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H&M Group sul podio del nuovo report di Stand.earth, seguono Puma e Nike

Scritto da FashionUnited

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Moda
Appena pubblicato Clean energy close up 2024 Credits: Pexels, Ron Lach

H&M Group sul podio del nel nuovo report di Stand.earth, l’organizzazione ambientalista con sede a San Francisco, che valuta i progressi compiuti dai brand nella riduzione delle emissioni e nella transizione verso le energie rinnovabili, si è aggiudicato il primo posto con 59 punti. Puma (51) e Nike (46,5) sono rispettivamente al secondo e terzo posto. Levi Strauss & Co è al quarto posto, mentre Adidas e Gap Inc. sono al quinto e sesto posto. A seguire Vf Corp (settima), Inditex (ottava), Lululemon (nona), Fast Retailing (decimo) e Shein (undicesima).

Clean energy close up ha valutato il lavoro di 11 top brand di moda. Secondo Stand.earth, "abbiamo ottenuto il punteggio totale più alto per i nostri obiettivi di riduzione delle emissioni della catena di approvvigionamento e dell'elettricità rinnovabile e per aver offerto il supporto finanziario più tangibile, il coinvolgimento dei fornitori e l'efficace sostegno alla catena di approvvigionamento".

Il rapporto rileva che i segni di progresso sono limitati ma incoraggianti

"In H&M Group, ci impegniamo a ridurre le nostre emissioni assolute e a raggiungere lo zero netto entro il 2040. I risultati del rapporto di Stand.earth dimostrano che stiamo andando nella giusta direzione. Ma c'è ancora molto da fare, sia come azienda che come settore. Lavorando insieme, potremmo avere un impatto più profondo a un ritmo più rapido", commenta David Dahl, head of climate e nature di H&M Group.

Lo scopo del Clean energy close up 2024 è fornire un'analisi approfondita dei progressi tangibili di 11 tra i più influenti marchi della moda mondiale, in particolare dei loro progressi nella riduzione delle emissioni, nell'eliminazione graduale del carbone e nella transizione verso le energie rinnovabili.

"Il rapporto 2024 Clean energy close up conclude che, tra gli 11 marchi leader della moda globale analizzati nel rapporto, la maggior parte ha ottenuto meno di 25 punti su 100 possibili, dimostrando un'allarmante mancanza di progressi e azioni verso la decarbonizzazione", si legge in una nota.

"Il Clean energy close up 2024 conclude che, tra gli 11 marchi leader della moda globale analizzati nel rapporto, la maggior parte ha ottenuto meno di 25 punti su 100 possibili, dimostrando un'allarmante mancanza di progressi e azioni verso la decarbonizzazione. Solo Levi's, Puma e H&m sono attualmente sulla buona strada per ridurre le emissioni del settore manifatturiero di almeno il 55 per cento entro il 2030 rispetto ai livelli del 2018, nonostante l'obiettivo sia lontano solo sei anni (2030)", si legge in una nota.

Tra i risultati più preoccupanti del rapporto c'è il fatto che il gigante del fast fashion Shein, che ha ottenuto un punteggio di 2,5/100, ha aumentato le sue emissioni assolute di quasi il 50 per cento in un solo anno, ora emette ogni anno più inquinamento della nazione del Paraguay. La crescita vertiginosa del rivenditore elettronico minaccia da sola di compromettere i progressi di decarbonizzazione compiuti dai marchi più tradizionali.

"La buona notizia è che si stanno facendo progressi. La cattiva notizia è che questo progresso è minato dal pericoloso inquinamento prodotto dalla moda ultraveloce e dalla crescente minaccia del greenwashing. In poche parole, la maggior parte dei marchi non è ancora sulla buona strada per la decarbonizzazione e molti si stanno dirigendo nella direzione sbagliata, e indipendentemente dal prezzo stampato sul cartellino, le persone e il pianeta sono lasciati a pagare i veri costi", ha sottolineamente Rachel Kitchin, senior corporate climate campaigner di Stand.earth e principale autrice del rapporto.

Il rapporto rileva che i segni di progresso sono limitati ma incoraggianti: Puma, per esempio, ha registrato una crescita significativa lo scorso anno nel settore dell'energia pulita, utilizzando il 27,4 per cento dell'energia elettrica da fonti rinnovabili nei suoi due principali livelli di fornitura. Tuttavia, per dimostrare che la crescita è tangibile, l'azienda deve fornire dettagli sulla produzione di energia in loco e sui contratti di acquisto di energia, piuttosto che crediti di energia rinnovabile (Rec) inefficaci. Inoltre, H&m offre ora sovvenzioni ai fornitori per la decarbonizzazione, unico marchio a farlo, installando impianti fotovoltaici sui tetti, per esempio per la produzione di energia elettrica.

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