Il Fashion Pact tocca quota 60 aziende
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La sostenibilità è sempre più al centro dell'industria della moda e i grandi gruppi si stanno alleando per realizzare qualcosa di concreto per salvare il pianeta. Attraverso una nota, il Fashion Pact, che riunisce gli amministratori delegati di oltre 60 aziende della moda e del tessile, ha messo nero su bianco l'impegno al raggiungimento di una serie di ambiziosi e ben precisi obiettivi ambientali condivisi, focalizzati su tre aree principali: clima, biodiversità e oceani.
Fanno parte del Fashion Pact, tra gli altri, Bonaveri, Burberry, Calzedonia Group, Diesel, Ermenegildo Zegna, Geox, Gruppo Armani, Herno, Moncler, Prada spa, Salvatore Ferragamo
Il Fashion Pact è una coalizione di aziende globali leader del settore della moda e tessile (ready-to wear, sport, lifestyle e lusso), oltre ai fornitori e distributori, tutti impegnati al raggiungimento di una serie di obiettivi condivisi e focalizzati su tre aree principali: arrestare il riscaldamento globale, ripristinare la biodiversità e proteggere gli oceani.
Promosso come incarico affidato dal presidente Francese Emmanuel Macron a François-Henri Pinault, presidente e ceo di Kering, il Fashion Pact è stato presentato ai capi di stato in occasione del vertice del G7 di Biarritz, nel 2019.
I membri della coalizione hanno identificato sette obiettivi concreti e strategici riguardanti tre aree principali, con il supporto di alcuni dei migliori esperti tecnici. Si sono focalizzati in particolare sulle opportunità non ancora sfruttate, per cui è necessaria un’azione collaborativa per trovare delle soluzioni e ottenere risultati importanti a livello globale.
A un anno dalla sua creazione, il numero dei membri del Fashion Pact è raddoppiato; le aziende firmatarie sono al momento più di 60 e provengono da diversi settori e 14 paesi. Le aziende del Fashion Pact rappresentano oggi oltre 200 brand e 1/3 dell’industria della moda. "Questo grado di diversità e ricchezza è fondamentale per garantire un impatto a lungo termine nella supply chain", si legge nella nota.
"Il Fashion Pact è ancora all’inizio dei suoi lavori. La coalizione ha compiuto i primi passi.
Per misurare i progressi e portare avanti le proprie azioni, il patto ha definito una dashboard digitale di key performance index, basata sui suoi tre pilastri e sviluppata grazie alla consulenza strategica del Boston consulting group (Bcg).
I membri firmatari del Fashion Pact si sono impegnati a favore dei Science based target per il clima, al fine di raggiungere la neutralità di carbonio entro il 2050. L'obiettivo è attuare i principi della carta delle Nazioni Unite per la sostenibilità della moda; ottenere un approvvigionamento di materie prime per il 25 per cento a basso impatto ambientale entro il 2025 e il raggiungere una percentuale del 50 per cento di energie rinnovabili entro il 2025 e del 100 per cento entro il 2030.
L’attenzione alla biodiversità sta emergendo lentamente nel mondo della moda, pur essendo un tema cruciale per le aziende che utilizzano le risorse naturali. Per quanto riguarda questo pilastro, il Fashion Pact si è concretamente impegnato nella salvaguardia delle specie in pericolo e nella protezione e ricostruzione degli habitat a rischio.
Basando la propria azione sulla scienza e sul know-how tecnico, il Fashion Pact ha collaborato con Conservation International per raggiungere tre obiettivi principali. Il primo è l’elaborazione di un piano di azione dettagliato per un’azione individuale e collettiva nei prossimi due anni. Il secondo obiettivo è costituire una collaborazione con i principali esperti e istituzioni globali affinché sostengano la parte tecnica. Infine, il terzo obiettivo è la ricerca di supporto per sostenere le analisi scientifiche e gli approcci che aiuteranno a plasmare i risultati in materia di biodiversità.
I primi obiettivi concreti che i membri del Fashion Pact hanno fissato sono lo sviluppo di progetti di biodiversità individuali entro la fine del 2020; il sostegno alla zero-deforestazione e la gestione sostenibile delle foreste entro il 2025.
L’80 per cento delle aziende firmatarie non si era mai impegnato a favore della biodiversità prima di unirsi al Fashion Pact e il 50 per cento di loro ha affermato che l’adesione al patto ha incoraggiato nelle rispettive organizzazioni lo sviluppo di azioni o impegni per fermare la deforestazione.
Per quanto riguarda il pilastro degli oceani, il primo obiettivo del Fashion Pact è l’eliminazione di tutta la plastica superflua e fonte di inquinamento presente negli imballaggi (come quella delle bustine di plastica, degli appendini, delle confezioni e dei sacchetti).
Tra i firmatari figurano Adidas, Aigle, Aldo group, Bally, Bonaveri, Burberry, Calzedonia Group, Capri Holdings, Chanel, Diesel, Ermenegildo Zegna, Farfetch, Gant, Gap, Geox, Gruppo Armani, H&M GROUP, Hermès, Herno, Inditex, Kering, Mango, Moncler, Nike, Prada spa, Pvh, Ralph Lauren, Salvatore Ferragamo, Stella MccArtney.
Foto: Pexels