Kering: rafforzare la supply chain per resistere ai cambiamenti climatici
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"Data la dipendenza del settore del lusso dalle materie prime di qualità, dobbiamo capire le potenziali vulnerabilità che il cambiamento climatico implica ed essere proattivi nel costruire la resilienza attraverso le nostre supply chain", ha detto Marie-Claire Daveu, direttore sviluppo sostenibile e affari istituzionali internazionale Kering.
"In realtà, attuare una strategia climatica ambiziosa a livello aziendale non è negoziabile. In questo modo, le aziende avranno l'opportunità di ridurre i rischi perseguendo gli obiettivi di business, mentre, allo stesso tempo, daranno contributi significativi per l'ambiente e la società in senso più ampio".
Secondo il Carbon disclosure project (Cdp), organizzazione no-profit che offre ad aziende e Paesi, una sistema per misurare e gestire informazioni riguardanti il cambiamento climatico e idrico, anche se in media circa la metà delle emissioni di anidride carbonica di una società proviene dal suo indotto, nel settore del lusso la maggior parte di emissioni di anidride carbonica proviene dalla produzione di materie prime e dalle prime fasi di trattamento.
Kering e Bsr hanno pubblicato il Rapporto: "Cambiamenti climatici: implicazioni e strategie per il settore della moda e del lusso"
Lo ha rilevato il Carbon disclosure project in un rapporto sui cambiamenti climatici realizzato da Kering, gruppo del lusso cui fanno capo, tra gli altri, i marchi Gucci, Bottega Veneta, Saint Laurent, Alexander McQueen, Balenciaga, Brioni, Christopher Kane, McQ, Stella McCartney, e Bsr, organizzazione internazionale no profit che collabora con una rete di oltre 250 società alla costruzione di un mondo giusto e vivibile. Il rapporto sul cambiamento climatico e l'industria del lusso è stato pubblicato ieri.
L'indagine, dal titolo "Cambiamenti climatici: implicazioni e strategie per il settore della moda e del lusso", è una prima analisi delle conseguenze dei cambiamenti climatici sul settore del lusso. Il report ha lo scopo di aiutare gli operatori del settore a comprendere le vulnerabilità e formula raccomandazioni per lo sviluppo di modelli di business più favorevoli all'ambiente.
Secondo il Carbon disclosure project il cambiamento climatico espone le aziende della moda e di lusso a rischi aggiuntivi rispetto a quelli che pesano su altri settori. Le interruzioni dei trasporti e delle consegne, la carenza di risorse e i problemi sociali, per esempio, sono un problema per questo segmento del mercato.
Nel dettaglio, la relazione si concentra sulle materie prime strategiche per l'industria e presenta la sintesi dei risultati di un'analisi approfondita dedicata al clima attuale e ai rischi futuri per il cotone, il cachemire, la vigogna, la seta, la pelle. Gli autori dello studio hanno anche fornito suggerimenti su come costruire catene di approvvigionamento resistenti, sia migliorando l'efficienza e l'innovazione nei modi di produzione di materie prime, sia attraverso azioni e soluzioni esistenti per le imprese.
Il principale insegnamento del rapporto è che le aziende devono rivedere la catena della supply chain. Tra i suggerimenti pratici, infatti, risulta che le aziende devono capire loro catene di approvvigionamento e sostenere i sistemi di produzione delle materie prime che sono più resistenti al cambiamento climatico. La quantità e la qualità delle materie prime saranno entrambi sempre più colpiti dagli effetti del cambiamento climatico, esponendo le aziende a maggiori rischi. Inoltre, il rapporto mette in luce come il cambiamento climatico possa influire sulle più importanti regioni produttrici di merci di lusso. Le materie prime la cui fornitura è geograficamente limitata, come la vigogna, sono particolarmente vulnerabili. Ne discende, spiega il report, che la produttività in calo delle materie prime avrà un grave impatto sui piccoli produttori e sulle loro comunità.