Furla aderisce al programma Fur free retailer
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Il Gruppo Furla, dopo l’annuncio lo scorso anno del suo impegno a non utilizzare pelliccia animale nelle sue collezioni a partire dalla stagione Cruise 2019 (in store da novembre 2018), in collaborazione con Lav, aderisce al programma Fur free retailer,, promosso da Fur Free Alliance, il network delle principali organizzazioni di tutela degli animali attive in Europa, Far East (Cina e Giappone), Nord America (Usa, Canada) e Sud Africa.
L'azienda, inoltre, attraverso una nota, ha comunicato il proprio impegno nell’eliminazione di alcune tipologie di lana dai suoi prodotti.
Nonostante un uso limitato nelle collezioni del brand di filati realizzati in fibre di origine animale, "l’azienda compie un ulteriore passo verso la responsabilità nella scelta delle materie prime", ha specificato il management nella nota.
Con la Collezione Cruise 2020, verranno banditi dalle proprie linee mohair e lana d’angora orientando la scelta verso altre tipologie di lana provenienti da filiere più consolidate e “safe”.
" Quando si parla di sostenibilità non si intende porre l’accento solo su una problematica legata all’ambiente ma anche sul futuro del nostro pianeta, di ciascuno di noi e dei nostri figli. Furla risponde alla crescente ricerca di prodotti etici da parte di un consumatore sempre più consapevole e attento a queste tematiche", ha sottolineato Alberto Camerlengo, ceo del Gruppo Furla.
Il fatturato dello storico marchio della pelletteria italiana nel 2018 è salito a quota 513 milioni, con una progressione del 5,2 per cento a tassi costanti rispetto al 2017 (+2,8 per cento a tassi correnti). Furla è presente capillarmente in 98 paesi del mondo con 490 monobrand (285 diretti, 163 franchising e 42 travel retail) posizionati nelle location dello shopping internazionale. Completano la rete distributiva gli oltre 1200 selezionati punti vendita multibrand e corner nei department store.
Foto: Furla, dall'ufficio stampa