Granjon (Veepee): il consumatore in 10 anni è diventato il re
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Per Granjon conta sempre e solo il prodotto: "deve essere innovativo, desiderabile e il prezzo deve essere giusto"
Per Granjon quel che conta è sempre e solo il prodotto, "bisogna accertarsi che il prodotto sia innovativo e desiderabile e che il prezzo sia giusto. Il consumatore in 10 anni è diventato il re: ha il marketplace, il negozio online, quello fisico. Insomma, i marchi devono lavorare sul prodotto e poi permettere al cliente di scegliere dove acquistare", ha raccontato questa mattina, a Milano, davanti alla platea della 18esima edizione di Netcomm Forum, dedicato al tema “The extended retail: dai metaversi allo space commerce” , promosso da Netcomm, il Consorzio del commercio digitale in Italia. Il modello di marketplace su cui si basa Veepee vede al cantro la relazione con la marca. "Ci occupiamo di vendere i prodotti invenduti, creiamo eventi per vendere capi di fine serie", racconta il fondatore della società francese, il tutto investendo sulla creatività.
Bisogna sfruttare le nuove tecnologie per fare marketing responsabile
"L'omnicanalità è il modo a disposizione per servire il cliente finale. A volte i consumatori vogliono andare nel negozio fisico, altre vogliono ricevere a casa il prodotto dopo tre giorni", ha spiegato Granjon, avvertendo che gli sconti permanenti uccidono l'immagine del marchi: "se lo sconto è permanente il consumatore non comprerà più a prezzo pieno".
Insomma, per il fondatore del colosso delle cosiddette "flash sale" la tecnologia e il digitale rappresentano solo un mezzo per raggiungere il consumatore e soddisfare le sue esigenze. Quanto al metaverso, questo rappresenta un mondo parallelo, "io non desidero una vita parallela", sottolinea Granjon, "è un luogo dove i clienti possono avere cose o esperienze che non si possono permettere nella vita reale".
L'intelligenza artificiale, invece, è una rivoluzione e offre molte opportunità ma la creatività umana è migliore. Sotto certi punti di vista l'intelligenza artificiale rappresenta un pericolo per i posti di lavoro. "Bisogna sfruttare le nuove tecnologie per fare marketing responsabile", ha concluso Granjon, ribadendo che l'aspetto fondamentale è ciò che si vende, ciò che si crea.
Chi è Jacques-Antoine Granjon
L'imprenditore nasce a Marsiglia il 9 agosto 1962 in una famiglia in cui l’impronta imprenditoriale si trasmette di generazione in generazione. Non è un caso, quindi, che Granjon frequenti l'European business school (Ebs) dove conosce il suo primo socio, Julien Sorbac. Con 20mila franchi in tasca, i due lanciano Cofotex, una piccola impresa specializzata nella vendita all’ingrosso di fine serie. L’anno 1985 segna l’inizio dell’avventura imprenditoriale.
Il vero successo arriva 20 anni dopo, con il digitale e l’avvento dell’Adsl. La crescita esponenziale degli anni 2000 è stata vissuta così, ricorda Jacques-Antoine Granjon: “ricordo che un mio amico mi diede questo prezioso consiglio: funziona come nella giungla, prendi un machete, vai avanti e se ti sbagli, torni indietro e tracci un altro cammino”. Nel 2000 Granjon e i suoi soci raggiungono un fatturato superiore a 200 milioni di franchi (circa 30 milioni di euro) nel settore dell’ingrosso.
L’acquisto nel 1996 delle ex tipografie del quotidiano Le Monde, nella Plaine Saint-Denis, rappresenta un punto di svolta. Oggi Veepee dispone di sei edifici nella Seine-Saint-Denis, tra cui Le Vérone inaugurato nel gennaio 2016, e in altri in 10 Paesi.
L’idea è questa: trasferire online il commercio all’ingrosso, continuando in questo modo ad acquistare a prezzi vantaggiosi gli invenduti per poi rivenderli a prezzi scontati in una boutique virtuale, direttamente al cliente finale “E’ l’esecuzione che conta, così come la qualità delle donne e degli uomini che la applicano nel quotidiano”, spiega Jacques-Antoine Granjon. “L’ecommerce consente di estendere le pareti di una boutique virtuale all’infinito”.
Il sito Veepee, lanciato nel 2001, propone ai soci iscritti gli stock di 7mila marche a prezzi decisamente scontati su una piattaforma 100 per cento digitale.
“Il digitale lascia spazio a una mutazione permanente, senza mai dimenticare la realtà: la soddisfazione del cliente, che quest’ultimo sia un brand o un socio”.