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I marchi del lusso si alleano per promuovere la decarbonizzazione delle filiere della moda

L’iniziativa, che prende il via in Italia, invita altri brand ad adottare pratiche armonizzate in materia di dati ambientali e contribuire allo sviluppo di filiere più sostenibili
Moda
L'obiettivo è di accelerare la decarbonizzazione delle filiere Credits: Pexels, Sueda Dilli
Scritto da Isabella Naef

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Un’azione collettiva per la decarbonizzazione delle filiere della moda, con un focus iniziale sull’Italia, a partire dalla definizione di un questionario facoltativo e non esaustivo, rivolto ai fornitori, per la raccolta dei principali dati ambientali. Questo l'obiettivo dell'European accelerator lanciato oggi da alcuni tra i più importanti brand del lusso a livello internazionale.

Guidato da The fashion pact (organizzazione non profit fondata nel 2019 impegnata a costruire un futuro nature-positive e net-zero per il settore della moda, attraverso una collaborazione guidata dai ceo), l’European accelerator riunisce gruppi e maison del lusso, tra cui Chanel, Ermenegildo Zegna Group, Kering, Gruppo Moncler e il Gruppo Prada, traendo spunto dalle prospettive di associazioni di settore come Confindustria Moda e Camera nazionale della moda italiana, per promuovere un’azione collettiva orientata alla riduzione delle emissioni, all’aumento dell’efficienza e alla costruzione di una resilienza a lungo termine nelle filiere del settore.

L'iniziativa riunisce marchi come Chanel, Ermenegildo Zegna Group, Kering, il Gruppo Moncler e il Gruppo Prada

"Promuovendo pratiche armonizzate nella raccolta dei dati ambientali, non solo rafforziamo la qualità e la coerenza delle informazioni sulla sostenibilità, ma riduciamo in modo significativo anche l’onere di rendicontazione per i fornitori. Questo approccio semplifica la supervisione lungo la catena del valore e aiuterà i brand ad accelerare le proprie strategie di decarbonizzazione. È la dimostrazione concreta della forza dell’azione collettiva nel promuovere un cambiamento sistemico”, ha sottolineato Eva von Alvensleben, direttrice esecutiva e segretaria generale di The fashion pac, in una nota.

Nel dettaglio, l'iniziativa che prende il via in Italia, si articola in tre aree di lavoro interconnesse tra loro con l’obiettivo di accelerare la decarbonizzazione delle filiere. In primo luogo, mira a coinvolgere l’industria della moda di lusso nella definizione di un questionario facoltativo e non esaustivo, rivolto ai fornitori, concernente la raccolta dei principali dati ambientali. L’obiettivo è migliorare la qualità e la coerenza delle metriche ambientali, semplificando al contempo gli oneri amministrativi legati alla rendicontazione da parte dei fornitori.

Successivamente, l’European accelerator si concentrerà sul rafforzamento delle competenze dei fornitori e sull’individuazione di opportunità per migliorare l’efficienza e favorire l’adozione di energie rinnovabili.

"Riconoscendo che l’accesso ai finanziamenti rappresenta tuttora uno degli ostacoli principali per il progresso, l’iniziativa si impegnerà inoltre a creare nuove opportunità che consentano ai fornitori di accedere ai capitali necessari per investire in tecnologie più pulite e sostenere una trasformazione di lungo periodo", spiega la nota.

“L’European accellerator rappresenta un passo strategico e significativo per la nostra industria. Creando un quadro armonizzato per la raccolta dei dati ambientali, l’iniziativa favorisce una rendicontazione più coerente e affidabile, rafforzando al contempo il nostro impegno comune a supportare la catena del valore. È una dimostrazione concreta dell’importanza dell’azione collettiva nell’accelerare la transizione del settore verso pratiche più sostenibili”, ha affermato Lorenzo Bertelli, chief marketing officer ed head of corporate social responsibility del Gruppo Prada.

Lorenzo Bertelli Credits: Courtesy of Gruppo Prada, photo credit Mattia Balsamini

Verso una raccolta armonizzata dei dati ambientali dei fornitori

La prima fase dell’European accelerator affronta il tema della riduzione dell’onere amministrativo legato alla rendicontazione di sostenibilità da parte dei fornitori, attraverso un questionario facoltativo e non esaustivo dedicato alla raccolta dei principali dati ambientali rilevanti.

Nell’ambito dell’iniziativa, i brand aderenti hanno collaborato alla definizione di un questionario per i fornitori incentrato su dati relativi a energia, acqua e rifiuti, testato nell’arco di sei settimane con un gruppo eterogeneo di 74 fornitori in Italia, tra cui produttori di articoli finiti, concerie, produttori di tessuti e filati e produttori di accessori. Il questionario integra anche suggerimenti della Camera nazionale della moda italiana, che riunisce oltre 200 marchi associati.

Attraverso lo sviluppo di un modello di domande per una raccolta armonizzata dei dati ambientali, l’iniziativa si impegna a favorire la chiarezza, ridurre gli oneri amministrativi di rendicontazione per i fornitori e promuovere concretamente il progresso ambientale nelle filiere della moda.

I fornitori, a loro volta, potranno beneficiare di un processo di rendicontazione semplificato, che elimina duplicazioni, migliora l’affidabilità dei dati e consente un significativo risparmio di tempo.

Il questionario, elaborato con il supporto tecnico di Quantis, società di consulenza ambientale del gruppo Bcg, è disponibile per tutti i brand della moda su base facoltativa e non esclusiva. Rendendo il questionario disponibile, l’iniziativa mira a incoraggiare l’adozione di metriche di rendicontazione armonizzate da parte di un numero crescente di brand.

Il questionario è già stato adottato da diversi fornitori e sarà progressivamente esteso lungo l’intera filiera. Un comitato tecnico ne curerà l’aggiornamento periodico, garantendo l’allineamento alle normative più recenti e alle migliori pratiche del settore.

I numeri della decarbonizzazione

Secondo le stime, saranno necessari 4,4 miliardi di euro entro il 2030 affinché il settore europeo della moda possa raggiungere i propri obiettivi di decarbonizzazione . Tuttavia, in Italia, dove si concentra gran parte della produzione dei marchi del lusso, le pressioni economiche, come l’elevato livello di indebitamento, rendono insostenibile gli investimenti necessari per circa il 58% dei fornitori (fonte Just fashion transition 2025, studio strategico Teha Group). Inoltre, la mancanza di standard condivisi nella rendicontazione di sostenibilità ha reso complesso ottenere dati accurati sulle pratiche ambientali dei fornitori.

“In questo momento storico, il settore della moda è chiamato ad attivare un cambiamento concreto e condiviso. È essenziale unire le forze per promuovere la sostenibilità dell’intera filiera tessile e moda. Solo attraverso la collaborazione tra le realtà a monte e a valle sarà possibile definire un approccio comune, in grado di armonizzare le richieste, creare un linguaggio condiviso e portare ad una maggiore semplificazione ed efficienza", ha sottolineato Stefano Albini, presidente di Albini.

"Partecipare al questionario pilota dell’European accelerator è stato molto interessante per noi. In passato, ogni brand richiedeva dati ambientali in modo diverso, ora possiamo condividere delle metriche ambientali armonizzate, migliorando l’affidabilità dei dati. Le domande armonizzate ci aiutano a fornire dati più accurati e ad individuare le aree di miglioramento. Ma soprattutto, questo approccio condiviso rafforza la collaborazione e la fiducia tra fornitori e brand, rendendo i progressi in materia di sostenibilità più concreti e significativi", ha aggiunto Lucia Mantero, direttore sviluppo prodotto di Mantero

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