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La fashion week di Milano celebra la rinascita

Scritto da FashionUnited

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Moda
Courtesy of Mm6 Margiela

Pare aver messo d’accordo tutti la settimana della moda di Milano che si è conclusa ieri. Un’edizione con 65 sfilate di cui 42 in presenza e 23 digitali, 75 presentazioni, di cui 56 in presenza e 19 digitali, con un traffico che in città che non si vedeva da tempo, con i ristoranti pieni, con le modelle e gli addetti ai lavori in giro per le strade.

Sicuramente per gridare vittoria, sperando di essersi lasciati alle spalle questa pandemia da Covid-19 e poter tornare a una situazione “normale” almeno come numero di visitatori, bisognerà aspettare febbraio, ma sicuramente questa edizione settembrina ha portato a casa risultati interessanti e soddisfacenti per molti.

Paillettes e lustrini inneggiano alla rinascita

Numeri alla mano, nel primo semestre del 2021 sono stati registrati segnali di ripresa per il settore moda, con un rimbalzo del 24 per cento. “Le previsioni per fine anno sono di toccare 83 miliardi di fatturato, solo il 7 per cento sotto il livello del 2019”, ha specificato Carlo Capasa, presidente di Camera nazionale della moda, pochi giorni prima del calcio di inizio della fashion week, andata in scena dal 22 al 27 settembre.

I dati di export della moda italiana sono stati positivi nei primi cinque mesi del 2021, con una crescita complessiva delle esportazioni pari al 27,6 per cento e del 34,3 per cento verso i soli Paesi Extra-Ue, e una crescita vicina al raddoppio (+93,9 per cento) verso la Cina.

Tornando alla fashion week di Milano, sono tornate protagoniste le sfilate, ha fatto tanto parlare la collaborazione Fendi Versace (“l’incontro tra Fendi e Versace, due case di moda iconiche ha portato a questo momento unico nella moda: Fendace è la moda con la F maiuscola e la V maiuscola. Insieme stanno per libertà, divertimento e virtuosismo”, ha detto il direttore creativo Donatella Versace), sono piaciuti i lustrini e il luccichio che si è visto su molte passerelle, Dolce & Gabbana in primis, in segno di vera e propria rinascita, voglia di tornare a brillare, a farsi guardare e a divertirsi.

Anche i numeri di White, kermesse che attira in zona Tortona pletore di buyer e giornalisti, testimoniano questa ripresa: sono stati oltre 13mila i visitatori, di cui l’85 per cento buyer (il settembre scorso erano state circa 5.000 le presenze tra buyer e stampa).

Le passerelle

A catalizzare l’attenzione sulle passerelle sono stati Emporio Armani, che festeggia 40 anni, Prada, Armani, Mm6 Margiela. Altro compleanno importante, festeggiato ai Bagni Misteriosi, è stato quello della stilista fiorentina Chiara Boni che ha alle spalle 50 anni di carriera e che ha fatto del jersey stretch, la chiave del suo successo. La collezione primavera estate 2022 Chiara Boni La Petite Robe, si è focalizzata su un look essenziale ed elegante con modelli che vanno dai completi pigiama più maschili, impreziositi da piping a contrasto, alle jumpsuit e ai maxi abiti arricchiti da dettagli drappeggiati. I ricami floreali sbocciano su un corsetto abbinato a pantaloni a sigaretta e blazer versatili.

Per Emporio Armani, che ha sfilato nel quartier generale di via Bergognone, la silhouette è femminile, allungata e con la vita segnata, per abiti, piccole tute e pantaloni liquidi. I blouson abbinati ai pantaloni fluidi definiscono la nuova idea di suit, morbido come un pigiama. Spolverini e parka aperti da zip disegnano figure eteree, mentre stuoie jacquard e piccoli disegni portano ritmo sulle superfici dei tessuti. I blazer sono leggeri come camicie; bottoni di passamaneria o fodere a contrasto impreziosiscono piccole giacche; giochi di trasparenze e sovrapposizioni smaterializzano le gonne più lunghe abbinate a maglie dall’effetto stropicciato. Di sera, uno scintillare irriverente di paillettes.

Giorgio Armani: “oggi si ha voglia di dolcezza, di essere innamorati”

Per la main collection, invece, Giorgio Armani ha pensato ad abiti luminosi che sfiorano il corpo. La collezione è all’insegna del métissage, dell’incontro tra il Dna dell’etichetta e sentori, decori, colori che sembrano essere stati raccolti nel corso di un viaggio e reinterpretati con sensibilità cittadina. Due tratti caratterizzano la passerella: il capo coperto da un foulard annodato oppure da una cuffia crochet, e le scarpe piatte, aperte in punta o allacciate intorno al piede. La collezione si apre in blu e bianco con tocchi vivi di rosso: giacche con chiusure a nodo, oppure morbide e allungate, pantaloni ampi come gonne, o dai volumi che si riducono al fondo, piccoli top, tuniche. Gli accessori fanno da contrappunto aggiungendo una nota di puro design: borse a mano dai profili stondati, oppure piccole con manici arrotondati, e poi grandi sporte e tracolle crochet. “Oggi si ha voglia di dolcezza, di essere innamorati e che qualcuno si innamori di noi, abbiamo voglia di recuperare dei rapporti persi a causa del mondo, che sta andando verso una situazione discutibile. Teniamo quello che abbiamo con i denti, abbiamo la terra: cerchiamo di salvare lei e noi stessi”, ha detto lo stilista piacentino al termine della sfilata.

Stampe a scacchi rossi e verdi su pantaloni in denim, capi sartoriali che si trasformano col movimento, una giacca accorciata, derivata dal cappotto in gabardine della scorsa stagione, hanno caratterizzato la sfilata della collezione per la primavera estate 2022 di Mm6 Maison Margiela.

Per Prada, che ha sfilato contemporaneamente nel Deposito della Fondazione Prada, a Milano e nel Bund 1 di Shanghai, la collezione creata dai co-direttori creativi Miuccia Prada e Raf Simons, esplora idee di seduzione e di espressione della sessualità attraverso l’abbigliamento. Si tratta, come hanno spiegato i due creativi, di un processo di spogliazione porta, inevitabilmente, all’enfatizzazione e all’esposizione del corpo. In questa ottica alcuni elementi dell’abbigliamento del passato sono esplorati e ricontestualizzati. Il ricordo di uno strascico, le stecche di un corsetto e la curvatura di un reggiseno tracciano idee e delineano abiti che sono spogliati fino all’essenziale, fino al cuore stesso dei capi, la cui architettura è intrinsecamente legata al corpo e quindi alla seduzione.

La griffe ha archiviato il primo semestre con ricavi netti pari a 1.501 milioni di euro, in crescita del 60 per cento a cambi correnti e del 66 per cento a cambi costanti, rispetto al primo semestre 2020. Le vendite retail sono risultate in crescita del 60 per cento rispetto al primo semestre 2020 e dell’8 per cento rispetto al primo semestre 2019 entrambi a cambi costanti, in forte accelerazione nel secondo trimestre.

Courtesy of Emporio Armani
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