Internship e alte percentuali di assunzione per gli studenti Domus Academy
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Prosegue questa settimana la serie di articoli dedicata alle scuole di formazione nell'ambito della moda. Con questa serie FashionUnited risponderà a molti interrogativi dei diplomandi e dei laureati che si accingono a scegliere un istituto di formazione e che desiderano intraprendere una carriera nell'ambito della moda. Questa settimana abbiamo scelto Naba e Domus Academy e ne abbiamo parlato con il ceo Marc Ledermann, che ricopre anche la carica di senior vice president business development Laureate design universities.
Babylon, ossia l’idea della moda come linguaggio immerso in una moltitudine di segni, immagini e stili è stato il tema ispiratore dei 100 outfit che hanno sfilato lo scorso luglio durante il fashion show degli studenti del triennio di Fashion design di Naba ed è anche il Dna di questa scuola come si percepisce immediatamente visitando la sede milanese di via Darwin. Un agglomerato con diverse palazzine dove convivono laboratori di sartoria attrezzati con le stesse macchine da cucire utilizzate negli stabilimenti delle griffe, aule, uffici e zone ricreative a disposizione degli oltre 2700 studenti iscritti provenienti da tutte le regioni italiane e da più di 47 Paesi diversi.
Quanti studenti si collocano nel mondo del lavoro dopo aver frequentato le vostre scuole?
Per Domus Academy la percentuale di studenti che ha trovato un impiego dopo un anno dal conseguimento del diploma è dell’83 percento. I nostri dati sono certificati da Demoskopea. Inoltre, il 100 percento degli studenti svolge un internship durante il corso. Circa 250 aziende collaborano con Domus Academy sia per progetti speciali, sia per gli stage. Per quanto riguarda Naba, invece, la percentuale di studenti che ha trovato un impiego è dell’81 percento, anche in questo caso si tratta di numeri certificati da Demoskopea. Tutti gli studenti dei corsi Naba svolgono un’esperienza di lavoro durante il percorso formativo in virtù della collaborazione con 350 aziende con cui collaboriamo. Un dato significativo è che per Naba l'85 percento degli studenti trova lavoro in settori coerenti con il percorso di studi.
Che tipo di servizi offrite agli studenti che non risiedono a Milano?
Intorno alla sede sono disponibili circa 700 posti letto per gli studenti che non risiedono a Milano o per gli stranieri, che sono la maggioranza. Basti pensare che alla sfilata di luglio erano oltre 15 le nazionalità rappresentate dagli stilisti che hanno presentato le loro collezioni: Albania, Bulgaria, Cina, Cipro Equador, Federazione Russa, India, Indonesia, Italia, Perù, Romania, Spagna, Stati Uniti D’America, Svezia, Svizzera, Turchia. Inoltre, esiste uno Student service che organizza eventi culturali e ci sono dei medici a disposizione per gli studenti che ne hanno bisogno.
Quali sono i profili più gettonati?
Visual merchandiser, digital marketing, communication e social network, fashion blogger, textile designer, brand manager, sales brand promoter e stylist. Quest'anno stiamo registrando una tendenza verso figure come content strategist, web content writers, visual brand designer.
Cosa consiglia a un giovane che si accinge a scegliere un percorso formativo nel mondo della moda?
Innanzitutto di assecondare la propria passione e poi di trovare un percorso di studi accreditato. A questo proposito vorrei ricordare che al completamento del corso di studi gli studenti, oltre al Master diploma rilasciato da Domus Academy, ricevono il titolo di Master accademico di primo livello accreditato dal Ministero italiano dell’istruzione, dell’università e della ricerca (Miur). Per quanto riguarda Naba, invece, vorrei sottolineare che si tratta della più grande accademia privata italiana ed è la prima ad aver conseguito, nel 1980, il riconoscimento ufficiale del Miur. Tornando ai suggerimenti per scegliere il percorso giusto aggiungerei che è importante essere curiosi, fare molte domande per capire quali sono gli sbocchi occupazionali, dove si trovano le migliori opportunità di successo. Confrontarsi con chi ha già una professionalità alle spalle è molto utile.
Che tipo di curriculum hanno i vostri docenti?
Il 90 percento dei docenti di Domus Acedemy ha un profilo non accademico, si tratta di professionisti affermati nel settore del fashion. Per Naba la percentuale di docenti che provengono dal mondo accademico è del 25 percento, anche in questo caso, quindi, la maggior parte degli insegnanti ha una forte esperienza e una conoscenza approfondita del settore e della materia acquisita sul campo. (Romeo Gigli, Angela Missoni, Antonio Marras, Domenico Dolce, Gaia Trussardi, sono solo alcuni tra i docenti o visiting professor dei corsi, ndr). Il nostro focus è il successo degli studenti una volta che saranno usciti di qui; per raggiungere quest’obiettivo facciamo in modo che chiunque acceda ai corsi abbia una buona conoscenza della lingua inglese e le medesime competenze. E’ molto importante adottare standard rigidi di ammissione, così come avere un processo di selezione trasparente.
Che tipo di rapporti avete con le aziende, con le griffe che rappresentano potenziali sbocchi occupazionali per gli studenti?
La tipologia di imprese che collabora con noi sono case d’alta moda, apparel e accessories company, showroom, fashion design studio, piattaforme di ecommerce e magazine. Domus Academy ha sviluppato una fitta rete di collegamenti e relazioni con molte aziende del settore come Fendi, Roberto Cavalli, Trussardi, Versace, Vionnet. Nel 2014 abbiamo istituito il Metaphysical club, un progetto che vede esponenti del panorama internazionale del design, dell’arte e dell’architettura individuare i temi che guideranno la ricerca e il percorso di Domus Academy nei mesi successivi.
Foto: Marc Ledermann, ceo Naba e Domus Academy Foto: Domus Academy