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La pandemia non oscura le collezioni uomo protagoniste a Firenze e a Milano

Scritto da Isabella Naef

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Moda

Courtesy of Pitti Immagine

Di necessità virtù. Potrebbe essere questa la risposta del sistema moda in questi giorni che ci lasciamo alle spalle, caratterizzati dalle sfilate milanesi delle collezioni uomo per il prossimo autunno inverno e dalle presentazioni che sono andate in scena nel corso di Pitti Uomo, che si è concluso il 13 gennaio a Firenze. La necessità è stata quella di mantenere il distanziamento sociale, di tenere conto del picco dei contagi dovuti alla variante Omicron e delle difficoltà e complessità per molti buyer internazionali di atterrare a Milano. Necessità avvertite anche da parte delle etichette, come Armani e Jw Anderson, che hanno annullato le sfilate (Jonathan Anderson ha presentato la collezione uomo autunno/inverno 2022 in formato digitale) per tutelare la salute dei dipendenti e del pubblico. Pur essendo la sfilata “un momento fondamentale e insostituibile”, “la tutela della salute e della sicurezza di collaboratori e pubblico è ancora una volta prioritaria”, scriveva la maison Armani annunciando la cancellazione dal calendario delle sfilate di gennaio 2022.

Il digitale è sempre un’opzione valida per i marchi che hanno cancellato le sfilate

Anche Brunello Cucinelli ha deciso di disertare Pitti Uomo e di presentare la collezione agli addetti ai lavori a Milano, mentre gli organizzatori di Pitti Uomo a causa dei contagi hanno annullato l’evento di Ann Demeulemeester, special guest dell’edizione di gennaio; evento che è stato spostato al prossimo giugno. E’ evidente che tutte queste necessità e questa situazione pandemica hanno inciso sull’andamento della fiera e della fashion week che sono risultate sottotono (16 sfilate; 22 presentazioni e presentazioni su appuntamento; 18 contenuti digitali e 7 eventi per un totale di 53 brand per 60 appuntamenti) e poco affollate anche per le stringenti misure di sicurezza imposte dal Covid-19, ma anche un’occasione, e qui arriva la virtù, per lasciar parlare i capi, per cogliere i segnali di speranza, supportati dai dati economici, e per dedicarsi con maggiore attenzione a chi ha deciso, comunque, di muoversi per vedere le collezioni.

A Pitti sono stati registrati 4900 compratori

Intanto, qualche numero sull’affluenza: l’edizione di Pitti Uomo andata in scena alla Fortezza da Basso ha registrato circa 4.900 compratori, di cui il 30 per cento da una sessantina di paesi esteri. I visitatori all’edizione del giugno 2021 erano 6mila, di cui oltre 4.000 buyer (con una percentuale complessiva di compratori esteri di poco inferiore al 30 per cento). A giugno 2019 i visitatori erano 30mila e 18.500 i buyer. Va specificato che i dati non sono omogenei in quanto l’edizione della kermesse dedicata all’uomo del giugno 2021 e di gennaio 2022 è andata in scena insieme a Pitti Bimbo.

A Firenze primi dieci paesi esteri per affluenza di compratori sono stati Olanda (134 buyer), Francia (134 compratori)

In Fortezza sono state presentate 548 collezioni di moda maschile (quasi il 30 per cento dall’estero) e 170 a Pitti Bimbo. A Pitti Uomo i primi dieci paesi esteri per affluenza di compratori sono stati Olanda (134 buyer), Francia (134 compratori), Spagna (con 123 compratori), Germania, a quota 118 compratori.

Il menswear è in recupero

Questa la situazione e questi i dati economici che, come anticipato, fanno vedere un bicchiere mezzo pieno: il menswear, infatti, è in recupero. Stando ai dati del Centro studi di Confindustria moda per Smi (Sistema moda Italia) sulla base delle indicazioni provenienti dalle indagini campionarie interne nonché sulla base dell’andamento congiunturale del quadro macroeconomico di riferimento, il menswear (in un’accezione che comprende la confezione e la maglieria esterna, la camiceria, le cravatte e l’abbigliamento in pelle) dovrebbe archiviare il 2021 con un fatturato in recupero del +11,9 per cento, a quota 9,1 miliardi di euro. Nonostante ciò, il recupero rispetto ai livelli pre-Covid è stato solo parziale (970 circa milioni in valore assoluto) rispetto alle perdite totali accusate nel corso del 2020 (prossime ai 2 miliardi). A confronto con il turnover del 2019, quello raggiunto nel 2021 è previsto ancora inferiore del -9,9 per cento.

Export: primo mercato di sbocco del menswear made in Italy è la Svizzera

Con riferimento ai singoli micro-comparti qui esaminati, nel 2021 sono tutti interessati da un ritorno in territorio positivo; fa eccezione il segmento delle cravatte, che, pur decelerando in maniera significativa rispetto al ritmo di caduta archiviato nel 2020, resta caratterizzato da una dinamica di segno negativo. A fronte di una bassa crescita dei flussi di importazioni dall’estero, nel 2021 il valore della produzione presenta un rimbalzo, stimato nella misura del +7,0 per cento rispetto al 2020. Per l’export Confindustria moda stima una variazione su base annua pari al +11,2 per cento; il livello complessivo delle vendite estere passerebbe, dunque, a poco più di 6,5 miliardi di euro. L’incidenza dell’export sul fatturato totale del comparto risulterebbe, pertanto, pari al 71,3 per cento. Relativamente all’import, crollato del -20,2 per cento nel 2020, si profila una crescita tuttavia ben più modesta rispetto a quella dell’export, stimata al +1,7 per cento nei dodici mesi; l’ammontare totale delle importazioni settoriali passerebbe così sui 3,8 miliardi.

A Milano tornano i gentlemen e trionfa la sartorialità

Guardando alle collezioni, con i capi che nei prossimi mesi concorreranno al giro d’affari 2022, le griffe della moda hanno dato spazio a un gentlemen che del passato ma carico di personalità come si è visto da Fendi, per esempio. Per l’autunno inverno 2022 2023, Silvia Venturini Fendi ha ridefinito i pezzi maschili giocando con i generi e dando vita a mantelli, giacche da smoking corte e pantaloncini larghi che sembrano gonne. Tweed a quadretti Vichy, pied-de-poule e jacquard a righe sono rivisitati e animano la collezione. Dolce & Gabbana e Prada hanno dato spazio ad attori e personaggi dello spettacolo. Il rapper Machine Gun Kelly ha fatto da modello per Dolce & Gabbana sfilando in passerella fasciato da un abito di seta bianco a doppio petto coperto di perle e borchie. Per la collezione Prada Miuccia Prada e Raf Simons hanno incluso nel cast della sfilata 10 star di Hollywood di fama mondiale: ThomasBrodie-Sangster, Asa Butterfield, Jeff Goldblum, Damson Idris, Kyle MacLachlan, Tom Mercier, JadenMichael, Louis Partridge, Ashton Sanders e Filippo Scotti. Uomini reali, che la griffe ha utilizzato per valorizzare la quotidianità con uniformi da lavoro che assumono una nuova importanza. L’attività quotidiana, infatti, diventa un momento di occasione e acquista rilevanza e valore, enfatizzando l’importanza del lavoro all’interno della società. Il corpo è enfatizzato, le spalle e il punto vita sono delineati attraverso la sartoria tradizionale in una silhouette che viene poi trasmutata negli abiti di tutti i giorni.

Le sneaker sofisticate e innovative esprimono l’attitudine dell’uomo moderno

Presente a Milano con la collezione uomo fall-winter 22 anche Santoni.
I volumi della nuova collezione sono audaci, portando codici formali in contesti inaspettati e ibridi, caratterizzati da accenti sporty e high-tech. I dettagli, ancora una volta, fanno la differenza: fondi in gomma rivoluzionari accendono booties, stringate e doppia fibbia, così come le note vibranti di colore creano combinazioni inaspettate. Le sneaker sofisticate ed innovative, esprimono l’attitudine dell’uomo moderno.

I materiali, vitelli, suede morbidi, nabuk, tessuti in nylon e lana sfumati, sono patinati fino a dare al colore consistenza tattile. La palette accosta tonalità calde come il marrone, il giallo ocra e l’arancio Santoni a nuance più fredde come il blu, il verde brillante ed il ghiaccio.

Tradizione al centro anche per le collezione uomo di Eleventy. Giacche, blouson, giubbini in velluto rocciatore 500 righe, vecchio corduroy, e mescolanze di materiali, plasmano insieme il passato e il futuro in un prodotto fortemente contemporaneo. I toni sono molto chiari: dal gesso al miele fino ad arrivare al grigio cenere.

Husky ha debuttato alla Milano fashion week men’s collection

Ha puntato sul classico il marchio storico Husky che ha debuttato alla Milano fashion week men’s collection presentando all’interno del calendario di Camera nazionale della moda italiana, un fashion film che ha ripercorso le atmosfere tipiche londinesi, i valori del brand connessi al territorio, insieme a flashback emozionali) focalizzati sulla celebre giacca da caccia trapuntata in nylon, diventata uno status symbol negli anni, indossata dalla regina Elisabetta e dalla Royal family per le passeggiate a cavallo così come da Lady Diana. La giacca si propone come un nuovo must have del guardaroba maschile che scardina le regole e le definizioni di capospalla, entrando nel guardaroba come un capo unico nel suo genere che unisce activewear e attenzione sartoriale per un nuovo dress code: smart-formalwear.

Ha puntato sulla contaminazione, invece, l’azienda romagnola Baldinini che ha presentato a Pitti Uomo, la capsule collection con Arthur Arbesser. La collaborazione con lo stilista austriaco alla guida del brand omonimo “testimonia l’evoluzione dell’azienda di calzature e accessori basata nel distretto romagnolo di San Mauro Pascoli”, ha spiegato il management del marchio. La capsule si compone di cinque modelli da uomo e altrettanti da donna che rendono omaggio all’heritage di Baldinini con un twist contemporaneo. Mocassini, stringate, tronchetti d’ispirazione texana decorati da grafismi bianchi e neri e boot dalle fantasie optical potranno conquistare non solo i clienti più affezionati dell’azienda, ma anche una new generation di consumatori in tutto il mondo. Punto di partenza della collezione, le stampe: un quadretto multicolor e un disegno astratto in black and white, che tratteggia le atmosfere degli anni Settanta, dando vita alla base in cavallino bianca. Il piccolo scacco viene riletto in maniera giocosa e meno severa, grazie all’alternanza vibrante dei colori, mai troppo accesi ma sempre in armonia tra loro, mentre la stampa nera che ricorda le macchie d’inchiostro diventa una tela grafica su tronchetti dal tacco texano. La pelle metallizzata a specchio e il camoscio rendono unica la varietà dei modelli dalle sneaker e le stringate con suola carrarmato, passando per gli stivaletti con tacco texano fino ai boots eleganti e alle décolleté dal tacco alto.

Ha pensato a un uomo internazionale Liu Jo, azienda che prevede un giro d’affari generato nei mercati oltre confine pari al 10 per cento del fatturato complessivo entro fine 2022. Questo quanto affermato da Marco Marchi, amministratore unico di Liu Jo. Marchi, che ha scelto Pitti per la presentazione della collezione uomo di Liu Jo, marchio la cui licenza in esclusiva fa capo a Co.ca.ma srl, e ha ribadito l’importanza di presenziare alla kermesse, proprio in un momento in cui la pandemia da Covid-19 ha fatto rinunciare molti brand. “Abbiamo deciso di portare avanti questa iniziativa la scorsa estate, quando la situazione pandemica era molto diversa. Poi abbiamo comunque deciso di essere presenti nonostante le complessità del momento, di agire con ottimismo e la scelta si è rivelata premiante perchè desideriamo far crescere la linea uomo all’estero e puntare sul wholesale”, ha sottolineato Marchi. Battezzata Flow/er, un gioco di parole e suffissi, con la radice del sostantivo flo, flusso e il rimando alla parola flowe, fiore, la collezione racchiude i due concetti chiave del fluire e dello sbocciare. Il risultato è la presenza di pattern considerati dei classici dell’armadio maschile come il pied de poule, il madras, il camouflage, il check e la riga resi attuali con cromie e grandezze nuove. La contaminazione con colori esuberanti come il fucsia, il lapis e il cedro ha il compito di incuriosire i consumatori. Il tema jeans, fondamentale nel dna del brand Liu Jo, abbraccia anche felpe e t-shirt. Le proposte di maglieria, invece, sono enfatizzate da colori intensi come il dark green e il rosso. I pantaloni chino, infine, sono proposti in fit più leisure e in una nuova e più ampia gamma di tessuti che, alla gabardina classica affianca raso e velluto sia con effetto lavato, sia mille righe. Ampliamento anche nella proposta cargo, che viene proposto anche in jersey piquet e in flanella.

Courtesy of Prada
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