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Fiere e sfilate tra ragioni di business, etica e sostenibilità sociale

Scritto da FashionUnited

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Credit: Re-Hash

Il Coronavirus, con il picco di contagi legati alla variante Omicron e a quella Deltacron, attualmente in fase di studio da parte degli scienziati e dei virolgi, mette il freno al sistema moda, almeno a quello in presenza. A livello internazionale, infatti, i primi a farne le spese sono gli organizzatori delle fiere: oggi è arrivata la notizia della decisione da parte di Chic Shanghai di posticipare ad aprile il salone cinese precedentemente fissato per marzo. La scorsa settimana le fiere parigine e quelle tedesche hanno annunciato le cancellazioni delle kermesse in agenda per gennaio. Molti marchi e operatori diserteranno anche i saloni italiani confermati, come Pitti Uomo e Pitti Bimbo, almeno nelle loro edizioni fisiche in scena a Firenze da domani, 11 gennaio, al 13 gennaio. Il desiderio di tutelare la salute dei dipendenti è vitale per le aziende. Armani, Cucinelli e Valentino sono stati i primi a comunicare che avrebbero rinunciato a eventi e fiere a causa della crescita esponenziale dei contagi da Covid-19. Cancellati anche molti degli eventi in presenza previsti fuori dalla Fortezza da Basso di Fiernze, compresa la presentazione dello special guest della kermesse: Ann Demeulemeester, che è stata posticipata a giugno.

Venerdi scorso, in considerazione dell’aggravarsi della situazione epidemiologica, anche il gruppo Fg1936 ha annunciato che “per motivi precauzionali nessuno dei suoi dipendenti e collaboratori sarà presente all’appuntamento fieristico, operando così a tutela della salute e della sicurezza di questi ultimi”. In virtù però dell’impegno preso con l’organizzazione di Pitti Immagine Uomo, saranno comunque allestiti gli stand dei brand Re-HasH e Tela Genova. “Una scelta dettata dal senso di responsabilità che da sempre ci contraddistingue, che ci auspichiamo possa essere, seppure in minima parte, un contributo alla risoluzione di questa difficile situazione. Sperando di poter tornare al più presto a una normalità di vita e rapporti umani” ha sottolineato Maurizio Caucci, ceo di Fg1936, cui fa capo il marchio Re-hash.

La questione dibattuta è quanto sia etico e sostenibile esporre comunque dipendenti e collaboratori al rischio di contagio del virus

Insomma, la questione dibattuta in questi giorni all’interno di molte aziende della moda e tra gli operatori è quanto sia etico e sostenibile esporre comunque dipendenti e collaboratori a un rischio di contagio del virus che, nonostante tutte le stringenti misure di sicurezza e di protezione adottate, non ultimo il super green pass, in nome di un business che, come è ovvio, è vitale e indispensabile ma anche legato per sua stessa essenza al benessere delle persone. E se è vero che la variante Omicron per i vaccinati pare più leggera è anche vero che nei reparti ordinari e nelle terapie intensive ieri, domenica 9 gennaio, c’erano 17.242 persone, ovvero 4.167 in più di domenica 2 dicembre, pari al 31,8 per cento. Un dato che preoccupa medici e personale santitario in quanto Omicron potrebbe riempire gli ospedali, alcuni già in affanno.

Negli ultimi due anni la parola più usata e anche abusata nel mondo dell’industria è stata proprio la sostenibilità non solo ambientale ma anche economica e sociale. L’inclusione, la parità di genere e la diversità sono protagoniste a ogni conferenza, convegno, summit e appuntamento ma oggi, prorprio nel momento in cui il sistema moda è chiamato a una scelta di buon senso che riesca il più possibile a coniugare business e sostenibilità, emerge chiaramente che questi temi avrebbero bisogno di una riflessione ancora più profonda.

Napoleone (Pitti Immagine): è un momento in cui bisogna dare dei segnali di tenuta, nel rispetto di quello che sta accadendo

Sta di fatto, secondo quanto pubblicato dall’Ansa ieri, che su 610 marchi paganti per Pitti Uomo la kermesse sia scesa a 553 marchi in presenza e 19 online, “alcuni sono in discussione in questi minuti”, scriveva ieri l’agenzia di stampa. “Per Pitti Bimbo abbiamo ricevuto 7 rinunce, siamo quindi a 153 marchi in presenza e 7 online”, raccontavano ieri gli organizzatori dei saloni fiorentini. “E’ un momento in cui bisogna dare dei segnali di tenuta, nel rispetto di quello che sta accadendo, per due motivi”, aggiungeva Raffaello Napoleone, ceo di Pitti Immagine. Il primo è legato a quello che il governo dice: le fiere si possono fare. Noi diamo seguito a tutto un sistema produttivo, perciò dobbiamo dare un segnale positivo per il futuro. Inoltre dico di andare avanti perchè ho letto i dati economici, ci sono aumenti ovunque, salvo Inghilterra e Giappone. Perciò la fiera è un grande segnale di prospettiva e fiducia nel futuro”.

Cucinelli: l’attuale andamento dei contagi ha spinto la casa di moda a non partecipare al prossimo Pitti Uomo

“L’attuale andamento dei contagi ha spinto la casa di moda a una decisione sofferta ma ritenuta indispensabile: non partecipare al prossimo Pitti Uomo che si terrà a Firenze dall’11 al 13 gennaio. Contestualmente, come da calendario, partirà la campagna vendita della collezione uomo autunno inverno 2022-23 che vedrà anche un presidio medico con la possibilità di effettuare tamponi per clienti e collaboratori negli show room di Milano, New York e Shanghai. Riteniamo che sia una decisione frutto di una sana presa di coscienza dell’attuale momento che l’Italia e il mondo intero stanno vivendo”, ha sottolineava, invece, Brunello Cucinelli qualche giorno fa. “Crediamo inoltre, che sia una scelta presa con senso di responsabilità verso quella strada intrapresa negli ultimi mesi che auspichiamo tutti, possa portarci al più presto a una normalità di vita e rapporti umani”.

Armani: la tutela della salute e della sicurezza di collaboratori e pubblico è ancora una volta prioritaria

Sulla stesa lunghezza d’onda anche Armani. “Giorgio Armani comunica la cancellazione delle sfilate Emporio Armani e Giorgio Armani uomo autunno inverno 2022/23 e della sfilata alta moda Giorgio Armani Privé primavera estate 2022, previste nel mese di gennaio, rispettivamente durante la settimana della moda maschile di Milano e quella di Haute Couture parigina”, si legge, invece, nella nota di Armani. “La decisione è stata presa a malincuore dallo stilista, dopo un’attenta riflessione, in considerazione del peggioramento della situazione epidemiologica”. Per la griffe, quindi, pur essendo la sfilata “un momento fondamentale e insostituibile”, “la tutela della salute e della sicurezza di collaboratori e pubblico è ancora una volta prioritaria”.## Header 2

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