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Il direct-to-consumer è un trend del settore retail

Scritto da Isabella Naef

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Moda
Courtesy of Manhattan Associates
Nonostante il fervore alimentato dalla pandemia per l'ecommerce, secondo Manhattan Associates, azienda tech che opera nel settore della supply chain e nel commercio omnicanale, il fenomeno D2c, direct to consumer, sembra destinato a rimanere a lungo.

"La condizione di vendere direttamente ai consumatori ha certamente dato una spinta alle aziende tecnologiche che aiutano a districarsi tra le complessità delle supply chain del retail, ma i brand devono riconoscere che la logistica delle vendite D2c può essere molto diversa dalle operazioni convenzionali richieste per rifornire gli store tradizionali", spiegano gli esperti di Manhattan Associates.

Di conseguenza, il passaggio a modelli D2c e la crescente concorrenza tra i classici canali di retail e ecommerce hanno cambiato l'importanza del fulfilment: prima veniva considerato una banalità, ma ora risulta un vantaggio competitivo potenzialmente significativo. I consumatori odierni si aspettano opzioni di delivery rapide, a basso costo e rispettose dell'ambiente; addirittura, il 33 per cento abbandona i carrelli online se ritiene che la data di spedizione sia troppo tardiva.

Allo stesso modo, i brand che offrono delivery il giorno successivo o il giorno stesso, o alternative come il click-and-collect, il bopis( buy online pickup in store), il ritiro curbside e il boris (buy online return in store), tendono ad attrarre più clienti e a stabilire una loyalty a lungo termine, oltre che acquisti ripetuti.

"Prendiamo per esempio Adidas", spiegano gli esperti di Manhattan Associates, "le vendite D2c hanno aiutato a incrementare i suoi ricavi nel secondo trimestre dell'esercizio finanziario e il suo ecommerce rappresenta ora oltre il 20 per cento del suo business. L'azienda ha recentemente comunicato che le vendite online sono cresciute a due cifre anche nel secondo trimestre del 2022".

Un altro esempio di strategia D2c è quello di Nike. Dal 2017, l'azienda ha ridotto il numero di retail partner "per concentrarsi sulla crescita della propria presenza online e negli store. Il suo flagship store di Oxford Circus nel Regno Unito e la sua intuitiva member app sono ottimi esempi di questa mossa strategica: fornire ai membri più fedeli una maggiore gamma di offerte su misura e in edizione limitata, non disponibili al di fuori dell'ecosistema retail online e fisico di Nike", ha aggiunto il management di Manhattan Associates.

"Il passaggio a questo modello ha dato a Nike il pieno controllo sulle customer relationship e, soprattutto, sui dati a essi associati, rendendo le customer journey e le user experience più ricche e più autentiche in egual misura", hanno sottolineato gli esperti.

Direct to consumer
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