Free trade agreement Ue-Vietnam: le conseguenze per il calzaturiero
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Per quanto concerne i dazi nel settore calzaturiero, oggi il Vietnam ha una posizione tariffaria difensiva, mentre l’Europa applica le tariffe daziarie previste per un Paese beneficiario Spg, ossia Sistema preferenze generalizzate, con dazi bassi compresi tra il 4,5 percento per le calzature in pelle fino a un massimo di 11,9 percento per le altre tipologie.
Una situazione che potrebbe evolvere in seguito alla firma, avvenuta il 4 agosto scorso, di un trattato di libero scambio (Free trade agreement) tra le due aree economiche. I principali capitoli dell’accordo riguardano, oltre ad appalti pubblici, investimenti e tutela della proprietà intellettuale, le tariffe (dazi) e le barriere non tariffarie. I parametri dell’accordo, dopo essere stati tradotti in testi giuridici, saranno formalizzati e sottoposti all’approvazione del Consiglio e del Parlamento europeo entro fine anno.
Una situazione, come spiega Assocalzaturifici, che aprirà ai produttori un mercato potenziale a oggi chiuso (per le calzature sono attualmente in vigore dazi medi ad valorem del 30 percento). Sul versante vietnamita, gli effetti più promettenti riguarderebbero proprio i settori calzaturiero (che costituisce circa il 10 percento dell’export verso l’Italia) e del tessile-abbigliamento, "lasciando intravedere, specularmente, rischi per gli interessi “difensivi” della Ue relativamente a tali comparti", spiega ancora Assocalzturifici.
La liberalizzazione del mercato Ue per gli operatori vietnamiti avverrebbe in un periodo compreso tra tre e sette anni per le scarpe con tomaio in pelle (rispettivamente: in sette per la tipologia passeggio, cinque per gli stivali e tre anni per i sandali).
"L’industria calzaturiera italiana non può che guardare con estrema cautela a questa apertura, certamente non incoraggiata da Assocalzaturifici a Bruxelles, verso il Vietnam, un mercato difficilmente considerabile prioritario e che non presenta ancora una domanda significativa di calzature made in Italy.
Quello che sottolinea Assocalzaturifici, inoltre, è che sebbene non rientri nell’accordo, il Vietnam potrebbe avanzare, al momento dell’eventuale entrata in vigore provvisoria, la richiesta di riconoscimento di economia di mercato (Mes), verso cui la Commissione europea si è finora espressa con molta cautela, con tutte le implicazioni che ciò avrebbe in relazione alla possibilità di utilizzo degli strumenti di difesa commerciale (in primis le inchieste antidumping). Proprio le importazioni di calzature in pelle dal Vietnam (e dalla Cina) erano state oggetto di provvedimenti antidumping adottati dalla UE da aprile 2006 a marzo 2011.
Il Vietnam è il terzo produttore mondiale di calzature in volume, dopo Cina e India ed è il secondo esportatore in valore; il terzo, dopo Cina e Italia, con riferimento alle sole calzature con tomaio in pelle. Solo il 4 percento delle calzature importate in Vietnam ha tomaio in pelle. Stati Uniti (con una quota di poco inferiore a 1/3), Francia, Germania, Belgio e Cina sono i principali mercati di sbocco in valore dell’export calzaturiero vietnamita. I primi cinque Paesi fornitori sono asiatici: Cina, da cui proviene oltre il 90 percento dei flussi in ingresso in valore, Singapore, Malaysia, Thailandia e Hong Kong.
Tra i 15 principali esportatori mondiali in valore, il Vietnam presenta uno dei prezzi medi più contenuti (16,09 euro/paio). L’Italia, con 50,92 dollari, il più elevato: oltre tre volte quello vietnamita.
Come evidenziano i dati di Assocazaturifici, raffrontando "i flussi appare evidente il divario negli scambi attuali: nel corso del 2014 sono entrate nella Ue ben 251,7 milioni di paia di calzature dal Vietnam (+23,4 percento, secondo fornitore dell’Unione sia in volume che in valore) a fronte delle 74mila paia europee (-58,5 percento) esportate nel paese asiatico. Sebbene i dati relativi al primo semestre 2015 mostrino un incremento dei flussi dalla Ue considerevole (+367 percento), si tratta sempre di 235mila paia vendute a fronte di 144,5 milioni di paia importate dal Vietnam nell’analogo periodo (+13,5 percento sui primi 6 mesi 2014)".
"Enorme anche il divario in Italia: 20,1 milioni di paia importati dal Vietnam nel 2014 (con un incremento nell’ordine del 20 percento) e solo 39mila paia in uscita (+97 percento)", ha aggiunto Assocalzaturifici nei suoi Economics.