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La Milan Fashion Week torna a sorprendere

Scritto da Isabella Naef

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Moda

Milano Moda Donna dà appuntamento agli addetti ai lavori dal 24 febbraio al primo marzo 2016 e lo fa certa che la strada imboccata sia quella giusta, finalmente. Quella svolta tanto auspicata nelle scorse stagioni è arrivata. Certo, le cose da mettere a punto non mancano, in primis sarebbe utile concentare il più possibile in zone attigue sfilate, saloni e presentazioni in modo da consentire agli operatori di vedere più cose possibili evitando di perdere tempo negli spostamenti. Complessivamente, però, quella andata in scena dal 23 al 28 settembre è stata una buona fashion week.

Erano 70 le sfilate in calendario, 105 le presentazioni e 26 gli eventi del calendario ufficiale di Camera della moda.

Creatività tra marchi blasonati e new entry

Buona, la fashion week, dal punto di vista della creatività che ha premiato sia i marchi più blasonati come Gucci, griffe che, lo scorso gennaio, ha affidato la direzione creativa ad Alessandro Di Michele e che ha saputo portare in passerella capi dal sapore bohémien ma ricercati, coloratissimi e naif, con un gusto per le atmosfere romantiche del passato ma anche per la nuova corrente "no gender" modaiola. Tra i debutti attesi anche Arthur Arbesser, nominato alla direzione artistica di Iceberg. Il giovane viennese ha debuttato in passerella venerdì scorso, a Milano, con la collezione per la primavera estate 2016. La sfilata, giocata su colori forti e stampe optical, ha riportato alla memoria i primi anni del marchio, consacrando il ritorno alle origini di un'etichetta che compie 40 anni. Ovviamente, oltre alle linee pulite, la maglieria è stata l'altro punto forte della collezione, nonché dna del marchio.

Creativa, colorata, e romantica la collezione di Etro, che ha puntato sul rosa, sul mauve, su abiti scivolati e romantici. Insomma una collezione per la primavera estate 2016 che è un omaggio alle atmosfere bucoliche e rilassate e ai giardini in fiore. Molto colore, soprattutto rosso, per Armani che, l’ultimo giorno di fashion week, ha presentato “Giorgio Armani”, la sua autobiografia. Edito da Rizzoli, il volume racconta la vita lavorativa dello stilista e riassume quattro decadi di lavoro ed esperienza creativa.

Al Fashion hub di piazza Gae Aulenti il "market" con i giovani stilisti

Ottima la scelta di Camera della moda di proporre le collezioni di 17 stilisti promettenti al Fashion hub di piazza Gae Aulenti, presso l'UniCredit Pavilion, edificio progettato da Michele De Lucchi. Sono stati circa 8.200 gli ingressi, ossia un 40 percento in più rispetto alla scorsa stagione.

Lì, oltre a una sala stampa con una vista incredibile sulla nuova skyline milanese, al piano terra dell'edificio i giovani designer hanno avuto l’opportunità di presentare le loro collezioni alla stampa e agli operatori. Interessante la proposta “no gender” di Edithmarcel, marchio ideato da Andrea Masato e Gianluca Ferraci che ha già debuttato al Pitti dello scorso giugno.

Tra le new entry della settimana della moda anche gli abiti eleganti dell’olandese Winonah, nuovo marchio di abbigliamento prêt-à-porter donna che prende il nome della sua creatrice, la trendsetter, classe 1981, Winonah de Jong. La collezione primavera/estate 2016, che ha debuttato a Milano, è stata realizzata in collaborazione con Maison M, realtà manifatturiera italiana che dal 1972 produce capi donna e bimbo per brand del prêt-à-porter italiano. Una proposta di 28 pezzi tra capi essenziali per la vita di tutti i giorni di una donna moderna, attenta alla moda e fiera di esaltare la propria femminilità.

Punta invece su un’estetica forte e coraggiosa la collezione per la stagione primavera/estate 2016 di Daizy Shely, che ha scelto colori che si mescolano dando vita a sfumature inaspettate, ricreate su una serie di pezzi accattivanti ed estrosi. Maxi cappotti in piume di marabù, paillettes che rivestono anche un abitino svasato dall’appeal anni Ottanta e shorts super corti fanno parte dei capi visti sulla sua passerella.

Le calzature di lusso

La fashion week milanese, come tradizione, ha dato anche molto spazio agli accessori, fiore all’occhiello del made in Italy. Colore e ancora colore per Furla, pelliccia, pitone e pietre preziose per Filippo Gabriele, una start up del lusso che propone scarpe in cincillà e sandali con pietre incastonate. L'azienda ha appena aperto una boutique di 120 metri quadrati in via Borgospesso. Il marchio ha aperto nel quadrilatero della moda, non lontano dalla nuova boutique di una griffe già affermata sul mercato domestico e americano come Chiara Boni. La stilista fiorentina ha inaugurato il suo negozio, dove è in vendita la collezione Chiara Boni, La Petite Robe, in via Sant’Andrea.

I saloni White e Super

Grande affluenza per White, la kermesse inventata da Massimiliano Bizzi, che ha chiuso i battenti, lunedì 28 settembre, registrando 20.160 visitatori totali (+12 percento rispetto all’edizione di settembre 2014) con un’affluenza di compratori pari al +8 percento (+9 percento gli italiani e +7 percento gli stranieri provenienti da Giappone, Europa, Middle East, Cina e Corea). Numeri che hanno convinto gli organizzatori del salone a portare a quattro giorni la durata delle prossime edizioni.

Secondo gli organizzatori il successo del salone milanese sta nel rafforzamento del suo brand-mix di tendenze, giocato tra sperimentazione ed eccellenze hand made dei 450 aziende presenti al salone, di cui 186 sono new entry.

"Un grande lavoro di gruppo pianificato nel tempo e programmato in ogni sua fase ottiene i risultati attesi", ha detto Massimiliano Bizzi. "Ed è proprio questa la vera soddisfazione che il nostro gruppo merita dopo aver lavorato tre giornate intense e piene di entusiasmo; lo specchio di una Milano che ha mostrato il suo lato migliore". Il salone si è svolto come sempre in via Tortona, zona a forte vocazione "modaiola", dove hanno sede molte griffe che hanno utilizzato i loro quartieri generali per sfilate e presentazioni.

Defilato rispetto agli eventi della settimana della moda, al Padiglione 3 di FieraMilano, si è svolto Super, altro salone di riferimento per gli addetti ai lavori. La kermesse, alla sua sesta edizione, ha richiamato 6mila compratori e ha ospitato oltre 170 brand italiani ed esteri con le loro collezioni primavera-estate 2016.

Dei compratori circa il 20 percento è rappresentato dai buyer internazionali, arrivati da 48 paesi esteri. "Tra i mercati che hanno messo a segno performance in crescita ci sono Svizzera, Olanda, Austria, Belgio, Corea del Sud, Israele, Libano, i paesi dell’area del Golfo e dell’Asia Centrale, e un buon risultato anche per i numeri dei buyer dalla Russia", spiegano gli organizzatori.

Numeri alla mano, nella composizione complessiva delle presenze internazionali l’Europa conta per il 40 percento, mentre il 60 percento è rappresentato dai paesi Extra–Europei, con i mercati asiatici a farla da padrone. "I compratori ci hanno ribadito che la proposta moda di Super è assolutamente trasversale, fresca e orientata allo scouting di marchi e proposte in sintonia con il mercato", ha detto Agostino Poletto, vice-direttore generale di Pitti Immagine.

Foto: Daizy Shely, Etro, Giorgio Armani, Winonah Foto: Super
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