Il made in Italy punta sul mercato cinese e crescono i brand sul Tmall luxury pavilion
loading...
Dall’Altagamma Consensus 2023, realizzato da Altagamma con il contributo di 21 tra i maggiori analisti internazionali specializzati, emerge che la Cina sul lungo periodo resta il più grande mercato del lusso, trainato dalla prosperità della classe media, dalle nuove generazioni e dallo sviluppo di nuovi poli. Tra i canali distributivi, continuerà a prosperare il canale retail, sia fisico, sia digitale, che permette un rapporto diretto con i consumatori e un controllo maggiore di tutti i touchpoint, consentendo ai brand di rafforzare una strategia omnichannel.
In questo quadro realtà come Tmall luxury pavilion, marketplace digitale business to consumer di Alibaba Group, che ha da poco celebrato il suo quinto anniversario, sono spazi gettonati dalle etichette del lusso desiderose di approcciare i consumatori cinesi e di sfruttare le potenzialità del metaverso per accaparrarsi le quote di mercato delle nuove generazioni.
Come ha spiegato a FashionUnited Manuela Brega, business development manager fashion e luxury di Alibaba Group, “Tmall luxury pavilion, lanciato nel 2017 per connettere i marchi di fascia alta con il mercato cinese, ha registrato una crescita importante negli ultimi cinque anni. Nel 2021, il numero di consumatori sul marketplace è aumentato del 153 per cento rispetto al 2019 e il volume totale delle transazioni del 309 per cento". Il numero dei clienti della piattaforma dedicata al lusso non viene reso noto, mentre il totale dei consumatori attivi in Cina sui marketplace di Alibaba superano il miliardo.
Oggi la piattaforma dedicata ai marchi del lusso ospita oltre 200 etichette. Valentino, Gucci, Versace, Brunello Cucinelli, Ferragamo, Moncler sono solamente alcuni dei marchi del made in Italy presenti.
La percentuale sul venduto che le griffe devono riconoscere a Tmall luxury pavilion è del 5 per cento
“I marchi creano lo specchio del loro sito istituzionale, aprono uno spazio in cui decidono la comunicazione e l’immagine”, ha aggiunto Brega, sottolineando che sulla piattaforma le aziende possono sfruttare tutte le potenzialità del digitale e del metaverso, dal gaming, alle sfilate, agli avatar, alla creazione di flagship store tridimensionali. La prova dei capi, le sfilate e altri eventi sono fenomeni legati allo sviluppo del fenomeno metaverso a cui i marchi si stanno affidando sempre di più per andare incontro a quella fetta di mercato rappresentata dalle nuove generazioni.
Per quanto riguarda i costi, facendo riferimento solo alla sezione fashion, che include le categorie di abbigliamento uomo, donna, underwear e accessori, la percentuale sul venduto che i marchi devono riconoscere al marketplace è pari al 5 per cento. La somma di partenza che occorre investire annualmente varia tra gli 80mila Rmb (circa 10.888 euro circa al cambio attuale) e i 110mila Rmb (14.970 euro circa al cambio attuale), intesi come somma di "security deposit" e il fee annuale per il "software service". Questa cifra rappresenta l’investimento minimo per aprire un flagship store, a cui vanno sommati investimenti in marketing e comunicazione per uniformare lo store online all’immagine del brand. La piattaforma cinese indica una serie di agenzie specializzate cui le griffe possono rivolgersi per avere supporto su questo fronte.