, il 61 per cento ha definito obiettivi di riduzione delle emissioni legati a modifiche rilevanti sul processo produttivo o sul business model. Dalla survey inoltre emerge che, nel complesso, il 53 per cento delle aziende dichiara di avere previsto azioni inerenti al cambiamento climatico all’interno del proprio piano industriale (valore che è in aumento di 21 punti percentuale rispetto al 2020), ma di queste solo il 19 per cento ha un piano strategico orientato alla neutralità climatica e il 35 per cento ha già intrapreso un percorso di decarbonizzazione non correlato agli obiettivi di decarbonizzazione dell’Unione Europea.

Nel complesso, il 31 per cento delle aziende dell’analisi desk si impegna verso una riduzione sostenuta delle emissioni tramite la definizione di obiettivi quantitativi (in aumento di 6 punti percentuali), mentre la percentuale sale al 69 per cento se si considerano anche obiettivi qualitativi. Lo scenario appare dunque in rapida evoluzione, tanto che già il 14 per cento delle aziende dell’analisi desk ha annunciato un obiettivo di carbon neutrality dimostrando un’importante accelerazione dell’impegno delle aziende italiane nel contrasto ai cambiamenti climatici.

L’attenzione sostenibile alla catena di fornitura

Dall’analisi desk emerge che il 75 per cento delle aziende definisce obiettivi in relazione ai temi di sostenibilità nella catena di fornitura e quasi 1 azienda su 2 effettua attività di risk assessment sui propri fornitori: il trend complessivo risulta dunque in aumento rispetto alla disclosure 2019, facendo emergere una maggiore consapevolezza circa gli approvvigionamenti sostenibili. Il 71 per cento delle aziende intervistate ha previsto di apportare modifiche rispetto ai precedenti anni alla propria catena di fornitura: nello specifico il 45 per cento con la finalità di selezionare i propri fornitori in modo più responsabile, il 3 per cento in quanto alcuni stakeholder hanno reso più stringenti i criteri di selezione, il 19 per cento per entrambe le precedenti motivazioni.

Anche nel secondo anno consecutivo caratterizzato dall’incertezza portata dalla pandemia da Covid-19, il rischio principale risulta l’interruzione operativa della filiera e le principali misure messe in atto dalle aziende per fronteggiare la situazione sono state l’attivazione di nuove/diverse modalità di gestione della logistica sostenibili e l’ottimizzazione della filiera.

Numeri alla mano, infine, l'84 per cento del campione delle aziende quotate, secondo l’analisi desk, dichiara di aver implementato iniziative legate alla finanza sostenibile, registrando un incremento dell’8 per cento rispetto al 2019 (51 le aziende del campione appartenenti al settore Insurance e banking e, di queste, 43 hanno avviato iniziative legate alla finanza sostenibile; le altre che hanno avviato iniziative legate alla finanza sostenibile e non appartengono al settore insurance e banking fanno parte dei settori automotive e transport, energy e utilities, engineering e construction, ict e hi-tech, industrial e textile e apparel).

Nel campione considerato nell’analisi desk, il 19 per cento (+3 per cento rispetto all’anno precedente) dichiara di avere una strategia legata all’economia circolare associata a obiettivi e target futuri. Tra queste aziende i settori più attivi risultano essere textile e apparel, industrial ed energy e utilities che insieme rappresentano il 50 per cento delle aziende che hanno definito una strategia di economia circolare. Il 46 per cento delle aziende implementa iniziative legate all’economia circolare ma tra queste solo il 20 per cento applica un approccio di settore o di territorio (superando il perimetro aziendale), ovvero più strutturato.

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