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Il 15 aprile si celebra la Giornata del made in Italy

Scritto da Isabella Naef

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Moda

Il "brand" made in Italy è il terzo marchio più riconosciuto al mondo Credits: Pexels, Alexandra Maria

Il 15 aprile si celebrerà la Giornata del made in Italy (Gnmi) e Federazione moda Italia-Confcommercio ha messo a punto il documento “Compra originale. Made in Italy? Si grazie! Compri falso? No perche..." "Il made in Italy rappresenta per la moda e il nostro Paese un patrimonio che va tutelato e rilanciato perché "La moda passa, lo stile resta". "E noi italiani siamo maestri di stile nel mondo", sottolinea Federazione moda Italia.

Federazione moda Italia-Confcommercio mette a punto il vademecum "Compra originale"

Con il vademecum “Compra originale”, Federazione moda Italia-Confcommercio punta a contrastare il fenomeno della contraffazione attraverso dieci consigli pratici per evitare di cadere in tentazione verso un acquisto non consapevole e solo apparentemente a buon mercato. Il documento parte da un'elencazione di problematiche che riguardano i rischi per la salute in quanto molti prodotti contengono agenti chimici e solventi cancerogeni; per arrivare alle sanzioni anche per chi acquista prodotti falsi a partire da 100 euro fino a 7mila euro.

Nel vademecum sono presenti anche sintetici elementi, tra letteratura e definizione di legge, per riconoscere il valore del made in Italy nella moda secondo il cosiddetto “Country effect” (effetto ottenuto, nell’immaginario collettivo, da un prodotto realizzato in un certo luogo che ne identifica il Paese stesso) e la definizione del Codice doganale europeo.

Il "brand" made in Italy è il terzo marchio più riconosciuto al mondo dopo Coca Cola e Visa

Secondo una ricerca di Kpmg advisory il "brand" made in Italy è il terzo marchio più riconosciuto al mondo dopo Coca Cola e Visa. Nell’attuale scenario di economia della “percezione”, dove i marchi contano sempre di più, il made in Italy rappresenta un asset con potenzialità nei processi di penetrazione commerciale delle imprese: riconoscibilità; eccellenza qualitativa; estetica; capacità di acquisire leadership globali in nicchie di mercato e flessibilità.

Automazione; abbigliamento - moda; arredo e design e design e alimentare sono le cosiddette quattro A del made in Italy.

La legge

In Italia, il 27 dicembre 2023 è stata pubblicata la Legge 206/20233 sulla valorizzazione, promozione e tutela del made in Italy che reca disposizioni organiche tese a valorizzare e promuovere, in Italia e all'estero, le produzioni di eccellenza, il patrimonio culturale e le radici culturali nazionali, quali fattori da preservare e tramandare non solo a fini identitari, ma anche per la crescita dell'economia nazionale nell'ambito e in coerenza con le regole del mercato interno dell'Unione europea.

Tale legge prevede, tra l’altro, all’art. 10 la “Valorizzazione della filiera delle fibre tessili naturali e provenienti da processi da riciclo”; all’art. 11 le “Misure per la transizione verde e digitale nella moda”; l’istituzione all’art. 18 del “Liceo del made in Italy” e all’art. 19 della Fondazione «Imprese e competenze per il made in Italy»; all’art. 25 “Imprese culturali e creative” e all’art. 26 “Albo delle imprese culturali e creative di interesse nazionale”.

C’è poi un provvedimento normativo, la Legge 166/20094, che identifica un prodotto realizzato interamente in Italia e classificabile come made in Italy se il disegno, la progettazione, la lavorazione e il confezionamento sono compiuti esclusivamente sul territorio italiano.

La norma italiana prevede anche che chiunque faccia uso di un'indicazione di vendita che presenti il prodotto come interamente realizzato in Italia, quale "100 per cento made in Italy", "100 per cento Italia", "tutto italiano", in qualunque lingua espressa, o altra che sia analogamente idonea a ingenerare nel consumatore la convinzione della realizzazione interamente in Italia del prodotto, ovvero segni o figure che inducano la medesima fallace convinzione, sia punito, ferme restando le diverse sanzioni applicabili sulla base della normativa vigente, con le pene previste dall'articolo 517 del codice penale, aumentate di un terzo.

Esempio di Falas indicazione: indicazione in etichetta del “Made in Italy" su prodotti e merci non originari dall'Italia. Esempio di Fallace indicazione: l'uso di segni, figure, o quant'altro possa indurre il consumatore a ritenere che il prodotto o la merce sia di origine italiana incluso l’uso fallace o fuorviante di marchi aziendali, anche nel caso in cui sia indicata l'origine e la provenienza estera dei prodotti o merci.

Tra le motivazioni che devono spingere ad acquistare capi originali, Federazione moda Italia-Confcommercio, indica il fatto che chi produce e chi vende un prodotto contraffatto commette un reato penalmente rilevante.

Chi acquista un prodotto contraffatto è complice di un reato mette a rischio la sua salute e quella dei suoi figli e alimenta la criminalità organizzata

Secondo una ricerca di Confcommercio – Format Research sul sentiment dei consumatori nei confronti dell'illegalità, dell'abusivismo e della contraffazione emerge che quasi un consumatore su tre (30,5 per cento) ha acquistato un prodotto contraffatto o usufruito di un servizio illegale. Per la maggior parte dei consumatori la ragione principale degli acquisti illegali è di natura economica (70 per cento) e il 73 per cento ha dichiarato di pensare che sia normale comprare contraffatto o da abusivi. Oltre il 90 per cento dei consumatori ritiene è consapevole dei rischi dell’acquisto illegale e degli effetti negativi del fenomeno e il 66,8 per cento è informato sulle sanzioni. In crescita gli acquisti “incauti” sul web.

Tornando ai motivi per non comprare falsi, la sicurezza della salute rientra, come detto, tra i principali.

"I prodotti contraffatti non seguono processi produttivi a norma di legge e controllati, con conseguenti inevitabili rischi per la salute di chi indossa o utilizza il prodotto contraffatto, causati da agenti chimici, coloranti e collanti (allergenici o addirittura cancerogeni), utilizzati nella lavorazione dei prodotti tessili, della pelletteria e delle calzature", sottolinea Federazione moda Italia nel vademecum. Le sanzioni sono un altro deterrente. Acquistare prodotti falsi comporta una sanzione per l’acquirente finale da 100 euro a 7.000 euro.

L’industria del falso produce un danno allo Stato Credits: Pexels, Andrea Piacquadio
La qualità di un prodotto contraffatto corrisponderà al prezzo pagato dal consumatore sia in termini di scarsa fattura dello stesso, sia per la mancanza di garanzie di qualità, di assenza di difetti e di assistenza post vendita, prosegue il vademecum.

L’industria del falso produce un danno allo Stato, sottraendo all’erario una quota significativa di gettito a causa della diminuzione delle entrate, dell'evasione fiscale e di quella contributiva.

Un altro tema è l'occupazione

Contraffazione e abusivismo contribuiscono allo sfruttamento della manodopera clandestina, del lavoro sommerso e del lavoro minorile sottraendo importanti spazi all’economia regolare.

"Vengono danneggiati gli imprenditori che pagano le tasse. Quegli imprenditori che producono nel rispetto delle leggi e investono in ricerca, sviluppo, innovazione e immagine; quegli imprenditori che vendono nei negozi tradizionali prodotti originali e Made in Italy con valore pari a quelli delle false griffe. Insomma, la concorrenza sleale è un altro valido argomento per frenare l'acquisto di falsi. "Un mercato senza legge è un mercato fuori legge", sottolinea Federazione moda Italia. "Sono rilevanti i danni in termini di mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro, delle tutele dei lavoratori occupati nell’industria del falso e nella vendita abusiva di prodotti taroccati.

Aspetto penale

Contraffazione e abusivismo sono troppo spesso e a torto considerati “reati minori”. Nella realtà contraffazione e abusivismo alimentano la malavita e arricchiscono la criminalità organizzata.

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