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Il "Protocollo d’intesa per la legalità nei contratti di appalto nelle filiere della moda” e le riserve di Camera moda

Scritto da Isabella Naef

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Moda
Ieri, il presidente di Confindustria Moda Luca Sburlati ha firmato presso la Prefettura di Milano il Protocollo per il contrasto all’illegalità negli appalti nella filiera produttiva della moda Credits: FashionUnited, immagine generata con l'ausilio dell'Intelligenza artificiale

Ieri, il presidente di Confindustria Moda, Luca Sburlati, ha firmato presso la Prefettura di Milano il Protocollo per il contrasto all’illegalità negli appalti nella filiera produttiva della moda. Confindustria Moda conferma così la piena disponibilità a collaborare con le istituzioni pubbliche (prefettura, tribunale, procura distrettuale antimafia, regione, ispettorato del lavoro, carabinieri) e con le altre associazioni rappresentative del settore, spiega una nota.

Le riserve di Camera della moda

Secondo Camera della moda nel protocollo restano "aperti alcuni punti essenziali che hanno bisogno di essere declinati operativamente in modo diverso per evitare di produrre effetti negativi sulle aziende e sulla filiera", In particolare, i punti su cui Cnmi mantiene una riserva sono, quelli relativi alla necessaria tutela della riservatezza, know how dei brand e dei clienti, nonché la divulgazione di informazioni, dati relativi agli stessi, specifica l'associazione guidata da Carlo Capasa, attraverso una nota.

Nel corso della definizione del testo del protocollo, in tutti gli incontri anche tecnici, avvenuti fin dal mese di giugno del 2024, "Confindustria Moda ha scelto di assumere un ruolo costruttivo per mettere a punto un sistema condiviso per la trasparenza e il controllo della filiera. L’obiettivo è salvaguardare, con equilibrio, tutti gli interessi in gioco, dalla promozione della piena legalità, alla leale concorrenza tra le imprese nazionali e tra queste e i concorrenti esteri, al pieno rispetto dei diritti dei lavoratori (salari, diritti, salute e sicurezza, welfare)", si legge nel comunicato stampa di Confindustria Moda.

Nel dettaglio, Confindustria Moda ha posto al centro della propria azione i seguenti aspetti irrinunciabili: la centralità dell’applicazione lungo tutta la filiera del Contratto collettivo nazionale di lavoro, sottoscritto dalle parti datoriali e sindacali maggiormente rappresentative sul piano nazionale; la necessità che ogni sistema di trasparenza e controllo della filiera garantisca pienamente la salvaguardia della proprietà intellettuale e della privacy sui dati, sull’organizzazione e sul business delle aziende coinvolte, sia di grandi dimensioni sia per le pmi e, infine, l’importanza della semplicità di applicazione delle procedure, per evitare ulteriori complessità e duplicazioni di adempimenti che non servono per il raggiungimento degli obiettivi sostanziali, ma rischiano di aggravare in modo insostenibile la burocrazia.

Dopo la firma di ieri e la formalizzazione del quadro complessivo di intervento, Confindustria Moda "è pronta a collaborare in sede tecnica, per l’implementazione operativa dei contenuti del protocollo, a cominciare dalla definizione degli standard produttivi, che consentiranno la verifica della congruità degli appalti e dei target di prezzo associati all’organizzazione delle produzioni".

Luca Sburlati, ceo del Gruppo Pattern e presidente di Confindustria Moda Credits: Gruppo Pattern
“Pur trattandosi di un accordo definito su base territoriale, è evidente la portata anche nazionale di questo esperimento: ciò sia per la rappresentatività su base nazionale di molti soggetti firmatari, sia per le caratteristiche specifiche delle filiere produttive della moda, che non conoscono confini territoriali, locali, regionali e molto spesso nemmeno nazionali", ha detto il presidente di Confindustria Moda, Luca Sburlati.

Cnmi continuerà a lavorare alacremente al perfezionamento delle attività previste dal protocollo

Come anticipato, Camera nazionale della moda italiana ha aderito alla proposta della Prefettura di Milano di addivenire alla definizione di un insieme di regole comuni e condivise per assicurare la trasparenza nelle filiere produttive della moda. "Ricordando che l’altissima qualità dei prodotti italiani è garantita da un perfetto e trasparente equilibrio fra grandi aziende (brand) e piccole imprese che insieme danno vita a una catena del valore che è alla base di una delle maggiori industrie del Paese", specifica, Camera nazionale della moda italiana, nella nota.

Il confronto che è avvenuto in questi mesi di lavoro sotto il coordinamento della Prefettura, "ha consentito di raggiungere una sintesi nell’attuale versione del protocollo d’intesa che è largamente condivisibile e rappresenta un risultato di sistema importante. Restano tuttavia aperti alcuni punti essenziali che hanno bisogno di essere declinati operativamente in modo diverso per evitare di produrre effetti negativi sulle aziende e sulla filiera", spiega Camera della moda.

In particolare, i punti su cui Cnmi mantiene una riserva sono, quelli relativi alla necessaria tutela della riservatezza, know how dei brand e dei clienti, nonché la divulgazione di informazioni, dati relativi agli stessi.

"Cnmi continuerà a lavorare alacremente al perfezionamento delle attività previste dal protocollo e al contempo a rappresentare su tutti i tavoli di confronto con le istituzioni e le associazioni del settore l’importanza di poter contare su una legge che determini un quadro normativo chiaro, ordinato, specifico e facilmente applicabile", specifica l'associazione,

CARLO CAPASA
Confindustria Moda
legalità
Luca Sburlati